La nostra narrativa – Giovanni Sicuranza (prosegue dal precedente "Il mio romanzo") L’uomo afflitto si accinge a varcare la porta della dimora antica e solo quando passa accanto al pendolo dell’ingresso innalza gli occhi. Quali iridi fragili, le sue, incapaci di raggiungere il quadrante delle lancette. Accade per la prima volta che l’uomo afflitto esce di casa e, mesto, non sa narrare che ore sono. Forse dovrebbe chiamare l’ospedale, o i vigili, ma nemmeno questo sa; mai la sua donna lo ha lasciato uscire così indifferente dal loro letto. Così fredda. E tanto morta. Morta porta corta, vorrebbe liberarsi, ma i pensieri sono ingabbiati nella litania di queste parole, morta porta corta Forse la chiude, la porta, forse no, troppo corta è una vita per ricordare ogni gesto. Si versa sul marciapiede, attraversa la strada, oppure è la strada che attraversa lui, chissà, la vita mica è questa ...
percorsi a singhiozzo nella landa di Neurotopia