Ricorda l'inverno Una volta, in un tempo chiamato inverno, la montagna scese a valle. Era gonfia di piogge e di tombe e corse a lungo con il gorgogliare profondo dello stomaco di un gigante. Portò con sé nuvole e alberi e animali, si prese persino le antiche nebbie che accoglievano gli ultimi respiri degli anziani e le spinse giù, veloce, feroce, una transumanza sovrana che non volle lasciarsi dietro nulla. Quando giunse in pianura, e decise di fermarsi, il paese di Lavrange non esisteva più. Eppure sotto la sua terra qualcosa ancora campava. C'era l'acqua del fiume sommerso a cercare rivoli di sopravvivenza, c'erano le radici delle piante spezzate a emigrare verso l'acqua tenace, e c'erano i corpi dei morti accanto agli scheletri esiliati dal vecchio cimitero. I giovani tra gli anziani, i figli stretti agli avi, tutti uniti dentro il ricordo della montagna, senza più distinzione tra presente e passato, tra odio ed amore, tra memoria e s...
percorsi a singhiozzo nella landa di Neurotopia