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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

Ricorda l'inverno

Ricorda l'inverno Una volta, in un tempo chiamato inverno, la montagna scese a valle.  Era gonfia di piogge e di tombe e corse a lungo con il gorgogliare profondo dello stomaco di un gigante. Portò con sé nuvole e alberi e animali, si prese persino le antiche nebbie che accoglievano gli ultimi respiri degli anziani e le spinse giù, veloce, feroce, una transumanza sovrana che non volle lasciarsi dietro nulla.   Quando giunse in pianura, e decise di fermarsi, il paese di Lavrange non esisteva più. Eppure sotto la sua terra qualcosa ancora campava.  C'era l'acqua del fiume sommerso a cercare rivoli di sopravvivenza, c'erano le radici delle piante spezzate a emigrare verso l'acqua tenace, e c'erano i corpi dei morti accanto agli scheletri esiliati dal vecchio cimitero.  I giovani tra gli anziani, i figli stretti agli avi, tutti uniti dentro il ricordo della montagna, senza più distinzione tra presente e passato, tra odio ed amore, tra memoria e s

Ipotaffio

" Chissà quanto tempo ancora impiegherete prima di riconoscere in me uno degli Autori più innovativi del XXI secolo " {letto sulla mia lapide}

Gli odori dei morti

Gli odori dei morti - Giovanni Sicuranza Lei attende.  Conosce gli odori che allontanano gli uomini. Nemmeno a lei piacciono sempre, ma pur sempre sono la sua famiglia.  Seduta tra il fango del cielo e quello della fossa, se ne sta con gli occhi chiusi.  Il mondo, questo mondo di putridina e cadaverina, si osserva meglio con il naso.  L'odore entra, si moltiplica in popoli di nomi attraverso le vibrisse e si scalda e diventa umido ed ora che ha percorso le vie dell'olfatto ed è giunto all'encefalo, le ha narrato con mille voci tutto quello che le avrebbe raccontato la nonna davanti al desco.  Gli uomini vivi qui temono le tracce.  Avvolti in tute bianche, pesanti come la neve che ancora cade sopra i monti, non danno tempo agli odori di crescere, li trattengono, li asfissiano in se stessi, non li lasciano all'aria.  Questi uomini, tutti, si muovono rapidi, a scatti.  Loro.  E la loro paura.  E il loro stupore.  Sono insapori, inodori. 

Fiera

La mia Narrativa feroce. La mia bella Narrativa sempre più feroce.  Fino a quando ognuno di voi non avrà. Lacerato.