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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Loser

Loser – Giovanni Sicuranza Ho scelto di innamorarmi di Dolores O’Riordan. La ascolto ogni giorno, ancora di più da quando è affogata, e canto dopo canto mi sento più attratto verso la sua armonia. Lei è l’inno che innalza la Morte. Dolores cantava “Ode to my Family” e mio figlio spegneva la prima candelina di compleanno e l’attimo dopo le fiamme lo facevano urlare. Lei costruiva archi di suono e la voce di mio figlio, in confronto, era così sgraziata, che io, schiumoso di rabbia, gli ho dato una sberla, ho urlato a qual visino di lacrime e fiamme di smetterla, di essere all’altezza di Dolores almeno nel momento della morte. Un fallimento. Anche Dolores è andata avanti solo pochi mesi, so del suo entusiasmo, del nuovo album che stava realizzando con i Cranberries, eppure è morta. Mio figlio tra le fiamme, lei nell’acqua. Ed eccoci qui, tu, io; forse chi legge e rimarrà nella trappola del rito. E’ da ieri notte che la tua voce abbraccia la mia desolazione. “Zombi

Si dice che la neve sia il pianto delle fate

Sapessi, oggi mi sono svegliata presto per ascoltare il rimbombo delle rotaie lungo il vento.  Non mi sono mossa fino a quando il corvo mi ha trovata tra le cadute delle foglie di neve.  Forse non ricordi, padre, prima di morire lo facevi anche tu.  Costruivi suoni.  Questa chiesa, il cimitero di Magassa, tutte le case ora defunte mi sussurrano, come tu sussurravi della mamma, la strega che tutti temevano, la strega che tutti bramavano.  Era dunque come la morte, mia madre della Fossa, e tu mi facevi chiudere gli occhi ai confini del bosco, perché solo la scoperta del suono che torna alla valle e sale sulle montagne e poi torna a noi, solo questo modo di percepire il mondo racchiude il respiro eterno della memoria.   Come riverberano le rotaie, sembrano la strada ferrata del vento.  E' di uno dei suoni più strani che circondano la mia vita tra i ruderi della chiesa, padre; un richiamo a cui sarebbe un dolore resistere, e, no, resistere è come il pasto dell'