Prima pubblicazione su "il mio libro".
Anteprima e pre-vendita .
Benvenuti a Lavrange, paese esumato da un cimitero,
da un matrimonio di morte,
da un albergo di sopravvissuti all'epidemia;
Lavrange in agonia
lungo il canto di una strega triste e a volte crudele.
***
"Sotto la terra qualcosa campa"
romanzo gotico irrituale
- e-book e cartaceo al link
romanzo gotico irrituale
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http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/260803/sotto-la-terra-qualcosa-campa-4/
Un uomo afflitto si accinge a varcare la porta della dimora; passa accanto al pendolo, innalza gli occhi e
- ah, sono iridi fragili, le sue, incapaci di raggiungere il quadrante delle lancette.
Accade per la prima volta che un uomo afflitto esce di casa e, mesto, non sa narrare che ore sono.
Forse dovrebbe chiamare l’ospedale, o i vigili, ma nemmeno questo sa; mai la sua donna lo ha lasciato uscire così indifferente dal loro letto.
Così fredda.
E tanto morta.
Morta porta corta,
vorrebbe liberarsi, ma i pensieri sono ingabbiati nella litania di queste parole,
morta porta corta
Forse la chiude, la porta, forse no, troppo corta è una vita per ricordare ogni gesto.
Si versa sul marciapiede, attraversa la strada,
oppure è la strada che attraversa lui, chissà,
la vita mica è questa che abbiamo adesso, qui ed ora, è sempre attesa di qualcosa che deve arrivare, è sempre angoscia per qualcosa che è già stato.
Un bambino che piange, una macchina che frena lunga, e una donna che urla, sono solo suoni che scivolano lungo il suo corpo, nemmeno penetrano oltre la giacca.
Forse ne parleranno questa sera al telegiornale, forse ci sarà un “R.I.P.” su internet, ma non adesso, non in questo luogo.
La vita non è questa che viviamo, si ripete, è quella che apprendiamo dopo, anche solo un attimo dopo, è così che funziona la narrazione.
Suona ad un citofono bianco, lo riconosce per abitudine anche se non ha mai avuto un nome, sale fino alla mansarda, tutte le rampe a piedi, afflitti e mesti, e non saluta la prostituta che gli apre l’uscio, ogni uscio.
Dieci minuti dopo è di nuovo in strada, la prostituta è rimasta vestita, ha duecento euro in più e una storia di lutto da narrare ai prossimi clienti.
L’uomo invece ha raccontato la sua vita e quella degli altri solo alla moglie e, ora lei che giace sorda e morta, non sa a chi rivolgersi.
Certo, narrerà ad altri di lei, lo farà fino all’ultimo respiro, e lei diventerà la protagonista di tutti i giorni da scrivere.
Però lui ha perso la vera lettrice delle sue giornate.
È con questo pensiero che si blocca, estende il collo alla nebbia sopra la gente, vede per la prima volta il cartello.
"Benvenuto a Lavrange", dice in nero, grassetto, maiuscolo, centrato su uno sfondo grigio.
"Qui, sotto la terra, qualcosa campa", dice ancora.
Carattere gotico moderno.
Ma che bel titolo, sorride l'uomo, Ci saranno tante trame surreali e un mucchio di personaggi psicotici da incontrare in questo libro.
Così fa un passo dentro le storie di Giovanni Sicuranza.
Seguitelo, forse meglio se a distanza, respirate il paese di Lavrange, esumato tra un cimitero, un albergo, un matrimonio di morte, una Strega triste e forse crudele, e così tante altre narrazioni, che, a rimanere qui, ancora fermi, mai potrete intuire.
- ah, sono iridi fragili, le sue, incapaci di raggiungere il quadrante delle lancette.
Accade per la prima volta che un uomo afflitto esce di casa e, mesto, non sa narrare che ore sono.
Forse dovrebbe chiamare l’ospedale, o i vigili, ma nemmeno questo sa; mai la sua donna lo ha lasciato uscire così indifferente dal loro letto.
Così fredda.
E tanto morta.
Morta porta corta,
vorrebbe liberarsi, ma i pensieri sono ingabbiati nella litania di queste parole,
morta porta corta
Forse la chiude, la porta, forse no, troppo corta è una vita per ricordare ogni gesto.
Si versa sul marciapiede, attraversa la strada,
oppure è la strada che attraversa lui, chissà,
la vita mica è questa che abbiamo adesso, qui ed ora, è sempre attesa di qualcosa che deve arrivare, è sempre angoscia per qualcosa che è già stato.
Un bambino che piange, una macchina che frena lunga, e una donna che urla, sono solo suoni che scivolano lungo il suo corpo, nemmeno penetrano oltre la giacca.
Forse ne parleranno questa sera al telegiornale, forse ci sarà un “R.I.P.” su internet, ma non adesso, non in questo luogo.
La vita non è questa che viviamo, si ripete, è quella che apprendiamo dopo, anche solo un attimo dopo, è così che funziona la narrazione.
Suona ad un citofono bianco, lo riconosce per abitudine anche se non ha mai avuto un nome, sale fino alla mansarda, tutte le rampe a piedi, afflitti e mesti, e non saluta la prostituta che gli apre l’uscio, ogni uscio.
Dieci minuti dopo è di nuovo in strada, la prostituta è rimasta vestita, ha duecento euro in più e una storia di lutto da narrare ai prossimi clienti.
L’uomo invece ha raccontato la sua vita e quella degli altri solo alla moglie e, ora lei che giace sorda e morta, non sa a chi rivolgersi.
Certo, narrerà ad altri di lei, lo farà fino all’ultimo respiro, e lei diventerà la protagonista di tutti i giorni da scrivere.
Però lui ha perso la vera lettrice delle sue giornate.
È con questo pensiero che si blocca, estende il collo alla nebbia sopra la gente, vede per la prima volta il cartello.
"Benvenuto a Lavrange", dice in nero, grassetto, maiuscolo, centrato su uno sfondo grigio.
"Qui, sotto la terra, qualcosa campa", dice ancora.
Carattere gotico moderno.
Ma che bel titolo, sorride l'uomo, Ci saranno tante trame surreali e un mucchio di personaggi psicotici da incontrare in questo libro.
Così fa un passo dentro le storie di Giovanni Sicuranza.
Seguitelo, forse meglio se a distanza, respirate il paese di Lavrange, esumato tra un cimitero, un albergo, un matrimonio di morte, una Strega triste e forse crudele, e così tante altre narrazioni, che, a rimanere qui, ancora fermi, mai potrete intuire.
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