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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

Sotto la terra qualcosa campa - prima pubblicazione

Prima pubblicazione su "il mio libro".  Anteprima e pre-vendita . Benvenuti a Lavrange, paese esumato da un cimitero, da un matrimonio di morte, da un albergo di sopravvissuti all'epidemia; Lavrange in agonia lungo il canto di una strega triste e a volte crudele. *** "Sotto la terra qualcosa campa" romanzo gotico irrituale - e-book e cartaceo al link http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/260803/sotto-la-terra-qualcosa-campa-4/ Un uomo afflitto si accinge a varcare la porta della dimora; passa accanto al pendolo, innalza gli occhi e - ah, sono iridi fragili, le sue, incapaci di raggiungere il quadrante delle lancette. Accade per la prima volta che un uomo afflitto esce di casa e, mesto, non sa narrare che ore sono. Forse dovrebbe chiamare l’ospedale, o i vigili, ma nemmeno questo sa; mai la sua donna lo ha lasciato uscire così indifferente dal loro letto. Così fredda. E tanto morta. M

The End

De rerum bellico - Giovanni Sicuranza - Hai saputo? "Sotto la terra qualcosa campa" esce tra pochi mesi. - Ci riguarda, mandibolina mia? - Certo che con te ci vuole proprio una pazienza infinita. Dicono che la morte è trasformazione, la spacciano persino per necessità evolutiva, ma tu sei l'eccezione. Il romanzo non sarà niente di che, al solito, il punto è che si narra anche della strega, di Nostra Signora della Fossa. - Bene, mandibolina mia, la aspettiamo al varco dei mondi e le rendiamo pan per focaccia, coperto incluso. - Ascolta, cranio vuoto, io intendo dire - No, ascolta tu, mandibolina. Nei romanzi, nei film, gli spettri fanno fuori le persone come stecchini e nessuno trae la conseguenza più ovvia; non gli spettatori, non i lettori, ehm, scrittori e sceneggiatori, poi, te li raccomando. - Questo è vero; non gli spettri, soprattutto. - Già, quanta idiozia in questo narrare. Uccidono pagine di uomini, massacrano pellicole di ragazzi

Ascolta

Ascolta,  il blog interrompe le sinapsi e riprenderà i deliri dopo il termine della stesura di " Sotto la terra qualcosa campa ". Nel frattempo puoi rileggere un po' di mitologia: 1) pillole racconto:  http://sicuranza.blogspot.it/search/label/pillola%20racconto 2) anteprime di romanzi:  http://sicuranza.blogspot.it/search/label/anteprima%20di%20romanzo%20di%20Giovanni%20Sicuranza   3) versi tendenti alla poesia:  http://sicuranza.blogspot.it/search/label/miei%20versi 4) elucubrazioni sotto vuoto: http://sicuranza.blogspot.it/search/label/elucubrazioni%20sotto%20vuoto 5) pillole racconto (o quasi):  http://sicuranza.blogspot.it/search/label/pillola%20racconto%20%28o%20quasi%29 Insomma, direi che ne hai fino al mio ritorno.  E anche no.  Grazie a chi resiste e persiste.  Giovanni Sicuranza ( homointerrogans@gmail.com ) Минск  

L'attesa (Come on, Die young)

L’attesa (Come on, Die young) – da “ Sotto la terra qualcosa campa ” – Giovanni Sicuranza Il cassetto scricchiola, sbanda da un lato, si inclina verso il basso, sbanda dall’altro. Le tue mani lo confortano. Ancora poco, forza, esci ancora poco. La carta c’è; piegata in due lembi, racchiude un anno di vita della strega, quando era bambina e aveva un nome. Si chiamava storia, geografia, scienze, matematica, la media di otto, tutta la sua classe terza C in questa pagella dallo sfondo grigio cenere. Sì, cadono momenti così, ti affondano dentro e sulle ossa scrivono frasi come “gli si stringeva il cuore”. Quante volte l’hai letta, “gli si stringeva il cuore mentre voltava le spalle al tramonto”, quante volte l’hai citata nei tuoi racconti di paura, “gli si stringeva il cuore, sempre più, passo dopo passo verso la tomba”; un gioco facile, suspance ed empatia in un’espressione senza affanni ed ecco che il lettore è costretto all’angolo, incapace di fuggire

Come il vento

Come il vento - dal romanzo “Sotto la terra qualcosa campa” di Giovanni Sicuranza Come si apre il vento quando passa Nostra Signora della Fossa, un capoverso di erba alla sua destra, un altro alla sua sinistra, in mezzo la trama della morte. Ciao amore. Se conosci le dita di una piuma che scende cauta sulla pelle della schiena, allora puoi sentire anche la voce della strega. Lei saluta così ogni bambino morto, lo fa lenta e piano e fragile su ogni corpicino prima di portarlo alla terra. Chissà quando smetteranno di morire. Non solleva la testa, non innalza nemmeno la schiena, è un saio nero chiuso a proteggere il corpo del cucciolo. Non mi rispondi, strega? Mmmmmmm, geme Nostra Signora della Fossa. D’accordo. Alfiero si muove dalle spalle al fianco di lei, flette le ginocchia, serra le labbra per reprimere il dolore, lascia che lo scricchiolio delle articolazioni sia il suo tormento, siede sull’erba. Mmmmmmm, fa Nostra Signora della Fossa.   T

Come un Lumière

Un sacco di botte - Giovanni Sicuranza Ieri sera passavo nella zona delle osterie vecchie, quando all'improvviso ho preso una massa condensata di calci, pugni, sprangate.  Tutto offerto da un hooligan, un tipo stile muraglia cinese, deciso come una locomotiva contro lo schermo in un film dei Lumière. Wow, dico, mai preso un sacco di botte come questo, mai. Oggi sono allo stadio e la fila davanti a me si allunga sempre più.  Ho aperto il sacco e ne vendo bene il contenuto.     [immagine da http://www.canstockphoto.com/illustration/hooligan.html]

Al cimitero

Al cimitero (dal romanzo “Sotto la terra qualcosa campa”) (continua da: "La notte va in battaglia": http://sicuranza.blogspot.it/2016/06/la-notte-va-in-battaglia.html ; e si espande qui: http://sicuranza.blogspot.it/search/label/Sotto%20la%20terra%20qualcosa%20campa ) Giovanni Sicuranza Vicino all’albergo c’è il cimitero. L’albergo e il cimitero si pronunciano insieme, sempre. A Lavrange ci sono i vivi, pochi, e i morti, tanti, e tocca a quest’ultimi vegliare sugli stranieri, su quei viandanti occasionali che non si curano di superstizioni e di odori di pestilenza pur di riposare in una dimora a basso prezzo. L’albergo è stato ristrutturato da poco, dalle mura perimetrali a quelle portanti, da quelli a faccia a vista a quelli intonacati; esumazioni di tufo, distese e colonne di tufo, erette dove prima c’era l’Ospedale dei Morenti. Una volta si veniva qui a lasciare il mondo, oggi si viene a dormire, cambiano solo l’intensità e la dura