Articolo 38 della Costituzione.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera.
Buonasera.
Vorrei riprendere un concetto tanto semplice quanto, a mio avviso, drammatico nella sua presenza.
Ha un substrato medico-legale, ma con cascate erosive sui Lavoratori.
Ritengo "fuori luogo", nell'ambito della valutazione del Danno Biologico INAIL, la franchigia per cui al di sotto del 6% non è previsto indennizzo.
I motivi sono i seguenti:
1) una parte non indifferente di menomazioni ricade al di sotto di tale franchigia - pensiamo ad esempio alla Sindrome Tunnel Carpale monolaterale, agli esiti di infortuni alle dita (amputazioni e sub-amputazioni di falange, esiti di lesioni tendinee, di frattura con residua importante limitazione funzionale dell'articolarità); a tali "minori" menomazioni, tra l'altro, possono conseguire importanti limitazioni del Medico Competente al rientro al lavoro (es. orafo)
Si potrebbe obiettare che così confondo concetti importanti quali danno biologico, capacità lavorativa attitudinale, specifica.
Il punto è che questi esempi, in una visione olistica dell'infortunato e del tecnopatico, danno a mio avviso la misura di quanto sia errato non abbattere, o quantomeno ridurre, la franchigia del Danno Biologico INAIL.
La motivazione della franchigia risiede nel concetto che sotto il 6% di Danno Biologico non c'è impatto sociale.
E perché? A me sembra che il concetto sia relativo, riduttivo, convenzionale e, infine:
2) non equo per un Ente Assicuratore di tipo Sociale.
Grazie per l'attenzione.
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