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Nun est bibendum


Nun est bibendum - Giovanni Sicuranza

Masha si lamenta; della pioggia, del vento. 
Siede accanto alla mia birra 33 centilitri pieni, mi guarda attraverso le scie chimiche della frangia, meches bruciate di viola, e si lamenta; degli uomini che sono tutti uguali, che le fissano le tette e il culo e colano saliva persino dai canali lacrimali; ma perché mai, dice, perché mai nessuno piange per il mio cervello. 
Io fisso il tramonto giallo paglierino della bottiglia. 
Sei vuoi uno che ti apprezza per il cervello, dico, cercati uno zombie.
Mi piace come si spezza e tace. 
Come cala il vento, come la pioggia sfinisce. 
Quando tutto sembra persino più gradevole di una bottiglia di birra al centro del tavolo. 
Però adesso Masha si incazza, lo so, e so anche questo, che quando si incazza uccide.
Ero con lei alla riunione di lavoro.
Il nostro collega la fissava. Cioè, aveva lo sguardo tra le sue tette. Dentro il suo culo.
Io vedevo oltre, il pensiero solido nel desiderio di una bottiglia di birra, e per questo sono il sopravvissuto.
Masha è stata veloce. 
Ha smesso di annoiarci con le strategie di comunicazione, si è fatta zitta e felina sopra il collega, la penna nera ha penetrato l'occhio destro, la rossa quello sinistro, un'azione politicamente corretta, poi è corsa da me, mi si è chinata sul viso, ho sentito il respiro rotondo delle tette. 
Non ti interessa, uomo?
Ho provato a guardala negli occhi, ho trovato due banchi di nebbia. 
Vorrei solo una birra, una bottiglia unica.
Plinc, plinc, ha fatto il sangue del collega smarrito sullo schermo dell'iPad.
D'accordo, ti accompagno al bar.
Poi è stato tutto un lamento.

Adesso che mi uccide, sono dispiaciuto per la birra, avrei voluto finirla. 
Masha però è più lenta delle mie previsioni. 
Dovrei spappolare anche i tuoi occhioni verdi, lo sai.
Uh, scommetto che sei piena di penne a sfera. 
Tutte montblanc, uomo. 
Allungo una mano verso la bottiglia, le dita tremano come vermi al gelo. 
Appena fuori, tra le sedie del bar che luccicano pioggia, un gatto cerca di prendere una foglia secca, un duetto con i colori d'autunno come quelli nella bottiglia.  
È per questo che non ti uccido.
Mi fermo, la mano cade sul tavolo, tutta, un'assoluta mano morta. 
Cosa vuoi dire? 
Si vede che non sei come gli altri.
Si vede?
Sì, da come guardi la birra. 
Vorrei fare ok con la testa e mi sembra poco oppure troppo e comunque fuori luogo, chissà cosa comprenderebbero i suoi occhi.
Tu sei un uomo speciale, desideri la birra, desideri un contenuto, non ti soffermi all'involucro. 
Ah, è per questo. 
Riesco a sollevare lo sguardo e Masha è già un alito sfocato nel vento.
Rianimo la mano, prendo la bottiglia, la sollevo al cielo come fosse il mio primogenito. 
Masha, tanto gravida di frustrazione da cercare la speranza nel nulla. 
Prendo la chiave dell'ufficio, un movimento secco del polso e il tappo della bottiglia ha un rantolo, salta nel vuoto.
Verso la birra al marciapiede, veloce, il gatto che si avvicina incuriosito e inzia a lambirla, io che lo ignoro, eccitato dalle velate trasparenze della bottiglia. 
Le colleziono, le bottiglie di birra, tutte, sono la mia passione.
Il loro contenuto, per me, non ha valore.

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