Giunge prima la materia, ignorante che sei, e la materia può specializzarsi in una funzionalità. Non “cogito ergo sum” - anche se Descartes si riferiva alla metodologia della ricerca e del dubbio - piuttosto “sum ergo cogito”; il pensiero non è entità astratta che ci possiede. Nasce prima il corpo e la funzionalità cerebrale ne è corollario; dal corpo, e dai suoi limiti percettivi, educativi, ambientali, il pensiero è condizionato.
Quindi, sostanzialmente, se nutro la mente e affamo il corpo, ho compreso una sega?
Sostanzialmente, per quanto il tuo dubbio sia lodevole di evoluzione.
Allora mi hai convinto, smetto di leggere tutto il giorno e mi dedico all’agricoltura!
Bravo, per quanto leggere sia esercizio corporale - anche da affinare durante alcune funzioni corporali. Però, che dirti, da molti punti di vista l’agricoltura ha certo rappresentato un progresso: produce una maggiore quantità di cibo in uno spazio e in un tempo predefiniti, permette una crescita più rapida della popolazione, una densità maggiore nell’occupazione del suolo e gruppi sociali più estesi. Ma per altri aspetti, rispetto alla caccia e alla raccolta, l’agricoltura è stata regresso. Ha impoverito il regime alimentare riducendolo a un numero ristretto di prodotti ricchi di calorie e poveri di principi nutritivi: delle quasi mille piante che sono state risorse alimentari, l’agricoltura ne ha selezionate una ventina. Restringendo la scelta dei prodotti, si è esposta al rischio di trasformare in un disastro il cattivo raccolto, rischio che sai bene quanto e come si è concretizzato. Ah, poi pensa, no, dico, pensa davvero, l'agricoltura richiede maggiore fatica e ore di lavoro rispetto alla caccia e alla raccolta.
Non tralasciare nemmeno questo, che Insieme alla domesticazione ha causato la diffusione di malattie infettive, come suggerisce, in Africa, la coincidenza temporale e spaziale della diffusione dell’agricoltura e della drepanocitosi, forma di anemia, il cui gene, se ereditato da un solo genitore, offre protezione contro la malaria che si è estesa in concomitanza con il dissodamento delle terre.
La seconda guerra mondiale ha indotto l’Argentina ad estendere la coltivazione del mais per esportarlo in Europa, favorendo il proliferare dei topi di campagna portatori del virus di febbre emorragiche; altri virus favoriti dall’agricoltura sono presenti in Bolivia, Brasile, Cina, Giappone; i vettori delle malattie infettive prosperano tra domesticazione e nelle nicchie ecologiche create dall’uomo: acqua stagnante, rifiuti, campi dissodati.
Fare a meno dell’agricoltura? Impossibile per le nostre attuali società con migliaia di bocche da sfamare, ma la stessa agricoltura è stata ed è causa decisiva di sovrappopolazione.
Sai, non credo che la sovrappopolazione abbia meriti, anzi, mi sembra piuttosto la spinta verso frenesie produttive, verso aggressività, iperpopolazione, centri urbani, stress, fame, iperpopolazione, stress, aridità dei territori e dei sentimenti, in un circolo vizioso in cui agricoltura e sovrappopolazione influenzano l’una l’altra fino, io credo, alla catastrofe.
Ah, allora perché facciamo tutto questo?
Non so; so che tempo fa, tra i cacciatori raccoglitori, un uomo era in grado di provvedere alle necessità di quattro o cinque persone, una produttività migliore rispetto quella dei cittadini europei alla vigilia della seconda guerra mondiale; e, pensa, questo in un tempo medio di lavoro giornaliero di due o tre ore per oltre duemila calorie a persona; tutto il resto era tempo libero, libero. La nostra utopia. Qualche gruppo, al limite, si limitava a coltivare il limite indispensabile per eventuali periodi di difficoltà, ma ci sono popolazioni che hanno detto "Agricoltura? No, grazie", e sono ben sopravvissute fino ad oggi. O fino allo sterminio di noi urbanizzati, agricolturizzati. Ricorda anche che l’agricoltura ha richiesto maggiore tempo-lavoro, ha costretto molti a provvedere ai suoi cicli, mentre ha permesso a pochi di fare altro o nulla, favorendo la nascita delle classi sociali; ha reso i vari gruppi più competitivi sul terreno e dunque più bellicosi. Ha aumentato la densità demografica, certo, te l'ho già detto, fammi finire, ha spinto l'umanità dove ora si trova, ma, te lo ripeto, non vedo conseguenze positive.
E dunque?
Dunquedunque, dunque niente, è tardi, prendi la zappa e china la schiena veloce alla terra.
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