Virali * - Giovanni Sicuranza
Non si muove senza motivo, mai, e, vedete, quando lo fa è perché le manchiamo di rispetto.
Lo dice cauto, solenne come una genesi.
Lo dice cauto, solenne come una genesi.
E poi ci osserviamo,
io osservo lui,
lui me,
lei guarda noi.
Beh, non sono stato certo io, aggiunge il padre nostro.
Mia sorella si morde le labbra, le sue piccole labbra.
A questo punto uscirei anche dal suo corpo, ma padre nostro mi schiaccia al seno con il palmo ruvido della mano.
Continua, ordina.
Ma la terra, padre, la terra trema.
Non si muove per niente, ve lo avevo detto, no? Insomma, ti stai scopando tua sorella, era da prevedere che madre terra si sarebbe alterata.
Mia sorella morde le piccole labbra con le grandi labbra.
Mi concentro sul dolore.
Continua, muoviti, spargi il seme, figlio, ride padre nostro.
Madre terra non è d'accordo, freme, la grotta sussulta, singhiozza, perde pietre nere come carne putrefatta. E noi, nel mezzo, siamo genoma fragile alla polvere.
Evolviamoci, sussurra mia sorella.
Guardo il suo viso ringhioso e,
eviriamoci, mi sembra di leggere sulla sua bocca oltre le parole.
Non riesco, gemo.
Tesoro, muoviti, ci siamo quasi.
Non posso.
Figlio, fallo o ci perdiamo.
La grotta esiste da quando il mondo si è plasmato per accogliere la vita, al suo interno ha chiuso creature che hanno dimenticato la luce e poi ha estinto ogni passaggio verso l'esterno; ora che il terremoto la lacera, ora che il sole la penetra, le sento tutte, queste creature, urlare nella mia mente.
Ci sono milioni di anni, di trasformazioni, di adattamenti e rinunce in queste urla, in tutti noi, che mai siamo riusciti a raggiungere la superficie del mondo.
Quando avrò finito, e nostra madre terra si sarà placata per l'affronto dell'incesto, la grotta sarà sconfitta, spaccata, crollata, e noi, le specie segregate, saremo nuove nel mondo scoperto.
Questo ci ha spiegato il padre nostro, questo abbiamo atteso insieme.
Guardo mia sorella, osservo il padre nostro, primo esemplare di virus emerso tra le proteine dell'oscurità.
Riproducetevi e poi andate, tutta la sua voce gonfia che mi entra nel corpo, insediatevi nelle acque e nelle foreste, più subdoli e più forti di ogni organismo.
Una fessura di luce si apre sul volto di mia sorella e la svela per quanto è bella, le sue pustole che fremono tra le vene, le ferite in cui brilla la bile.
Sento la temperatura del mio corpo che si eleva all'unisono con la sua e capisco che arriva il nostro tempo, che siamo pronti a svelarci e che, dopo il nostro orgasmo, non avremo esitazione, mai, a penetrare nei corpi di ogni altra creatura del mondo.
* dal romanzo "Sotto la terra qualcosa campa"
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