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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

Reading Carlotta

Reading Carlotta - Giovanni Sicuranza "Ora so quanto sei importante". "Basta, ho un'altra". Tin tin, sul display compaiono altri messaggi.  Carlotta si dice che è meglio non leggerli, se lo impone con un ringhio mentale, e intanto la sua mano si allunga sul tavolo.  Da quando ha attivato l'Opzione Unica, riceve una media di cinquanta SMS ora passa ora. Singhiozzi di vite .  Ignorali.  No, leggi!, si rimprovera con la voce di mamma. Mamma che ha sempre saputo come proteggerla dalle insidie del marcio mondo. Mamma che tutto sa e tutto crea e tutto distrugge. Tin tin, fa il cellulare, allegro.  Le dita mordono il display, lo stringono, lo soffocano, proprio come farebbero sul collo di mamma.  Se mamma non fosse già morta. *** L'ultimo contatto è stato un messaggio.  Carlotta aveva il vecchio cellulare, regalo della madre per il quattordicesimo compleanno. Un display macrocefalo, con i numeri di ogni pronto soccorso in gra

Fine di un rapporto

Fine di un rapporto - Giovanni Sicuranza Mi basta scoprirla, lei che perde l'equilibrio, rapida, tra due sospiri di palpebra, e capisco che è spacciata. Che tra me e lei nulla, niente, mai più sarà come prima.  L'altezza da cui precipita, mio Dio, è un abisso di ordinate, rapido, senza fine. Se lei ed io fossimo in un sistema bidimensionale, l'asse cartesiano sarebbe una y tendente ad infinito e quello delle x troppo breve per contenere tutto lo sfacelo all'impatto; invece siamo qui, nella multidimensione della cucina, siamo io e non più lei, e quando crolla sul pavimento, tutto, di lei, del suo dentro, diventa schizzi di memoria. Liquido denso ovunque, sulla sedia, sulle pareti, tra le mani, un massacro delle sue interiora; della mia vecchia tazza di latte.  

Rinascita

Rinascita  [riedit] - Giovanni Sicuranza Il primo giorno mi sono annusato. Beh, ho creduto davvero di farlo, ci tenevo, perché, a forza di seguire la cronaca nera al telegiornale, sapevo anch’io che il morto puzza.  Subito, addirittura, quando fa caldo. E siccome sono morto il 13 luglio, ho immaginato che avrei dovuto spargere fetore peggio della pescheria all'angolo, no? Ah, beh, mai piaciuto il pesce e mica solo per la puzza. E' per gli occhi. Attraggono e non riflettono.  Nulla, nemmeno la luce. Peggio di un buco nero. L'arroganza con cui fissano dalla bancarella, poi; lo fanno con inganno, senza vedere, occhio unico indifferente.  Insomma, muoio in piena afa e nemmeno la brezza di un conato di vomito.  Niente. Odori vuoti, assenti, come la mia vita.  Cazzo, chiedo, deve essere così anche la mia morte? Vorrei godermela almeno un po', osservare il ribrezzo dei vicini, sentire lo schianto della porta sotto l'accetta i vigili, ascoltare i

La porta è aperta, grazie.

Oggi mi assesto su 38.4 di temperatura, meglio di ieri, ma credo di avere ancora le allucinazioni visive, perché, a termine delle selezioni, ecco, mi pare persino di leggere un titolo e un autore vagamente noti; note, notti, agitate maree di brividi febbrili, cara "La porta", ma non dovevano non vederci più?  I racconti selezionati al link:  http://www.scrivendovolo.com/concorso-letterario-buk-ecco-i-35-racconti-selezionati/ Un grazie, profondo, a chi ha votato il racconto perché lo ha gradito.

Massimo Paciere ha vinto la Guerra Mondiale

Massimo Paciere ha vinto la Guerra Mondiale Giovanni Sicuranza Massimo Paciere mostra di interessarsi a poche questioni.  Il calcio, Il Grande Fratello. E la figa, naturalmente, anche se non ne ha mai vista una in 3D.  Tuttavia la certezza di questo ragazzo è unica. Ben salda da anni.  Le Guerre Mondiali non sono terminate nel 1945, come credono tutti.  C'è ancora Massimo Paciere, lui odia il mondo. E' in guerra con il mondo.  I motivi di tale belligeranza non sono noti.  Vedete, Massimo Paciere non si considera un personaggio da romanzo, per cui mi avrebbe massacrato se solo avessi dedicato pagine e pagine a spiegarne le caratteristiche, come del resto si consiglia nei corsi di scrittura e si aspettano molti lettori. Massimo Paciere sarebbe diventato un feroce assassino di autore anche a scoprirsi in un racconto, che, come insegna l'editoria, e ancora credono i lettori, è, rispetto al romanzo, un genere sottosviluppato. Massimo Paciere sostiene di e

Il mio giorno della memoria - Capitolo III

Il mio giorno della memoria - Capitolo III - Giovanni Sicuranza Lei ti parla e le parole avvolgono come afa di palude. Fuori è buio, fa freddo, il giorno è un cadavere ed è come lei, lei piena di germi. Questo pensi, mentre ti chiede se la desideri, e pensi che sembra bella, ma dentro brulica di batteri, colonie di miliardi di microcosmi tra le pieghe della sua pelle. Fai un buon odore, ti ha detto quando ha cercato di unire le vostre labbra, e hai pensato che vivere con lei significa condividere, peggio, accettare, la puzza dei vestiti sporchi, le tossine dei batteri che ammorbano tessuti.  *** - Allora, vi siete baciati? Primo è il tuo amico, il primo e l'unico che sa che è meglio non toccarti, quanto è meglio non toccarti; per questo lo accetti, purché non ti aliti in faccia. A volte lo dimentica.  - Scusa.  Scrolli le spalle, come a fargli capire che non vale granché, e lo fai appena, perché gli sia chiaro che anche oggi lo tolleri.  - Ancora con la fissa d

Concorso letterario "Buk"

Ecco, tra i selezionati c'è anche " La porta ", raccontucolo di tale Giovanni Sicuranza, che potrebbe essere votato per superare la selezione finale con pubblicazione; "potrebbe", perché altri meritano.  Votateli, se vi pare:  http://www.scrivendovolo.com/concorso-letterario-buk-ecco-i-50-migliori-racconti-votateli/

La caduta

Flop! - Giovanni Sicuranza E' caduto il gradimento. A volte è un attimo, uno si distrae, dimentica che lui è fragile, volubile, incerto nella salita.  Ma io ho pensato subito di rialzarlo. L'ho spinto oltre il piano cartesiano, lungo i pioli di ascisse e ordinate, l'ho trasportato cauto; ho costruito parola sopra parola per elevarlo, ho sudato sinapsi, questo ho fatto.  E mi sono accorto del suo silenzio.  Dico.  Il gradimento era caduto e nemmeno si lamentava.  Non gli importava della perdita dei consensi.  Mi sono stizzito, capite.  Gli dedico racconti e bugiardini, video e sonaglini, e lui niente. Espira indifferenza.  Ora non lo reggo più, non è alla mia altezza. Lo lascio precipitare.  Che scenda sotto lo zero cartesiano.

Diversi

Diversi - Giovanni Sicuranza Non c'era solo il fiume, quell'inverno.  Spume di nebbia zittivano l'acqua, assolute, tiranne, fino a prendere le montagne sullo sfondo, fino a dissolverne la solidità vecchia di millenni, canuta di neve. Quell'inverno mi sposai sul pontile di marmo, dito teso tra i passi dei vivi e il vento dei morti.  Io c'ero, lei c'era. Ci unimmo per sempre, la strega del fiume ed io, e fu un incontro pieno di lacrime. Piangevano gli invitati della sposa e piangevano le donne e i bambini del villaggio, e sospiravano, tutti, anche i miei amici, persino quella roccia di mio padre. Il fiume si nutrì di nuova acqua e di nuova nebbia, crebbe e divenne adulto. Fu quello l'inverno in cui il lago ebbe inizio.

Dark (reprise)

Dark - G. Allan Sic La mia donna è morta ieri per asfissia crepuscolare.  Ha ingoiato un dito di se stessa, ma non ha tolto l'unghia, laccata di nero corvino. La mia donna era una dark lady, parlava con boccuccia di rosa e allungava le ciglia con elastici da supermercato.  La mia donna forse resuscita, perché vedeva i film con gli zombies. Ma, secondo me, oggi no, oggi la mia donna è rancida di morte, quella vera. Magari passo da lei anche domani, dopo il lavoro, per vedere come si trasforma.

Città di Solitudine

Presentazioni di Città di Solitudine  ["Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" ,   "Ritorno a Città di Solitudine"] : Immaginate.  Il piede fuori dalla porta. Dalla vostra porta.  Immaginate.  State uscendo di casa. La vostra casa.  Immaginate.  Salutate la moglie, il marito, i figli. I vostri cari.  Immaginate.  Vi girate indietro. Le mura, gli arredi. Svaniti. I vostri amati, assenti.  Gli odori, i suoni, tutto perso.  Immaginate.  Uscite di casa, barcollando.  E la nebbia, solo nebbia. Nebbia nel respiro, nella casa.  Nebbia che vi rende poveri di ogni particolare noto.  Un enorme sudario steso sulle vostre memorie.  Una strada larga, lunga, sfumata, che porta fino alla collina.  E ora, ora che siete soli, alzate lo sguardo.  Lo vedete, tra il grigio della nebbia, il grigio del cimitero. Le storie dei suoi abitanti vi aspettano. Incamminatevi, infine, coraggio. State solo facendo un passo dopo l'altro

Quando ero ciofane

Quando ero ciofane, un'intervista al link:  http://mangialibri.com/node/8313 Grazie, ancora, Sonia Argiolas , anche per essere sopravvissuta alla lettura dei libri successivi.  Per tutti voi, oggi è la celebrazione dei miei libri, per cui andremo avanti con post di rievocazione e, soprattutto, di evocazione.  Avete pochi minuti per evacuare la pagina, dopo di che ogni esorcismo nei confronti delle mie opere sarà ritenuto vano.  Mi piace, davvero mi piace, ringraziare chi ha letto i miei libri; chi li sta leggendo. L'autore vive di celebrazioni, e l'autore di nicchia gongola anche di un solo buon risultato; grazie a te, grazie a voi, sto pensando di tornare "in campo", non solo con l'esperimento della mia creatività su Facebook, ma anche nella produzione edita. Scegliere significa forse lasciare parte del mio lavoro, per liberare parte della mente, e per dedicarmi a questo mirabile salto nel vuoto che è la scrittura. Un inchino a chi vorr

Tribute

Ho sempre questa idea, bella & impossibile: smetto di lavorare.  Insomma, dico, il mio lavoro vorrebbe essere questo scrivere delirante.  Voi, come moderni mecenati, con elargizione democratica, voi tutti, che apprezzate le mie oniriche dissonanze, mi donate 50 centesimi lordi al mese.  Insomma, mica male, dico, io do vita e morte a questa pagina e voi date pane e orpelli al qui presente autore; tra i gradimenti di entrambe la pagine facebook, guadagnerei circa 4000 euro lordi al mese.  Come dite? Ah, va bene, capisco.  Però è stato bello scriverlo .

Crescita

Crescita * - Giovanni Sicuranza [da "Nostra Signora della Fossa"] Sei immobile e guardi.  A spezzare l'orizzonte del prato, proprio davanti a te, a pochi metri dal tuo corpo sudato sotto il portico di casa, Elias è una massa informe con tua sorella.  Hai appena masticato lumache, lumache fritte con prezzemolo, le ha fatte mamma. Elias, il tuo grande amico, le ha raccolte dalle ombre del bosco.  Elias che bacia tua sorella.  Guardali, ora lo sai, lui ti ha scelto come amico solo per la piccola moccolosa.  Sai di lumache e di rabbia e li fissi; bocca schiaccia bocca, le lingue che si staranno cercando, proprio come lumache bavose.  Questo fanno quando si baciano, rigurgiti nella ferita del tuo orgoglio, si scambiano lumache.  Elias ti ha usato, la moccolosa ha deriso la tua ingenuità.  E' così che conosci il desiderio tra maschio e femmina, lo osservi e ti fa schifo. Aveva ragione mamma, sì, quando ti ha chiuso nella cantina; quei video porno, Elias li av

E' mattina come sera

E' mattina come sera . "La sera" è un racconto di poche pagine, denso di emozione; è la scoperta della morte di un ragazzino nell'abilità di Ray Bradbury di portare la bella narrativa ai miei occhi. Non ricordo, ad oggi, un racconto o un romanzo più intenso di cruda consapevolezza, scritto con tanta delicata poesia. La tecnica narrativa, poi.  A proposito di tecnica narrativa, proliferano nel nostro Facebook quotidiano, così come altrove, proposte per affinare la capacità di scrittura; ultimo, sgradito, incontro riguarda la pagina di uno scrittore-editore, a cui sono stato invitato, e da cui mi sono velocemente allontanato (anche) dopo avere letto dell'iniziativa di inviare tramite mail corsi di perfezionamento di narrativa. L'idea è buona, perché il gradimento è elevato, e gli iscritti, presumo, non mancano. Dovrei pensarci anch'io, cosa ne dite?  Insomma, qualche suggerimento, qualche "trucco" per rendere "magica" la scrittu

Cenotafio

Cenotafio - Ho qualche linea di febbre, fortuna che domani è sabato.  - Già, fortuna.  - Non svegliarmi per niente, domani, anzi, svegliami solo se vedi che non respiro.  - Va bene.  - E che sono freddo.  - D'accordo, buona morte, caro.  - E spegni la luce, grazie. [immagine: "Il malato immaginario", olio su tavola di Honoré Daumier; 1863 circa; Museum of Art, Philadelphia; forse]

Telephonata

Ah, ecco un particolare: ho l'impressione che gruppi formati da lettori, e pagine dedicate ai "libri", abbiano la più o meno celata presunzione di fare parte di un élite rispetto a chi non legge; non ho una visione d'insieme, bensì (ovviamente) parziale, e il mio è un parere (ovviamente) soggettivo e non assoluto, ma in genere non noto grande "elevazione"; non mi riferisco tanto alla qualità dei testi proposti (per questo rinvio al mio precedente "post" sui lettori c.d. "forti"), quanto al contenuto deprimente, nel senso di mediocre, degli interventi di chi partecipa; quelli del sottoscritto incluso, ritengo e intendo.

A me mi piace questo post!

Dalla mia parziale osservazione di frustoli di Facebook, noto che una delle strategie di pagine, gruppi, quotidiani, riviste e ulteriori condense dei "mi piace", è il porre domande vestite da curiosità, con sottintese di dibattito; ad esempio: "La nostra amica Nicodema ci scrive per chiederci di consigliarle un libro che parli di cani abbandonati, canoni pagati, evasioni fiscali e dalla realtà; voi quale titolo le consigliereste?"; e tutti giù a scrivere, ognuno chiamato in causa, ognuno protagonista. La pagina gongola di partecipazione, anche se poi di questa Nicodema non c'è traccia e non si comprende come mai non ha scritto direttamente il post sulla pagina, ma non importa, importa capire come coinvolgere. E anche: "Io non ho mai letto, anzi, il solo pensiero di leggere mi annoia; voi cosa consigliereste a questo non-lettore?", e tutti i lettori che hanno letto il post (e quindi si confermano lettori) a sferzare, bacchettare, redarguire, ironizz

Calzature

Calzature - Giovanni Sicuranza John Allan Poanza si era goticamente rotto le balle di leggere delle sue storie negli articoli sprezzanti dei sapienti. Digrignò i denti come lapidi in un cimitero di parole e diede un calcio ai suoi racconti. Erano tutti lì, ammassati, per cui bastò uno scarpone marca "Book Antiqua", dimensione 40, per uccidere i personaggi. Caddero prima i protagonisti, più caratterizzati e quindi completi di organi vitali, poi toccò ai monti, che franarono sui laghi, che esondarono sui paesi. Fino a trascinare nel fango descrizioni e dialoghi. Alla notizia della strage, i critici fecero spallucce radical-chic e annunciarono che la distruzione dell'opera omnia rappresentava senza dubbio alcuno la maggiore creatività di uno scrittore morboso e mortifero. John Allan Poanza decise allora di prendersi un giorno di riposo e passare a trovarli, uno ad uno.  Aprì il primo capitolo delle loro abitazioni ed entrò.  Indossava stivali stile &q

Viaggi & miraggi

Alla fermata e poi nel tragitto dei bus, della metro; nelle umide attese di una stazione, degli aeroporti; poi lungo le onde di navi, battelli, sommergibili.  Insomma, mi spunta tra le sinapsi questa piccola presunzione: molti miei racconti sarebbero adatti per trascorrere serenamente nei vostri trasporti, internazionali, persino; d'accordo, serenamente forse no, ma perché non proporli in giro e a gestori di scali vari?  Avete proposte, idee, risposte? Alcuni miei personaggi non gradiscono viaggiare, già troppo nauseati dalle loro deliranti ambientazioni, ma, alla fine, ne sono certo, andranno dove vorrete.  Buon vagabondare.

La forza del lettore

In un sistema di profitto, al libro edito e distribuito soprattutto perché si presume che venda, alla libreria che espone proprio quel libro che si presume che venda, il lettore diventa "forte", e tale è declamato, sulla quantità dei libri letti in un anno.  La qualità è parametro di scarsa rilevanza.  Così scrive Sebastiano Vassalli sul "Corriere della Sera" di oggi (sezione "Cultura", pag. 37): "... Il best seller ... esiste grazie ai non-lettori, che devono essere acchiappati nei supermercati o negli autogrill e che, contrariamente a quanto si sente ripetere, poi continuano a non leggere. Per inseguire i non-lettori abbiamo perso i 25 lettori 'forti' di manzoniana memoria, che non amano i best-seller e non seguono il gratta-e-vinci dell'editoria basata sui best seller, e non abbiamo costruito niente di nuovo". Interessante anche questo intervento di Cristiano Abbadessa su Autodafé Edizioni:  http://autodafeblog.wordp

Disfatta

Disfatta Giovanni Sicuranza Nella palude piena di nero infine è caduta esausta  dopo tanto fuggire in un mondo  di luce senza calore  di cibo senza traguardi. L’uomo la guarda muoversi appena  e il suo viso vittorioso si accartoccia  in una smorfia di disgusto.  L’ha seguita in ogni angolo  tra urla eccitate di bimbi e consorte  e ora che tutto è finito  strappa la tazzina dal tavolo  e in una cascata di caffé fumante  trascina nei meandri sepolti del lavandino  la mosca  con la sua assoluta agonia.

Epitaffio formato tascabile

La prima volta il mio romanzo era nuovo.  Rilegato in copisteria, pagina dopo pagina nello svolgersi della trama. Ogni personaggio al proprio posto.  Una consistenza diversa. Lo strinsi con nuovo orgoglio.  Pagai, ero soddisfatto. Più di me, lo era la proprietaria della copisteria. Doppia spirale, copertina semirigida, oltre trecento pagine di copie.  La prima volta il mio romanzo era nuovo.  Iniziò a invecchiare subito, quando mi accorsi che erano necessarie altre copie. Perse l'unicità e se ne andò per l'Italia, chiuso in sacchi postali, colore marrone, come vecchie divise di soldati. Di copie, sul campo, ne caddero tante. Tutte disperse.  Non ne ebbi mai notizie.  Il mio primo romanzo è diventato clonazione inconsistente di attese.  Forse qualche sua copia giace ancora dove finiscono i manoscritti ignorati. In compagnia di altri reietti. Nei ghetti del romanzo. Nel loro sterminicidio. Non si accettano visite.  Non si accettano richieste.  Non s

La neve mi ha rubato l'auto (riedit)

La neve mi ha rubato l'auto - Giovanni Sicuranza - La neve mi ha rubato l'auto.  - Modello?  - Mercedes Benz W 212, accidenti.  - Prego?  - Accidenti, ho detto.  - No, intendevo, mi scusi, il modello dell'auto, non ho capito.  - Mercedes Benz.  - Sì, sì, è il resto.  - Doppia vu duecentododici. Ma non credo che sappia di cosa sto parlando. Cavolo, appena pagato, 60.000 euro già innevati.  - Ecco, appunto, se mi vuole spiegare.  - Senta, so chi è stato, perché non arresta subito la ladra, invece di scrivere?  - E' il verbale di denuncia, va fatto, come ho spiegato.  - Sì, ma.  - Ecco, mi ripeta il modello.  - E' un carro funebre. Diesel. Linea innovativa.  - Cosa?  - Spazioso, silente. Privo di vibrazioni. Sembra un'astronave e guardi che mica esagero. Per i cadaveri è il meglio.  - Per i cadaveri?  - Sì, senta Maresciallo Solare.  - Assolato, prego. E non si agiti.  - Ma la neve potrebbe sciogliersi, fuggire! 

Nel giorno della tua festa (riedit)

Nel giorno della tua festa -   Giovanni Sicuranza Nessuno alla tua festa. Nemmeno oggi.  Eppure ci sei, ti vedi, ti senti. Sola.  Se non ricordi gli anni che hanno scavato i tuoi tessuti, non capisci perché neanche un’amica, i tuoi figli, il tuo uomo. O le colleghe che cinguettavano “quanto sei unica, indispensabile e du du du da da da”. C’è soltanto il sole, oggi. Dilata i pori del tempo e permette a chiunque di attraversarlo, con calma. Intorno, i tuoi occhi camminano, fino a quando dal bosco non escono sulla ghiaia che porta al cancello.  Allora ti chiudi nel buio delle palpebre e senti il lamento dei tuoi tacchi lungo le valanghe piccine dei sassi. Il vento è fragile, ma basta a vestire le gambe tue nude, a penetrarti e passare oltre.  Oltre è davanti a te, oltre è un cippo erto al giorno della Memoria. Di legno scuro, come se stesse sudando, intagliato tra i rovi di un roseto. Morto.  Ora lo sai, non serve ricordare ancora, svelare chi sei, rafforzarti con par

Evangelist - riflessione in formalina

Evangelist - riflessione in formalina Il mio spauracchio di autore, uno dei motivi per cui tento riparo in una nicchia, è questo persistente anelito alla conversione dei miei testi. Quello degli Editori, di quelli con cui ho avuto a che fare fino alle bozze di "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76"; bravo, opera pubblicabile per stile, e invece no, perché, insomma, l'argomento è macabro, funereo alquanto, non va, non piace, non vende. Non.  Ringrazio ancora Montag Editore, che ha pubblicato "Quando piove" senza chiedermi modifiche (l'Editore precedente lo avrebbe persino venduto in edicola, a puntate, purché diluissi nella speranza le scene nefaste, purché solegiassi il finale con sorrisi & sospiri & baci & sguardi da orizzonti rapiti) Da allora, la scelta: auto-pubblicazione dei romanzi, presenza dei mie rantoli nella coralità dei blog e, soprattutto, di questo social network. Anche qui, tuttavia, de vez en quando, trovo c

Confessions

Per chi vuole condividere la mia pagina, o le immagini con i relativi argomenti, ecco i link:  1)  https://www.facebook.com/Scrittura.Sicuranza 2) https://www.facebook.com/Scrittura.Sicuranza/photos_stream Qualche link di riferimento per chi vuole rintracciare on-line alcuni miei libri (l'elenco è incompleto, se volete verificare la vendita in altri store, consiglio la ricerca del titolo del libro, o di "Giovanni Sicuranza", in motori di ricerca come Google.it):  1) http://www.ibs.it/libri/sicuranza+giovanni/libri+di+giovanni+sicuranza.html 2)  http://www.inmondadori.it/libri/Giovanni-Sicuranza/aut00527057/ 3)  http://www.lafeltrinelli.it/catalogo/aut/1093540.html 4)  http://www.unilibro.it/find_buy/findresult/libreria/prodotto-libro/autore-sicuranza_giovanni_.htm 5)  https://itunes.apple.com/it/artist/giovanni-sicuranza/id497358577?mt=11 6)  http://www.amazon.it/s?_encoding=UTF8&search-alias=digital-text&field-author=Giovanni+

La Befana vien di notte (con le calze mica rotte)

La Befana  vien di notte  (con le calze mica rotte) * Giovanni Sicuranza  Sono un sentimentale.  Leggo "Il Resto del Carlino", non per il gusto di capire, ma perché in giardino sono seppelliti i resti del mio cane. Carlino.  Faccio colazione con i biscotti del "Mulino Bianco", anche se sono indifferenza del palato. Tuttavia, nel cimitero del paese, la prima lapide sulla destra recita "Il mugnaio bianco" e, sotto, "1894-1937". Nessun bianco faceva il pane come mio nonno, anche perché non c'erano tanti bianchi tra i ribelli abissini.  Ascolto ogni giorno "Eye in the Sky", di Alan Parson Projet, e non credo sia il suo brano migliore. Però è perfetta sintesi del destino del mio occhio destro, che a mezzanotte di dieci anni fa fece "bop"; un petardo razzo cercò di penetrarmi la tempia, agitando la miccia di fuoco, come coda di uno spermatozoo. L'occhio, ovocita spaventato, non pronto alla fecondazione, salt