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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

Prima di dopo

Prima di dopo * - Giovanni Sicuranza Si è voltata un istante e, quando gli occhi tornano a lui, già è un'altra donna.  In un attimo, così si innamora, mentre il crepuscolo non si accorge di nulla, e nemmeno il chiaroscuro della piazza, che diventa solo un po' più nero lungo i profili delle panchine, tra le rade persone che ancora camminano.  Il minuto prima era intenta a leggere un libro di un autore sconosciuto, sfinita dentro un delirare di racconti di morte, poi l'uomo l'ha chiamata con il silenzio di un sorriso.  Ora non è più la lei di una vita prima; ecco, il suo respiro rallenta, il cuore prende un ritmo folk, e il pensiero diventa ossessione di quell'uomo, del suo corpo, del suo esistere.  Ciao, dice.  Lui sorride, piano; i suoi occhi indossano il vestito scuro del mare nell'inverno.  Rimani qui, chiede lei, senza esitare, rimani con me per sempre. Lui reclina la testa di lato, fino ad incontrare il marmo del monumento ai caduti, e

Diecimila

Diecimila    Aspetta, se arrivo a diecimila gradimenti cosa faccio? Creo un evento? Esulto? Niente. Niente?  Niente. Ma, cioè, lo fanno tutti, a cento, a mille, a tremila, persino a due iscritti incluso l'autore; cioè, tolti nonno, babbo, zombie e zio, presenti perché li ho implorati io, sono uno scrittore tendente alla notorietà, un fenomeno-facebook di mostruosità. A diecimila gradimenti sarai ansioso, perché temerai il declino del numero; sari insoddisfatto, perché penserai a raggiungere quindicimila e poi i mila passa mila, finché usura non ti separi dalla pagina. Quindi niente? Niente, diecimila è solo come comprendere una marea, che cresce, che decresce. Mah, mi sembra una frase in salsa coehliana; io invece ringrazio, ringrazio chi mi segue. Prego. Ah, dunque anche tu mi segui? Passo su passo, autore dai diecimila respiri; sono anziana, più anziana di ogni tuo personaggio, ma, vedi, mi sorregge questa falce; con lei ti seguo, mai ti per

Chiaroscuri [riedit da "Sotto la terra qualcosa campa"]

  Il Grande Geronte - Giovanni Sicuranza [chiaroscuro dal romanzo "Sotto la terra qualcosa campa"]   Vecchia è la strada; chi vive a Lavrange dice che è lì da tanti di quei sospiri, e, sapessi, da tante di queste nostre angosce. La stessa esclamazione, è la coralità del paese, ripetuta da chi ha oltre cent'anni di ricordi, come mastro Guercio, il ciabattino, o quindici di speranze, come il figlio di Nella, vedova spezzata da un lutto acerbo; Giovanni, detto il Cappellì, il suo sposo "finché-morte-non-vi-separi", è appena precipitato nella voragine di Nostra Signora della Fossa, tra le note cupe di Monte Trapasso, e giusto ieri è stato seppellito, almeno formalmente, perché del suo corpo non c'è carne e non c'è ombra e in un angolo del cimitero giacciono i suoi diciassette cappelli; cappelli in paglia, bianchi, con la fascia di cotone a circumnavigarli, nera come il lutto che cinge il braccio e il cuore dei genitori.  Lavrange sospira; se persin

Dire, fare, baciare, lettera, testamento

Dire, fare, baciare, lettera, testamento - Giovanni Sicuranza   Il reverendo con un unico braccio, sollevato, rigido, con il dito teso a indicare il mondo al di fuori del cimitero, è come un albero morto, secco sull'erba feconda tra le lap idi. Il dito è vecchio, fragile, tremulo al vento che sbuffa da mesi sul mondo. Sono tutti morti, dice, e anche se i suoi occhi sono secchi di lacrime, avverti la sua voce che geme, senti le fratture di ogni parola, e capisci che il baratro dopo, per quest'uomo smarrito, è il suicidio. Tutti positivi, guardali, contagiati, contagiosi, barcollano per cercare ciotole di aiuto, ma non ce la facciamo; il dito crolla esausto lungo il fianco; signoreiddioperdonaci, non ce la facciamo più.  Ti incammini verso la cripta, perché non hai più nulla da dire, nulla da fare, e nessuna persona da baciare, se non vuoi essere il prossimo; ti è rimasta solo la lettera, questa stampa del Ministero con le Circolari per isolare i malati, e, dopo, forse

dal web

Esumazione di incipit Scelgo " Formato cartolina ", che leggete nei post precedenti, ad incipit dell'opera " Sotto la terra qualcosa campa ".   Lo scheletro è formato e qui ne ripropongo la struttura: http://sicuranza.blogspot.it/search/label/anteprima%20di%20romanzo%20di%20Giovanni%20Sicuranza   Sulla carne, intorno, ci sto lavorando. Sangue? Sì, c'è (mai abbastanza, direbbe il mio amico Vlad III di Valacchia), ma la carne ha bisogno anche di tendini, muscoli; e pelle, integra o lacerata che sia.   Grazie, intanto, a chi sta leggendo; grazie a chi diffonde le voci della mia narrativa oltre la bottiglia.    Giovanni Sicuranza

Rigatoni

Rigatoni Dieci righe da:  1) "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76":  http://scrivi.10righedailibri.it/storie-da-citt%C3%A0-di-solitudine-e-dal-km-76 2) "Ritorno a Città di Solitudine":  http://scrivi.10righedailibri.it/ritorno-citt%C3%A0-di-solitudine 3) "Lungo il vento":  http://scrivi.10righedailibri.it/lungo-il-vento 4) "Polvere di silenzi":  http://scrivi.10righedailibri.it/polvere-di-silenzi Io avrei scelto altri brani, è certo, come è certo che, in presenza di diverse selezioni, avrei commentato allo stesso modo.  [immagine: fotografia di Igor Voloshin, 2009]

Nei boschi

Formato cartolina * - Giovanni Sicuranza L'alba dopo, lì dove tace la casa, sono i canti degli uccelli a riempire la morte.  I colori del cielo scivolano pigri sul tappetino di benvenuto, oltrepassano la soglia e si adagiano sui corpi languidi. Erano donna e uomo e adesso è tardi per conoscerli; nelle profondità dei tagli lungo i polsi hanno nascosto la loro identità, nel sangue emigrato sul letto c'è l'eterno esilio di ogni perché.  Primo giorno di primavera, questo risveglio dei sapori e della terra e del cielo; quando il sole se ne va dietro la casa, e inizia a scendere dalle montagne, i corpi distesi già si trasformano in altro, richiamo per insetti e per qualche predatore che lascia il letargo.  E' un mormorio di vita, questo scorcio di morte; di cose che ci sono e che, quando smettono, cambiano aspetto.    * dal libro "Sotto la terra qualcosa campa", @Giovanni Sicuranza, 2013-2015 [immagine "La bella addormentata nel bosco&quo

Lucciole

Lucciole - Giovanni Sicuranza Qualunque storia brucia in fretta; sui social network, lo sai, la condividi e già ci aspettiamo che altro prenda il suo posto; siamo catene di montaggio del copia e incolla.  Le spalle alla finestra, l'uomo parla adagio alla ragazza; lei, seduta di fronte, è costretta ad abbassare lo sguardo per proteggerlo dal fuoco dell'imbrunire.  Mi dispiace, continua lui, non metto in dubbio il tuo talento, mia cara, ma, vedi.  No, guardi, ci sono diecimila persone, inizia lei, rauca, guardi, seguono la mia pagina, tutte.  Lui scrolla le spalle, un gesto veloce a liberarsi da quelle esili parole. Te lo ripeto, mia cara;  pausa; la grande mano dell'uomo cala sul monitor del portatile, lo soffoca sulla base, interrompendo il collegamento ad internet;  non discuto su come scrivi, il punto è questo, il punto, fissatelo in quella testa esplosiva, è che non avrai recensioni, non avrai nemmeno dignità di scrittrice tra chi ti legge, non finc