Passa ai contenuti principali

Sotto la terra qualcosa campa


Sotto la terra qualcosa campa.
Introduzione. Primo assunto. 


Forse. 
Si morde un labbro, la donna; spezza la frase, crolla dentro le lacrime, la vista si confonde nel vento del bosco. 
La memoria è la vita dei defunti, dice poi, perché nessuno dei figli seduti intorno la interrompe e lei ne ascolta l'attesa, più densa dell'umidità della terra, più tenace di mamma tornata dalla tomba, mamma lacerata dalla deflagrazione del forno, mamma che aveva promesso di preparare una torta esplosiva per il compleanno del nonno.
Nel buio delle sepolture i defunti sono nutrimento per la terra.
Ecco, vedete, e con le dita affumicate sfiora il viso della piccola, i defunti della nostra memoria non sono i defunti trasformati dalla morte.  
Tua madre era bella, così la ricordi, e sorride al figlio più grande come mai ha sorriso in vita, offrendo un tizzone nero al posto dei denti, tua madre, così devastata, certo non vorresti vederla adesso. 
I defunti rimangono qui, e si porta la mano sul petto, all'altezza del cuore, e poi dentro il petto, dove prima c'era il cuore, ma sottoterra loro sono diversi.
E tu, mamma, chi sei, adesso?, chiede Erica, piccola Erica, figlia di mamma morta e di nessuno in particolare. 
Orfana finché morte non la separi. 
Forse. 
Sono tua mamma, dice la donna morta, e sono il tuo ricordo fino a quando vivrai. 
Sei uno zombie?, chiede Alessandro, Alessandro il grande. 
A quindici anni non dovresti avere paura degli zombie, figlio mio. 
Infatti, signora, mamma, non ne ho e tu non assomigli a uno zombie. 
Io so cos'è uno zombie!
L'essere che si chiamava mamma annuisce. 
Sì, Erica, sei brava, ma io non sono uno zombie. 
Tu, Alessandro il grande esita, fissa la terra buia, disegna un solco con un piede, come un sorriso di bosco, poi torna a guardare in alto; sei la mamma, ancora?
Lei apre le braccia e stringe a sé i figli, la mano destra cade sulla tomba e si disperde in cenere grigia; la piccola Erica ha un sospiro, si affretta a cercarne il collo. 
No, aspetta, tesoro, non so se ho la testa attaccata al resto, anzi, temo di essere fragile per i tuoi assalti. 
Mamma, sussurra Alessandro, ti manca metà faccia, non preoccuparti, ci pensiamo noi. 
Così li ho lasciati, mentre il vento cadeva nero trascinando tutto il cielo intorno. Sono salita sul ramo più alto di un acero di monte, dove il cimitero del bosco di Lavrange diventa labirinto di nebbie e silenzi, e, sotto di me, i due bambini sono rimasti, seduti sulla tomba materna, mano nella mano, a narrarsi miraggi pieni di notte e di morte. 
Sai, mamma, ho sentito lui, c'è sempre qualcosa che cambia. 
Io ho fatto sì con la testa, anche se loro non potevano vedermi davvero, ma erano pur sempre i miei figli, e, credetemi, sono orgogliosa di averli scoperti dopo la vita; c'è qualcuno di noi che vi ascolta, in qualche modo, anche se non è un fantasma, non è uno spettro, e non somiglia a uno zombie; loro già sapevano, sapevano cos'è la morte e cos'è la memoria, ed io, vento oltre il vento, incantata sul palmo di una foglia, ne ero fiera.
[...] 

Giovanni Sicuranza

(immagine: surrealismo di Valentina Zummo)

Commenti

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi

In limine vitae

In limine vitae - Giovanni Sicuranza Sa, Alfonso Vasari, Professore della Cattedra di Medicina Legale di Lavrange, che è terminato il tempo dell'ultima autopsia. Tra le dita bianco lattice, tra polpastrelli con ovali di sangue rubino, nei fruscii di tessuti sfiniti, stringe il muscolo più bello e nobile del suo cadavere. Il cuore della donna è sano, anche dopo la fine, nonostante si stia già trasformando in altro. Tre i bambini, tre le giovani donne, uno l'uomo anziano; sette le vite passate alla morte per gravi politraumatismi da investimento pedonale. Tutte avevano un cuore che avrebbe respirato ancora a lungo.  E' delicato, Vasari, mentre lascia andare il muscolo della ragazza nel piatto della bilancia, nero di memorie, di sangue e di organi. 260 chilogrammi, legge sul display verde, e spunta una voce tra gli appunti. Solo un fremito di esitazione, poi con la biro, segna qualcosa, veloce, sussulti blu notte sulla pagina grigia, che potrebbero essere ortogra