Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2014

Extra-dimensione

La rappresentazione di un fenomeno fornisce  sempre informazioni inferiori rispetto al fenomeno stesso.

Ruvido

Mi sfilaccio lungo ruvide attese.  [da "Sotto la terra qualcosa campa",  antologia di Giovanni Sicuranza;  prossima pubblicazione con Editore Nessuno] 

Tempo di scrittura

Tempo di scrittura – Giovanni Sicuranza Si narra di un tipo che ci sarebbe riuscito in tre giorni, davvero, l’ho sentito al Bar News and Testament, mio rifugio nell’ora delle nebbie; del resto, dalla bara al bar il passo è molto breve, come, in verità vi dico, i tipi del bar presto saranno in una bara. È successo anche a me, un tiro bastardo dell’Agnello, che non so come mai gli permettono di usare la stecca, con le sue dita anchilosate, ricurve sul palmo, uno zoccolo di carne irritata; irritante, invece, è il tono mellifluo con cui ci chiede di farlo giocare, “vi preeeego, daiii, beee, insomma, ma solo un tirooo”, così il Cresto si è convinto, io no, mica volevo, ma il Cresto pensa sempre in grande, dice che se non diamo una possibilità agli sfigati come l’Agnello, il mondo andrà in malora.  E Agnello ha tirato.  Un solo colpo, una palla da biliardo veloce come un’ogiva in mezzo alla fronte; sono crollato sopra il Cresto, almeno così ricordo, e poi sono risorto, solo che

Oggi

" Io non so quando il mio respiro avrà fine e se cadrà dentro al nulla o a te vicino,  ma questo io so,  che al tempo della morte, il soffio del mio cuore,  l'ultimo, sarà tuo "  Giovanni Sicuranza, " Oggi ", 19 dicembre 1915 Michael Maier - "L'arte mette le ali alla fantasia"

Quasi quasi è un racconto

"Tea with me and he", Ray Caesar L'unicellularità tendente al racconto:  http://sicuranza.blogspot.it/search/label/pillola%20racconto%20%28o%20quasi%29 Quando avete voglia, quando avete tempo.  Grazie. 

Autoritratto

Autoritratto - Giovanni Sicuranza Di sangue scuro, venoso, il mio vino è vecchio, antico, e riempie un cranio vuoto, sigillato nelle cavità che porterebbero vista, fiuto e parola.  Osservo un grande evento della mia vita, lo sento evolversi dentro, è caotico, darwiniano, è casuale, cresce e mi riempie.  Fuori di me, nella taverna, Ella Fitzgerald canta "In my dreams", lo fa con i fruscii di un dagherrotipo, e le mie mani, le noto, versano ancora un po' di Lombroso Nero nel teschio; un attimo, quello di un sorso, e il vino raggiunge anche le mie ossa, i pensieri barcollano, ma rimango concentrato sulla mia trasformazione. Mi vedo, tendo ad infinito, nel moltiplicarsi assetato delle mie nuove cellule tumorali.   [immagine: autoritratto di Christian Hopkins]

Petali

Petali Vorrei ricordati, non sopportarti; sarebbe così romantico se tu fossi morta.   Giovanni Edgar Sicuroe ("Gorgol" - Casalecchio di Reno (BO), 05.01.1915)

Il mio slogan

Nella babele narrativa, possibilmente non per "lettori" che desiderano leggere "libri" in poche ore, trovate anche questi: http://www.lafeltrinelli.it/catalogo/aut/1093540.html Non ho slogan da imbonitore, nessuno dei miei libri sta facendo riflettere-piangere-appassionare l'Italia, ma, almeno al momento, nemmeno induce al vomito sull'italico suolo; insomma, se volete spendere soldi nei miei deliri, fatti vostri e tante grazie in ogni caso. John Security  (mi è stato suggerito di firmarmi così e forse la mia prossima antologia, in uscita poco prima dell'estate, venderà persino una dozzina di copie)