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Come un romanzo


Come un romanzo - Giovanni Sicuranza

Quello che Elèna sapeva fare con la bocca e con i piedi, beh, nemmeno saresti riuscito a chiederlo ad un'altra e forse un'altra nemmeno lo avrebbe fatto; lei sì, ogni volta così nuova da farti sembrare la penetrazione un capriccio stantio, quasi una seccatura; dopo, però, la noia tornava, dopo sentivo il bisogno di solitudine e scendevo al bar, da Orgeo, e trascorrevo un pacchetto di sigarette, quattro gin tonic e due ciotole di salatini a tormentarmi, a mordermi dentro, confuso; con lei andavo alla grande, mi chiedevo se l'amavo, e, cavolo, sì, mi rispondevo, ne ho bisogno, ma era un sentimento di lenzuola umide e arruffate; scuotevo il capo, così indeciso, lieve, che persino i capelli morti rimanevano saldi nei bulbi cimiteriali della testa,  e allora Orgeo mi lasciava consumare un'altra sigaretta, in silenzio, nella penombra dei neon; era il tempo in cui fumare non faceva male alla salute di chi ti sta intorno e mille lire al barista permettevano di allungare i pensieri anche un'ora dopo la chiusura ufficiale; un'atmosfera molto noir, vero, e anche il mio rapporto con Elèna era noir, un prendersi nelle oscurità di desideri nascosti, l'abbandonarsi al piacere delle fantasie erotiche e, dopo, abbandonare il letto dell'uno o dell'altra, in silenzio, per ritrovarsi, forse, dopo un tramonto; solo che io non cercavo il noir; Elèna ingannava la mia ispirazione, questa era la verità, io volevo scrivere un romanzo epocale, una narrativa di formazione, di sofferenza, trasformazione e rinascita, perché tutti desideriamo i romanzi di formazione, non lo ammettiamo, ma abbiamo bisogno di leggere le pene, le riflessioni, i fallimenti e le maturità di un personaggio, vogliamo l'empatia per riscattare l'insoddisfazione della nostra vita; ecco perché il romanzo di formazione è intramontabile; ed io dovevo trovare la narrativa di Goethe, Flaubert, dovevo passare nelle metamorfosi di Dickens e Stendhal, e poi ancora, maturare nello spessore di Musil, il tratto di un novello Saba, ecco, solo allora sarei giunto alla catarsi della mia solitudine; non con Elèna, però; lei uccideva la mia ispirazione; il nostro rapporto era troppo carne per essere oltre, troppo appagamento per aspirare a mutazioni; osai, le dissi che avevo bisogno di cambiare, e lei pianse, spogliò i piedi dagli stivali; velati di nylon, li fece bisbigliare sul mio ventre, poi cullò tra le labbra la contraddizione dei miei sensi alle parole di addio, ed io dovetti farmi forza, e, basta, urlai, e la strattonai, violento; lei cedette, cadde sul pavimento, ma volle portarsi in bocca un pezzo di me; lacerò il nostro rapporto fino alla mia identità sessuale e nessun intervento medico riuscì più a ridarmi la virilità; tra le gambe mi è rimasto il vagito di un pezzo di carne e sangue; così ho trovato la mia storia di sofferenza, trasformazione e rinascita; io stesso, narrandomi, sono diventato un romanzo di formazione, edito per voi;

Commenti

Il romanzo di formazione, proprio per definizione, non dovrebbe terminare, non credete? Per questo ho "concluso" con punto e virgola.
Permettetemi di riportare il commento ad una richiesta di una gentile lettrice sul racconto "Come un romanzo" (inserito nella pagina facebook "Scampoli di Oscuro Stilvuoto"); credo sia una sintesi, per quanto incompleta, di alcune mie tematiche, un richiamo alle mie opere pubblicate, e uno scorcio che potrebbe interessare chi segue la mia narrativa.
"a proposito del ciclo di Città di Solitudine e degli altri miei libri, sì, al momento 'ho edito' sei opere (anche se non sono certo che "Maschere", Giraldi Editore, e "Quando piove", Montag Editore, siano ancora reperibili); le trova in quasi tutti gli store on-line e, su ordinazione, in oltre 1.200 librerie sul territorio nazionale; appena ho tempo, inserisco uno dei link di riferimento; al momento le consiglio di leggere la sezione "informazioni" di questa pagina (https://www.facebook.com/RomanziRacconti/info). Inoltre miei racconti sono comparsi su diverse antologie, che troverà elencate nella stessa sezione (le principali, almeno; elenco non aggiornato, dovrebbero mancare le ultime antologie, come quella in via di edizione con la Casa Editrice il Violino); nel frattempo, potrebbe cercare il titolo di una delle mie opere, virgolettato, su un motore di ricerca come google. Tutti i miei libri, prima di essere pubblicati in edizione definitiva sono stati esposti sul sito ilmiolibro, link http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=2358; si tratta di versioni provvisorie, comunque acquistabili (inoltre dovrebbe essere possibile leggere ancora le anteprime); in questo sito trova anche la mia raccolta di poesie (che sconsiglio) e una monografia a carattere divulgativo sul mobbing. In merito alle mie tematiche, lascio che sia la vostra lettura a scoprirle; comunque anche su queste mi sono soffermato in interviste, monologhi registrati, autocelebrazioni su questa pagina, sull'altra ("I romanzi di Giovanni Sicuranza"), sul blog ("Neurotopia"); può trovare qualcosa cercando, ad esempio, la mia intervista sul sito Mangialibri, cercando "Giovanni Sicuranza" o "Città di Solitudine" su youtube o, se non teme la noia, ascoltando parte della mia sezione, "narrato", su soundcloud.com, cercando sempre "Giovanni Sicuranza" o "Joy Up". Molto mi aiuta la fantasia, o, meglio, spingere al surreale le mie osservazioni sul nostro vivere sociale e quotidiano, tentare di infrangere i tabù sull'argomento "morte", che mi interessa non per l'aspetto "macabro", ma per quello antropologico e, per l'appunto, sociale (in parte in questo aiutato anche dalla mia professione di medico legale). Nel caso di questo racconto, ho cercato di dare il mio parere, con un pizzico di nera ironia, sul romanzo esistenzialista, cosiddetto di formazione, il "bildungsroman", in cui l'elemento centrale è il percorso di crescita interiore del protagonista; personalmente, salvo giudizi di merito stilistico e narrativo, trovo il genere tendenzialmente noioso, così come mi sembra monotona la ricerca del genere stesso da parte dei lettori; sembra che la prova a cui debba sottoporsi qualsiasi scrittore, per essere definito tale, per essere addirittura un "vero" scrittore, sia dovere scrivere almeno un romanzo di formazione; perdonatemi, parere personale, sarà che sono troppo interessato o incasinato a seguire l'evoluzione e l'involuzione della mia esistenza, ma non ho la curiosità di leggere le masturbate narrativo-esistenzialiste di personaggi cartacei, per quanto ben tratteggiati. Mi perdoni, ho scritto troppo, devo ancora educare il mio egocentrismo"

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