Chi è il nemico - capitolo stretto - Giovanni Sicuranza
Se torni a casa, a passi stretti tra le pareti di ghiaccio, non lasciare gli occhi sul sentiero, sull'erba bianca e deserta che calpesti. Se il riflesso laggiù, lungo le pareti in pietra, quel tremulo arancio che veste la casa al bivio tra il paese e il vento, è quello delle fiamme di un cammino, allora vai; ma cammina piano, rischia il gelo per conoscere questo mondo antico come l'era della glaciazione.
Tu non c'eri, io nemmeno, e questo è il momento per trovarlo, per capire come siamo sopravvissuti, tutti noi, umani, al rischio di estinzione. Come siamo stati forti nelle intemperie dell'evoluzione, era glaciale dopo era glaciale. Apprendilo e ricordalo, ti sarà utile.
Se cadi adesso, rinunci al percorso della nostra specie, se pensi solo a raggiungere il calore di quella casa, e affretti il fiato, non saprai mai dei piccoli passi dell'umanità, tra il freddo, il vento, e nulla saprai della paura e di com'è vivere dentro il buio, tra versi di invisibili predatori.
Cammina adagio, adesso, non guardare, osserva. Prendi dentro lo smarrimento per questo angolo di mondo ostile e lascialo adagiare nella memoria fino a quando non avrai bussato alla porta della casa.
Tra poco comprenderai quanto è meglio attardarsi, prima di bussare alla porta della casa riscaldata, prima che ti apra la Signora di Lavrange e che le sue mani lunghe, pallide, ti offrano il conforto di un vin brulé.
Quello sarà il momento di affrontare la leggenda di Lavrange, la fiaba di morte di Nostra Signora della Fossa; sarà il tempo di decidere se bere il suo ingannevole vino o ringraziare e proseguire nella solitudine del ghiaccio.
Lei aspetta e tu non mancare. Ma attardati ancora un po' in questo mondo esterno, ostile; conoscilo prima di Nostra Signora della Fossa, perché il freddo e la notte, tutto questo nulla glaciale, saranno la tua unica possibilità di fuga.
[estratto da "Nostra Signora della Fossa", romanzo di Giovanni Sicuranza]
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