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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

Salmo numero 1

Democrazia della morte - Salmo I -  Giovanni Sicuranza Diamogli nome Ernesto e facciamolo ciondolare in sincronia con i sussulti dell'autobus 17, imbottito di sudori, babele di parole imprecate, urlate al cellulare. Il display  nero sopra la farmacia della piazza ha un rosso acceso, quasi fuoco, in accordo con la temperatura esterna, che, dice, è di 37 gradi. Nell'autobus, fermentato dalla folla, con i finestrini appena aperti in dispnee d'aria, ci saranno almeno 39 gradi. Ernesto, lo vediamo, suda così tanto che sembra una statua sotto una cascata. Una statua di marmoreo pallore. Ernesto pensa, ci prova almeno, perché al suo interno la temperatura sta sparando oltre i 40 gradi, pensa che ancora una fermata, una sola, e sarà finalmente arrivato alla sua fattoria.  Diciamo che è questo il momento in cui Ernesto muore, muore davvero, così, all'improvviso, anche se la presa rimane ben salda alle maniglie superiori dell'autobus, il corpo che oscilla veloce

Super chi?

Se un essere vivente non è "antropomorfizzabile", se non è un cucciolo, se non si regge su massimo quattro zampe, tendiamo ad evitarlo, inorriditi, anzi, la tendenza corale è allo sterminio.  Nonostante gli sforzi per debellarlo, il super-organismo è in netto vantaggio su noi. Lo è per infinità numerica, perché le nostre armi ne tengono sotto controllo alcuni ceppi, ma di altri ne hanno aumentato la potenza, o perché non sono efficaci.  E lo è perché il super-organismo fa comunque parte di noi, del processo evolutivo, della nostra più profonda intimità cellulare.  Mi riferisco a batteri, a virus, a muffe, di cui ho già trattato in alcuni racconti e che probabilmente, anche se non ho ancora ben compreso in che misura, anzi, in che dose, il saranno tema del mio prossimo romanzo (in fermentazione) In assonanza con microrganismi e relative terapie, lascio le mie "pillole-racconto" alla lettura estiva di chi è interessato; le trovate seguendo le foto dell

Corsi e ricorsi di scrittura

" Leggere, freneticamente, scrivere e avidamente assorbire. Eppure un libro, ogni libro, racchiude infine solo parole morte. Corollario: un best-seller è quel libro che puzza prima degli altri "  [dal primo corso di "Schegge narrative" di Giovanni Sicuranza] I corsi di scrittura.  Eh, già, certo che servono. Come tanti elettroencefalogrammi piatti, tarati sul livello del "mediocremente commerciabile". Ora, se io fossi uno scrittore di talento, per nessuna cifra al mondo, nemmeno per un vitalizio Viagra-Cialis-escort, svelerei il mio "vero segreto", sempre che ne abbia uno.  Le scuole di scrittura possono dare suggerimenti, ma non creano veri scrittori, se potenzialmente non lo si è già. Anzi, ritengo che il rischio di un appiattimento di un proprio stile sia presente lì dove si tenta di plasmarsi a scolari altrui. Il mio personale consiglio rimane leggere e leggere e leggere. Non in modo passivo, non su testi "da sp

Girotempo

Girotempo - Giovanni Sicuranza Quando ti dicono che il tempo cancella tutto, sorridi. Fallo in quel modo un po' sghembo, tanto per convincerli che ti hanno convinta, quel tuo sorriso di traverso, come falce di labbra, che racchiude la verità.  Passo lieve su passo, leggera come di altri cieli, allontanati dai loro formalismi e torna da me. Sì, lascia il nostro tempo, riprenditi quello dell'universo. Non c'è linearità, nessun ieri-oggi-domani.  E adesso, ignota a loro, fallo, fai scorrere il dolore oltre i confini del marmo.  Il tempo non è una retta che prosegue, avanti e dopo avanti, non è pioggia che allaga e trascina il passato; lo sai, tu lo sai bene, ne abbiamo parlato lungo l'autunno, e poi ad ogni ritorno del vento, il tempo lineare è solo il disegno della nostra convenzione. Il vero tempo, quello del mondo, quello nello spazio, è il tempo ciclico, stagione dopo stagione, pioggia dopo pioggia, grano dopo grano, è quello che amavano ed odiavano g

Egli

Ah, ecco, è proprio questo sabato, nel senso del 27 luglio, primo pomeriggio.  Gli Amministratori della pagina e del blog intendono iniziare alle 12.30 e finire verso chissà. In sintesi, l'autore vi aspetta al Centro Meridiana di Casalecchio di Reno (BO) e, se non siete troppi, ha giurato che offre il primo giro di bibite varie; se siete troppi ("troppi" non è meglio specificato), ha giurato di negare la sua identità, almeno fino a quando la sua identità non si prostituirà a qualche personaggio. In ogni caso, sappiate che, per contratto, Giovanni Sicuranza è tenuto a tediarvi con i suoi personaggi, con scampoli di autografi e persino qualche zanzara tigre. Chi gradisce partecipare può commentare questo invito o scrivere alla mail homointerrogans@gmail.com.  Grazie per adesso.  Mentina Audience e Teodoro Iorio,  Amministratori della pagina facebook e del blog (forse)

Solo prima di dopo - Nostra Signora della Fossa

Solo prima di dopo   - Nostra Signora della Fossa Giovanni Sicuranza Se io [sospesi] Se tu? [pulviscoli di respiro]  Se io non fossi qui, a morire, i nostri fiori, cosa ne sarebbe di loro [deglutizione di coppia] Oh, tesoro, basta adesso, taci, lasciami fare [lei che piange, lui che si ascolta] Ma, se io, se io e questo tumore non fossimo così pronti per [tatto, lei lo stringe, lui la sfiora] Basta, taci [le dita di lei che salgono su di lui, quelle di lui che appassiscono, lente, sul letto] Allora prendilo, questo mio bacio, abbraccialo fino a soffocarmi, e dopo [un lamento, lungo, fragile, come petalo nel vento] Sì, tesoro, dopo sarai ancora, cenere, concime per i nostri fiori, colore e profumo per me [ombre lunghe entrano dalla veranda, a nascondere lui, a tagliare le lacrime di lei] E' solo un tramonto, amore, solo un piccolo tramonto che muore prima dell'alba. *** Nostra Signora della Fossa ha spento centinaia di noi, a La

Fine di un personaggio (riedit)

Fine di un personaggio - Giovanni Sicuranza Siamo stanche. Ascoltale, sono le tue gambe. Muoviti. Ascoltala, questa tua ruvida paura. Il sudore non è la risposta, non serve a niente. Teodoro Acuzie, amministratore delegato della “Livor” S.p.A., ha l’occhio destro di un verde esaltato da rivoli di pianto. E se inizi a chiederti se è un bell’uomo, almeno finché morte da bellezza non lo separi, è perché ancora non hai visto l’altro occhio, quello sinistro. O forse sì. E ti piace il macabro. Ti piace quella gelatina che striscia sulla sua guancia,  la bava di tendini e sangue, come una lumaca ferita.  All’inizio, mentre correva, l’amministratore in giacca e cravatta e chiazze di sudore della "Livor" S.p.A., cercava di reggersi i fasci muscolari che circondano il nervo ottico, ma ora non gli importa più di tanto, anzi. Che l’occhio sinistro cada del tutto, che si spiaccichi a terra, magari per essere calpestato proprio dai suoi piedi, chissenefrega-no? Il problema,

Neverbook

Non ho ancora scritto un libro in grado di piacermi, anzi, so di esserne magnificamente incapace.

Streptococcus fecalis

Streptococcus fecalis [ Giovanni Sicuranza ]  Sai cosa faccio, gli dico, sai cosa faccio adesso, e lui mica smette. Si è messo di traverso sulla sedia, una scrivania vuota, tipo tabula rasa, tra noi, e mi fissa, la pancia protesa verso la finestra, mi fissa e tace, la faccia da rospo gonfia di sorrisi compiaciuti.  Ti immagino mentre caghi, gli dico, ecco cosa faccio. Così, occhio nell'occhio e dente nel dente, provo a immaginarlo mentre è seduto sulla tazza di un cesso, mentre si sforza, mentre suda, mentre puzza e si sporca. Non è una novità, lo faccio ogni volta che qualcuno lacera la carta velina della mia autostima, già, vado oltre la percezione visiva del momento e mi godo la scena del tizio che caga, giusto per togliergli un po' di potere e renderlo umile tra gli umiliati. Cioè, ci provo almeno, perché ogni tizio arriva e mi fissa in quel modo, sempre in quel modo che rende miseri, che getta nello sciacquone le mie fantasie di rivincita.   Ecco cosa ti facci

Ultimo tè

Ma voi li avete letti, questi racconti? Racconti, uh, quali? Quelli racchiusi nella nostra foto. E le poesie e tutto il resto; insomma, qui: https://www.facebook.com/Scrittura.Sicuranza/photos_stream No, chi li ha scritti? Poe? Oh, non mi dire, Mariuccia, forse Dickens?  No, no, credo sia un semplice mortale.  Ah.  Oh.  E' morto? Chi?  Questo scrittore, il mortale.  No, credo di no.  Peccato. E i racconti, Mariuccia, tu li hai letti questi racconti? No, non mi interessano.  Uh, se non sono stati letti, allora sono già morti.  Ah, beh, sì, mie care, direi proprio di sì.  Quindi possiamo iniziare a leggerli. Solo dopo il tè, care, solo dopo l'ultimo tè del mondo.

L'uomo con il cappello

Una sorpresa, oggi, di quelle che meriterebbero la ripresa del blog e delle pagine facebook.  Alan Bazzini DeBevoise compare, imprevisto, nelle mie lande virtuali con questo messaggio: " Gentilissimo Giovanni buonasera, Le scrivo in merito al suo romanzo Lungo il Vento che purtroppo non ho ancora avuto occasione di leggere. L'uomo al bivio, di spalle con un cappello, sono io. Ci tenevo a comunicarle che per me é un grande onore comparire sulla copertina di un romanzo di un autore tanto apprezzato e di così grande successo. Sarà sicuramente fra le mie prossime letture! Con ammirazione Alan Bazzini " Ecco, ora dovrei rispondere che non sono "tanto apprezzato", che nemmeno sono di "così grande successo"; in effetti, è quanto ho risposto ad Alan Bazzini.  La verità?  La verità, oltre i formalismi, è che messaggi così sono il mio vero "best seller". Grazie, Alan.