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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Alle mie irreversibili amanti

Alle mie irreversibili amanti - Giovanni Sicuranza E' rimasto per noi, dice lei all'amica; lo dice mentre esplorano il corpo dell'uomo, mentre diventano labbra schiuse sulla sua pelle, e lo dice mentre ne abbracciano i muscoli, forte, fino a scioglierli; anche quando sul ventre di lui ricamano un tatuaggio di sangue scuro, anche allora lo dice.  Ci attendono sempre, sussurra l'amica, siamo le amanti perfette, per lui, per lei, e sorride, sottile, e con le dita lecca le pareti cavernose dell'uomo. Lui ha un sussulto, verde, incosciente, loro si guardano, profondi occhi senza palpebre.  Possediamolo, ora.  Mano nella mano, Putrescina e Cadaverina trasformano l'uomo.

In brevitas

Oggi pranzo in improvvisata compagnia di un lettore "forte", del tipo "mimetico", ovvero con tre aspetti poco condivisi, ma, a mio avviso, positivi e meritevoli di essere riportati:  1) non legge i coelho detti paulo e i brown detti dan, ma spazia con disinvoltura e approfondimenti da Carrère a non-ricordo-chi; narrativa, saggistica e poesia, sono brillanti sinossi della conversazione; 2) dice quello che penso, e che di solito dico allo specchio, ovvero che, rispetto a un abile romanziere, più merito va a chi sa scrivere un buon racconto, tanto che un buon "raccontista" (ma guarda, non c'è un sostantivo per chi scrive racconti?)) saprà sempre ideare un romanzo quantomeno passabile (se ne ha tempo e voglia), ma non sempre un buon romanziere è in grado di scrivere buoni racconti (le eccezioni rendono grande lo scrittore); in effetti, caratterizzare, con la partecipazione di poche pagine. storia e personaggi e dialoghi e ambientazioni, richiede un

Mia

Mia - John Edgar A. Poanza  (ottobre 1849) Sei la notte mia, malata  di batteriche oscurità,  copula di flebo e rantoli, gola profonda di morte.  Sei l'intima dissoluzione,  il mio sangue nero, tu sei nulla oltre l'irripetibile nulla.

Niente di Nuovo per il Romanzo

" Dalle prime indiscrezioni, l'autopsia sul cartaceo di Massimo Riserbo avrebbe svelato che il personaggio, fin dalla nascita affetto dalla Sindrome da Indifferenza del Lettore, sarebbe deceduto in corso di tratteggio per la Febbre dell'Autore Incompetente, nota per la pandemica diffusione; nel prossimo numero, altri particolari sull'indagine condotta dal medico legale, Dottoressa Somma La Critica " [dal blog "Niente di Nuovo per il Romanzo", editoriale di Mentina Audience]

Sicurmix

"Sicurmix", il personaggio meno riuscito  dei maestri Goscinny e Uderzo:  http://cloudmix.it/#/term/sicuranza/?page_matches=1

Nessun caso per il Commissario Massimo Riserbo - capitolo terzo o della fiaba fallita

Nessun caso per il commissario Massimo Riserbo - capitolo terzo o della fiaba fallita  Giovanni Sicuranza Schiacciato tra le valanghe dei tuoi respiri, è al tempo che pensi. Il corpo che preme contro la porta, ogni poro della pelle che vorrebbe essere ventosa sul suo metallo, la maniglia che morde la schiena, in basso, dove è più debole, e fa male, un male rene. Ascolta il diaframma, Massimo Riserbo, che sale, che scende, su e giù membranoso, ansia e sudore, flip e flop, ecco le lancette del tuo nuovo tempo. Quanto tempo ti rimane, da quanto tempo sei in questa casa. Pensa di corsa, pensa affannato.  In che tempo ti trovi. Volti la testa, quel tanto che puoi senza staccare il corpo dalla solidità materna della porta, e, dalle gocce di vetro del lucernario, tra la pioggia, la vedi. La luna; l'ovoide assembrato dei crateri si è spostato ancora, nera pupilla in iride grigio, e adesso fissa la casa, è a pochi metri da te, ma così non può essere, perché nel tempo

Virtualismi

Virtualismi - GiS A lungo e così lungo rimarrò con te, bidimensione, schermo salva schermo. Puoi tenermi quanto vuoi, siamo tu ed io, in Facebook, stessi orizzonti, stessi pensieri, stesse opinioni, repliche di gradimenti, anatemi di tradimenti.  Dal tuo portale tutto è semplice e sicuro, sparisci, ritorni, gradisci, sparisci; non devi impegnarti in discussioni, non devi sentire i miei odori, il mio avatar è asettico. Mi porti in giro, certo, ma decidi tu, nel tuo cellulare; mi accendo, mi spengo, se vuoi, se non vuoi. Una frase cioccolatino, uno slogan pur banale, un "mi piace" dozzinale, questo è il rapporto che ti chiedo. Condividimi.  Lascia che io sia il tuo virtuale. 

Ipse dixit.

Ipse dixit.  "Nessun caso per il Commissario Massimo Riserbo" è il romanzo più semplice e divertente, più idiota e dirompente, più contraddittorio e profondo, che io sia in grado di scrivere. Se non siete con me, ora che ho bisogno di tutti voi, lasciate la mia mente, infagottate altrove la vostra presenza. Ringrazio fin d'ora coloro che mi daranno il voto di fiducia.   [Giovanni Sicuranza, discorso d'apertura ai suoi personaggi, Legislatura Unica]

Nessun caso per il Commissario Massimo Riserbo - capitolo due o

Nessun caso per il Commissario Massimo Riserbo   - capitolo due o primo imprevisto -  Giovanni Sicuranza Eccoti, sfumato, subisci la scena e sudi, gradino calpesta gradino.  Consumi rapido le scale, le navighi come furia di torrente, le lasci già alla riga precedente, dal primo piano alla porta principale, e non chiederti come mai sei in una casa estranea e non chiederti come mai conosci così bene la via d'uscita, l'autore è stato chiaro, arriva alla donna morente, la tua donna svanente, e fallo sotto la pioggia, deciso, diventa il fallo che penetra le zolle umide d'erba.   Corri, c'è il motore, grosso, grasso, quel trattore che è ancora diafana minaccia, eppure non sai perché e non sai quando. Lo ha deciso Sicuranza e tanto basta. Massimo Riserbo è un frullato di incertezze; succede ai personaggi che sfuggono all'autore, a volte fino al punto da prendere vita propria; è allora che chi scrive perde l'ispirazione, all'improvviso, abbandona

Nessun caso per il Commissario Massimo Riserbo - Capitolo uno o nessuno

Nessun caso per il Commissario Massimo Riserbo – Capitolo uno o nessuno - Giovanni Sicuranza Non capisci.  Ti affacci alla finestra, solo perché Sicuranza possa scrivere di questo gesto e introdurre il romanzo con il cadavere sull’erba, che giace sotto lo steccato in legno umido, che scricchiola sotto il gatto nero, che guarda la luna, quella luna dall'occhio polifemico-gelatinoso. Acqua rivestita d’acciaio lunare, lame che sfregiano il cielo. Piove e ogni volta che ci sei tu, in una storia noir, nella migliore delle previsioni, piove.  Sicuranza le prova tutte, lo sai, lo promette per ogni trama che racconta, poi, nelle ambientazioni così pacchianamente prevedibili, sbaglia sempre qualcosa.  Ora, per esempio, vorresti chiedergli perché il morto ti osserva e sorride.  Il tuo autore non sa che i cadaveri non lo fanno, soprattutto quando hanno il volto che è un canyon di ferite inondate da sangue. La luna prende i particolari e li porta fino al primo piano, tra i rifl

Diventare silenzio

Diventare silenzio - Joe Allan Poanza  (Baltimora, 07.10.1849) Prima muore la bocca.  Parli e il respiro diventa liquido; bolle di vocali e consonanti, gorgoglii striati di sangue, che mi raggiungono, subito esplosi nel silenzio.   C'è un istante, dopo, quando cadrai; guardo i tuoi occhi già velati di polvere e lo so, ma siamo seduti uno accanto all'altra, ancora, come in tutti i nostri anni pieni di voce. Ed è tutto qui, nel particolare della bocca. Non so cosa dire all'adesso in cui taci, a questo adesso che sarà per sempre.  La tua bocca è morta e le mie parole, le mie parole sono solitudine.