Sicuranza è un neurone gonfio di attesa, pulsante del solo mondo che gli interessa; non occorre altro, ora, a Sicuranza, se non questo neurone, se non questa vibrazione biochimica, perché ogni realtà esterna e ogni sentire interno sono annichiliti dalla lettura della prima critica al suo nuovo romanzo.
"Unico"
Unico? Beh, sbuffa il neurone, sì, è l'unico libro che ho scritto con questa trama, persino l'unico a cui ho dato questo titolo.
"Una scrittura moderna"
Il neurone si tende, alto, lieve come uno spaghetto, poi ricurva l'estremità superiore fino a sussultare come un punto interrogativo.
Scrittura moderna, certo, ho scritto la trama sei mesi prima, ma cosa significa? Scritto in modo moderno, beh, potrebbe anche non essere un pregio, cioè, potrebbe significare poca cura per la sintassi, per il grafema, come rispondere all'autore della recensione: "ke kzzo di cagat* sckrivi"; oppure nel moderno stupro della lingua italiana, "questo post non mi like, non ha il mood giusto", chissà.
"Una storia per tutti"
Eddai, sibila il neurone, coda furiosa nell'aria, per tutti, no, proprio no!, tanto valeva scrivere che è un libro informe, nemmeno solido, adattabile a ogni età, a ogni interesse e, quindi, per nessuna mente.
Il neurone sicuranzoide si affloscia, affranto; le frasi sono tanto pompose da evidenziare la verità dell'accordo tra Sicuranza e il recensore, tu mi paghi e io scrivo un elogio alla tua opera, un osanna che sarà recitato su internet; comprende, il neurone, come verrà letta questa critica banale al romanzo, comprende e diventa nero, e ancora più nero, fino al nero lutto, spento su un libro vuoto di spessore.
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