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Come un best-seller


Come un best-seller
Giovanni Sicuranza

- Buongiorno. 
- Buongiorno - fa lei, con slancio, nonostante i tendini del viso, intorno alla bocca, attraverso gli zigomi, nelle fosse delle orbite, tutti, siano al punto di rottura. 
L'uomo di fronte è di sicuro l'ennesimo rompiballe, lo è per definizione, altrimenti la risparmierebbe al termine del turno di lavoro.
- Dica - tono registrato, lo scricchiolio di un sorriso - In cosa posso esserle utile?
Anche l'uomo le sorride, di quei sorrisi di circostanza che potrebbero anche trasformarsi in seccature. Sorregge un libro, anzi, lo sfiora appena, lungo i fianchi, con dita lunghe, nervose, pallide, dieci vermi albini su coste di carta. 
Lei lo prende, lo solleva dal bancone, un romanzo di oltre quattrocento pagine, e fa per passarlo attraverso il decodificatore, ma si blocca, esita, deglutisce, indietreggia. 
- Mi scusi, signore - un matto, cazzo, io voglio solo tornare a casa - mi permetta, ma questo libro - voglio solo farmi una doccia e chiudermi fuori dal mondo, lontana da idioti come questo. 
- Questo libro, sì, certo, è per questo libro che sono da lei - le viene incontro lui, accondiscendente.
- Ma, ecco, vede, non è un nostro libro, signore - voglio solo che ti togli dalle balle e mi fai andare a casa, a casa, capito? - Credo si sia sbagliato - sorriso, non troppo accentuato, selciato labiale di benevolenza ed educazione, ma con impronta di fermezza. 
- E' proprio questo il punto, signorina. 
Lei prende aria, non si dice più signorina, pensa, ma lascia le parole a fermentare tra i neuroni. 
"Lungo il vento", che titolo banale, in copertina un tipo con la bombetta a un bivio stradale le da le spalle; ma cos'è, un testo di new age?
- Voglio chiederle di esporre il mio romanzo in vetrina. 
- Il suo - oddio, adesso gli rido in faccia - romanzo?
- Sa, io sono l'autore - fa lui, gli occhi che zampettano da un lato all'altro, allegri. E anche l'uomo sorride, sorride ancora, sorride come arrivato alla fine di un viaggio faticoso. 
- Non posso farlo - parole scandite, pesanti, saracinesche a ogni altra richiesta. 
Il sorriso di lui si decompone, rapido, le labbra pieghevoli che tendono al mento. 
- Ma, signorina, mi scusi, l'ho fatto stampare, mi dia una mano a venderlo, le assicuro che è bello.
Lo sguardo di lei se ne va altrove, verso gli scaffali dei best-seller. 
- Non metto in dubbio che sia bello, signor - un sospiro - signor autore. 
- Mi chiamo ...
- Ma noi vendiamo tramite distributori. 
Pam!, esplodono le ossa delle dita di lui, dieci pam! simultanei sul bancale, a infrangere la barriera delle parole. 
- E' matto? - sibila lei, un passo avanti. 
- Signorina, io sono il distributore di me stesso, per cui ho diritto di essere introdotto nelle vostre vetrine.
- Senta, non consideriamo scrittori auto-pubblicati. 
- Perché? Perché pensate che siano tutti mediocri, vero? E gli altri, quelli delle Case Editrici, i vostri best-seller, mi dica, che stile hanno? Chi si ricorderà di loro tra qualche mese?
- Non urli, spaventa la gente. Non urli, guardi, chiamo la guardia. 
- Sì, la chiami, magari trovo un lettore che sappia riconoscermi - replica lui, anche se il tono è già al guinzaglio. 
- Ecco, bravo, abbassi la voce - e magari, già che ci sei, strozzati, idiota - Ora mi lasci lavorare. 
- Non l'ha nemmeno aperto. 
- Cosa?
- Il mio libro, insomma. 
Le mani di lei tornano al bancone, in un atterraggio lento, una da un lato, una dall'altro del libro, ben lontane dallo sfiorarlo, e così giacciono. Immobili.
- Sa cosa mi importa? Può andare, grazie. 
L'uomo si gratta una tempia, lei si chiede se per caso ha i pidocchi, lui passa all'altra tempia. 
- Sa cosa faccio? Glielo regalo. 
- Cosa?
- Glielo lascio, così, quando ha voglia se lo legge. 
- Vada via. 
- Guardi, non mi fraintenda, è solo per farle capire.
- Buona giornata.
Quando arriva a casa, dieci minuti di spesa  e tre quarti d'ora di traffico dopo, il fantasma di quell'omuncolo la infastidisce ancora come la fedeltà di una zanzara. 
Solo il bagno al ritmo lento delle candele, il gelsomino e il sandalo espirati dalle fiamme intorno alla vasca, la aiutano a ritrovare angoli di speranza. Socchiude gli occhi, si lascia prendere dalla schiuma al latte di cocco, ed è lì che ha un sussulto. Come raffiche di mitragliatrice, centinaia di bolle si frantumano sulle pareti e sul pavimento, mentre il suo corpo si lancia a sedere. 
- No - geme - No. 
L'uomo ha lasciato quel libro sul bancone, accanto al registratore di cassa, e lei, lei era troppo concentrata sulla seccatura della persona, e lei, lei aveva fretta di andare via. 
Lei ha lasciato in esposizione il romanzo "fai da te" di uno sconosciuto. 
Pensa al libro, quel libro insulso rimasto per il turno del prossimo collega tra gli eventi narrativi del mese, come una sua disposizione non detta, ci pensa e intanto si lascia affogare nella vasca. 

[immagine: "Golconde", René Magritte]

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