"Dici che sono fissato con la morte, dici che dovrei lasciarla nei putridi oblii del suo momento, di quelli andati dei nostri avi, mi ricordi di non innalzarla al fianco della vita. Ah, mio caro amico, nemmeno ti accorgi della tua dissonante condizione. Sì, porta il bicchiere al di sopra del sorriso e poi guarda dentro, fallo mentre brindiamo al nostro tempo. Guarda il vino, così corposo, rosso, guardalo, questo mosto furioso, questo conquistatore di palati, guardalo davvero, e infine svelagli che ha solo un breve destino prima della fatale alchimia nel tuo stomaco. Tu e il nostro vino, così simili. Bevi, mio dissociato amico, bevi, ora, ingoia questo tuo fuggire la morte, che ti rende preda fragile di vita"
M. G. Sicuroust, "La fine del mosto" (18.11.1922)
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