Giovanni Sicuranza
I libri in cima alla classifica? Ecco, caro signore, sono tutti lassù, in alto.
Gli occhi confusi dell'uomo si appoggiano sulla mano della strega, ne scavalcano le articolazioni taglienti, rimbalzano sulle vene gonfie di blu sotto la pelle secca e si arrampicano lungo l'indice, lungo, bitorzoluto, puntato verso il soffitto.
Tutti i libri di cui ha sentito parlare, quelli che vendono copie su copie, fluttuano dalle travi, impiccati alle fascette di copertina che ne annunciano il successo con frasi sponsor, rosso sangue.
Come faccio a leggerne uno?, trema l'uomo, gli occhi così sudati dalla scalata sul dito, che sudano lacrime.
Oh, non importa, dice la strega e il suo indice si polverizza all'istante, basta osservarne una copia, da qui, e la fascetta si avvolge in un altro giro, così il libro sale in classifica.
Ma, signora, non capisco, io vorrei solo.
No, si intromette l'indice dell'altra mano, con la falange ungueale così larga, da sembrare la paletta dello stop, no, sentenzia quel dito.
Inutile leggere, signore, epigrafa la strega, sono tutti libri privi di contenuto.
Eppure, osa l'uomo, la lingua che sobbalza tra le labbra, eppure, mi scusi, sono libri scelti, in testa ai gradimenti.
La strega sbuffa puntini di sospensione.
Dovrebbe saperlo, signore, per i libri più venduti, per i successi decretati dai media e da editori panciuti, basta l'aspetto, mica serve leggerli. Ed eccoli, tutti alla sua vista, i cadaveri della letteratura.
Anche se vendono tanto?
Soprattuto se vendono tanto.
La strega cerca di sorridere al lettore avvilito, ma le esce solo l'offerta di uno sconto del 15% sul prezzo di copertina.
Hanno vita breve, sa, per questo li impicchiamo già quando sono in classifica.
E mentre spiega, cinge le spalle dell'uomo con un braccio tanto esile, sottile, da diventare una fascetta promozionale.
E' la nostra cultura, cosa vuole, signore, un incantesimo dell'ignoranza, una maledizione - un sospiro, una pausa lunga come una pagina bianca - Per questo, mio caro, hanno chiamato me, una strega, a fare da bibliotecaria. Anzi, - un sorriso tirato, da pagina uno a quella finale - le dirò di più, in mio onore ci fanno anche un Premio.
P.S.: "Gli occhi confusi dell'uomo si appoggiano sulla mano della strega, ne scavalcano le articolazioni taglienti, rimbalzano sulle vene gonfie di blu sotto la pelle secca ...".
No, no.
"Gli occhi dell'uomo, confusi, si appoggiano sulla mano della strega, ne scavalcano le articolarità taglienti ...".
"Articolarità" suona meglio con "taglienti".
P.S.: "Gli occhi confusi dell'uomo si appoggiano sulla mano della strega, ne scavalcano le articolazioni taglienti, rimbalzano sulle vene gonfie di blu sotto la pelle secca ...".
No, no.
"Gli occhi dell'uomo, confusi, si appoggiano sulla mano della strega, ne scavalcano le articolarità taglienti ...".
"Articolarità" suona meglio con "taglienti".
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