Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

Quando piove?

Quando piove di Giovanni Sicuranza , Montag Editore, e altro cartaceo. Una Villa misteriosa che si amplia sempre di più, delle morti altrettanto misteriose, un medico in pensione che soffre di incubi, una dottoressa piena di dubbi, un intreccio perverso di interessi politici ed economici. Questo il succo in poche parole. Ma se vogliamo approfondire allora notiamo che la Villa è nello stesso tempo una casa di riposo, un centro specialistico privato dell'infortunistica, uno studio medico legale convenzionato con le compagnie assicurative e pure un centro di accoglienza per le donne del sahel costrette a subire l'infibulazione. Possiamo, dunque, immaginare il giro di affari sporchi che ci girano intorno e le lotte di potere che ne scaturiscono. Morti sospette, dicevo, un suicidio, un tragico incidente (voluto dal fato o provocato?), violazione di tombe in un cimitero, intimidazioni, sospetti, paure. E accanto alla storia poliziesca vera e propria uno sguardo alla so

oil end

Comprate i miei libri, proliferateli, che qui è d'uopo far basta. G. S. - 1967 - 2012 R.I.P.  Immagine: "Ne ho versato troppo", anonimo, olio su digitale; Mostra dell'Esordio Fallimentare, FB.

"I miti di Sicurullu"

"Colpevole dell'oblio del libro  non è colui che non legge.  Come si può dare la morte a  qualcosa che nemmeno interessa?  No, il vero colpevole è proprio il  desiderato dagli editori,  l'acclamato dai sociologi,  l'apprezzato dall'Autore.  E' colui che assimila opere su opere,  è colui che definiamo lettore forte.  La sua rincorsa alla lettura decreta  la fugacità di un testo.  Più testi ci sono, più aumenta la sua bulimia.  Lo strazio ha maggiore potere proprio  per i libri che il lettore forte mostra di gradire,  anzi, per questi in particolare, perché  l'esaltazione dura attimi, per poi dare posto  alla successiva e alla successiva ancora,  lasciando al testo apprezzato solo il  progressivo livore di un ricordo" H.P. Lovecraft, "I miti di Sicurullu"

Il Sicuranza è un'esaltazione del nulla?

“Giovanni Sicuranza classe 1967, lo troviamo in giro tra la storia delle pubblicazioni italiane anche in contesti pregevoli come l’antologia noir “La legge dei figli”, con prefazione di Giancarlo De Cataldo, edita da Meridiano Zero Editore o nell'antologia "365 racconti erotici per un anno” edita da Delos Books Editore. "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" con Youcanprint Editore, l’ha portato a riscuotere un discreto interesse di pubblico e di critica tanto che già con questa pubblicazione la costruzione identitaria prende lentamente piede, ovvero pare che l’autore si trovi nella condizione di dover scegliere se perseguire la strada del noir, del gotico o del giallo tout court. Ad ogni modo il percorso di Sicuranza anche in “Ritorno a Città di Solitudine” passa attraverso il racconto breve, un indicatore di senso impeccabile al fine di condensare la completezza introspettiva dei personaggi, la suspence, la forza della creatività in poche pagine, in poc

Prosit!

In questi giorni inciampo per caso in un parere: "Una raccolta soporifera Una raccolta di racconti tutti ambientati a Fine Viaggio, dopo la decima pagina ti chiedi se finirà mai questo tuo viaggio. Soporifero, pur nella varietà delle storie descritte  diventa banale e ripetitivo.  Tante storie diverse, tutte con un comune  denominatore: la noia" ( http://www.anobii.com/dragodellaluna/books?filterType=1&filterValue=4&doScroll=true ) L'autrice è Arianna Teso,  nota al sottoscritto.  Il giudizio è riportato a conferma della qualità dell'opera.  

Il mio Giorno della Memoria #3

Il mio Giorno della Memoria #3 -  dal romanzo "La memoria di Tyrenes"  Giovanni Sicuranza Il Giorno della Memoria è il Giorno del Rigetto. Mi chiudo in casa, annuncio che sono malato, ma guarda che sfiga, mi dispiace, ogni volta in questo periodo!, spengo le finestre sul mondo. Internet, televisione, radio. Ah, per quanto sopravviverà, la radio, ancora non so. Chissà se dedicheranno anche a lei un giorno della memoria. Insomma, decido di ignorare le pecore al pascolo del qualunquismo. Oggi si accendono le sinapsi mediatiche, e noi con loro, brilliamo di neuroni specchio, quelli dell'imitazione che ci fa sentire buoni, impegnati.  Immagini di bambini dietro il filo spinato, facce ritagliate nell'oblio sopra pigiami a righe, gonfi di qualche taglia in più. Sempre le solite foto. Sempre ebrei, almeno a leggere le didascalie. Tutte datate 27 gennaio.  Mi metto a letto e mi masturbo con il gin, un sorso dietro l'altro. Io mi faccio una sega di alcool, loro si

Sono io la morte

" Il motivo ultimo per cui lasciamo post su Facebook,  su Twitter, nei blog,  l'intimo motivo per cui continuiamo a marchiare  internet con tracce di noi,  è che il nostro DNA sa che moriremo " G. S. Welsh 

Cosmogonia (rewind)

Il mio Giorno della Memoria #2

Il mio Giorno della Memoria #2  - dal romanzo "La memoria di Tyrenes" Giovanni Sicuranza Anche noi di Tyrenes conosciamo la Storia, solo che nel 1941 la nostra memoria collettiva ha avuto una svolta dal resto del mondo.  Nell'agosto del 1941 furono i nazisti a salvarci dallo sterminio. Fu l’esercito del Fedelmaresciallo Hans Vitriben a disarmare gli italiani invasori, furiosi nella sconfitta greca. Incapaci di arginare la resistenza, cercarono il sangue dei bambini, le urla delle donne, villaggio dopo villaggio, fuoco nel fuoco. Fino a quando persino ai nazisti quel catabolismo popolare non parve eccessivo e allora intimarono ai loro alleati di smettere e salvarono il mio paese. A Tyrenes la Collina delle Mosche Bianche cela i corpi di coloro che decisero di rimanere con noi, per difenderci dalle ritorsioni dei fascisti. I nostri eroi con la svastica. Le nostre mosche bianche.  Di solito viviamo ignorati, ma nel Giorno della Memoria, solo in questo giorno

Il mio Giorno della Memoria

Il mio Giorno della Memoria -  dal romanzo "La memoria di Tyrenes" Giovanni Sicuranza Nel Giorno della Memoria, pochi minuti prima del tramonto, mia nonna si siede accanto alla stufa e diventa stereotipo dei racconti gotici. Persino la sua ombra sa come posizionarsi, inclinata dalle gambe dello sgabello al pertugio sopra la canna fumaria. È un artiglio nero alla ricerca della notte oltre la finestrella. A volte mi perdo nella densità dell’ombra, fino a immaginarla uscire di casa, scivolare nel bosco e giungere al cimitero, dove è sepolto il padre di mia nonna.  Il protagonista della memoria.  Bertrand Schäfer, deceduto dopo due anni nel campo di concentramento.  Questo è il giorno in cui nonna lo celebra, è la ricorrenza in cui rinnova il ricordo per tutta la sua genia, persino per me, anzi, soprattutto per me.  Ho quindici anni e vivo il Giorno della Memoria solo attraverso le gesta di Bertrand, dissolto in terra nazista, lasciato marcire ai margini del

Memoria #1

Memoria   #1 Giovanni Sicuranza  - Ho scritto qualche racconto sul tema della memoria, inteso come "giorno della", eppure non riesco a ricordarne i titoli.  - Uno è nel tuo libro, l'ultimo uscito, come si chiama? - Ah, sì, ehm. Uh, scusa, ma tu chi sei? - La tua Ossessione, neanche questo ricordi? - Uff, ne ho tante, Ossessione di Morte, Ossessione Erotica, Ossessione di Ossessione. Vedi, capita di confondervi.  - Ne dimentichi qualcuna, infatti, me lo aspettavo. Ti dirò, mi dispiace lo stesso, mi dispiace molto. - Ossessione di Scrivere?  - Non lo so. - Cosa? - Le Ossessioni sono amanti del tuo Intimo. Se non ricordi chi sono, smetto di essere.  - Mi dispiace.  - Perché? - Non so, di nulla, credo, non mi viene proprio in mente nulla.  - Nemmeno a me, se io sono me, intendo.  - Dovremmo parlarne.  - Di cosa?

Schizzo

Schizzo Giovanni Sicuranza Schizzo che fa su e giù, su e giù, su e già. Già la terza volta, Schizzo che si masturba nella mano gonfia, come incinta, fra olocausti di sperma.  Schizzo è amico di Linda e lei lo sa.  Linda Verga che va su e giù, su e giù, Schizzo che ne segue il ritmo con la mano.  La mano che pulsa, la mano che si gonfia. La mano, la mano sueggiù.  Linda Verga orgasmizza fino ai mitocondri, piacere supremo del Big Bang.  Quando si alza, Big Bang accende una sigaretta e la consuma, , mentre lo sguardo penetra tra le curve del fumo, oltre la stanza.  La porta semiaperta cigola, la mano di Schizzo è dall'altra parte e su e giù, su e giù.  Linda supina nel caos del letto, nel brodo primordiale del piacere. Ascolta ansimi vari di Big Bang, li ascolta dentro gli occhi chiusi, rilassati, e poco importa se il gorgoglio finale è del tipo che la segue da anni, non importa se quello spione c'è quando lei si perde in un uomo.  Schizzo è la mov

La caduta

La caduta Giovanni Sicuranza E' caduto il gradimento. A volte è un attimo, uno si distrae, dimentica che lui è fragile, volubile, incerto nella salita.   Ma io ho pensato subito di rialzarlo. L'ho portato di sotto, verso il piano cartesiano, scendendo lungo i pioli di ascisse e ordinate, l'ho trasportato cauto, riflettendo su ogni parola da scrivere per tirarlo su, zitto zitto, quatto quatto, fino a quando non mi sono accorto del suo, di silenzio.  Il gradimento era caduto e nemmeno si lamentava.  Non gli importava della perdita dei consensi.  Mi sono stizzito, capite. Uno scrive racconti e raccontini, inventa video e suoni, e lui, niente, non un anelito di passione.  Non esito più, vi lascio questo post per farlo precipitare. Per sentirne l'agonia nel tonfo sul piano cartesiano. 

Boiler

Boiler Giovanni Sicuranza Nei residui di un treno regionale della tratta Modena-Mantova.  Lei, seduta di fronte, trasforma in bolo un panino al prosciutto. Crudo, mi fanno intendere i lembi tra i denti.  Il particolare non è il modo in cui mangia, è la sua canappia. Un'erezione di naso che spezza atomi d'aria viziata.  Si gira verso il finestrino, Canappia, e la cartilagine alare sinistra è un primo piano che schianta un moscerino.  Dal citofono gracchiano "Mantova, fine corsa", il moscerino cade. Non credo sia un grande evento, insomma, era già stordito dall'alitosi del tipo seduto al fianco di Canappia e si muoveva piano, con volteggi dispnoici, intorno al panino.  Una supplica, più che un volo.  Il moscerino giace supino su un ginocchio di Canappia, proprio dove lei appoggia il residuo del pasto.  Canappia guarda la nebbia e si lecca le labbra; l'attimo dopo, riporta il panino in bocca e il moscerino ne è già parte.  Cerc

"StatiCaos" - intervista a Giovanni Sicuranza

Anteprima dell'intervista di Mentina Audience ; rivista " StatiCaos ", numero decimale periodico, in edicola e pompe funebri da dicembre 2013. - Quindi lei non crede che esporre tutti i suoi, ehm, uh, vogliamo definirli racconti? - No, non credo.  - Mi lasci finire, Sicuranza. Questa pagina è un'occasione di cui proprio lei, pustola di egocentrismo, sembra all'oscuro. Qualcuno l'ha definita una scuola di scrittura gratuita, priva di regole, ma aperta al sistema del plagio delle trame e dello stile.  - Guardi, per ogni virgola uso il sistema anti-plagio neteditor e anche la condivisione immediata su altri siti. Direi che si tratta di un'esposizione pubblicitaria, vede? Un invito concreto a conoscere le mie opere.  - Alla critica negativa, piuttosto.  - Ah.  - Mi trovi un valido motivo per continuare con questo blog.  - A lei non vengono i brividi quando trattiene la pipì? - Prego? - Non viene fagocitata da movimenti incontrollati de

E che buonanotte sia.

Putrescina e dintorni

Putrescina e dintorni Giovanni Sicuranza   Quando respira, uccide.  La peggiore alitosi diventa brezza piacevole, agognata sui fetori di ogni sua singola parola. Così è Putrescina.  Schiere di uomini cadono ai suoi piedi e dopo, da cadaveri attoniti nel tanfo polmonare di Putrescina, nemmeno sono in grado di comportarsi come tali, nemmeno riescono a puzzare.  Una volta Putrescina viveva in paese, con noi, fino a quando si pensò di esiliarla. Era già alla terza pandemia. "Va bene", disse lei, e l'uomo rischiò l'estinzione.  Allora Putrescina si limitò ad annuire.  Oggi è nomade dell'aria.  Per conoscerne il cammino, basta osservare la mappa satellitare.  I deserti che avanzano.

"The Thunderstruckers"

Non capisco perché continuate a parlare, mi dice, mentre la sua testa sciroccata fa no controvento, Davvero, vi fate tante paturnie per scopare con uno sconosciuto e poi non avete l'etica di tacere. Io questo proprio non lo capisco, sbuffa, questo proprio non lo capisco, dice e intanto taglia il buio con la torcia. Tutte uguali, a lamentarvi, a blaterare, come se le parole fossero meno preziose della vostra figa.  Mi punta addosso la lama di luce, la sento, entra nella bocca lacerata e riesce a farmi male. Ancora male.  Ora, mi dice, impara il pudore.    da "The Thunderstruckers", S. King, 2011

Epitaffio secondo

"Sulla putrescina delle vostre parole" Incisione anonima, lapide del Cimitero di Asistolia

Futurismo rivelatore

Futurismo rivelatore - Giovanni Sicuranza Tra vapori di nylon,  svela il mio gotico piacere.

Immunoglobuline intramuscolo e contagio da HCV

Una mia Relazione di Consulenza Tecnica d'Ufficio : http://www.studiolegalesoragni.it/wp/archives/270 Grazie allo Studio Legale Soragni.

Oltre

Oltre   Giovanni Sicuranza Dici "incidente" e pensi a stridio di freni, lamiere contorte, imprecazioni, assicurazioni e risarcimenti.   Poi succede di essere l'unica sopravvissuta a un disastro aereo e "incidente" è solo buio, improvviso, un'eternità prima della sospensione in un vuoto di terrore.  Da allora non vado più a trovare mia figlia in aereo; attendo il tempo delle ferie e prendo l'auto. Undici ore contro le tre di volo, ma, con una scheggia di fusoliera ancora nel lobo temporale destro, me lo posso permettere.  Me lo devo permettere.  Mia figlia no. La carrozzina è l'unico modo rimasto per spostarsi, purché sia spinta da qualcuno. Quando l'auto si è accartocciata alla fine della scarpata, i soccorritori hanno estratto prima le sue gambe e, dopo mezz'ora, il resto del corpo. Il parabrezza era sparso tra le rocce e nei suoi nervi ottici.  Fino a tre giorni fa, a mia figlia pensava Manuela, ma Manuela ha perso l

Dove ululano le volpi

Dove ululano le volpi Giovanni Sicuranza   Non è bello immaginare le volpi che ululano.  Provate ad attraversare il paese di Trebenau, sul Carpazio occidentale, entrate nei silenzi della strada che svolta a destra dopo la piazza gotica, che perde l'asfalto sulla salita verso i monti e fermatevi, in attesa, dove giacciono le rovine del Cimitero degli Infanti.  Lungo è il lamento delle volpi, denso il loro richiamo.  Sinfonia alla nebbia, non più canto alla luna. A Trebenau c'è chi dice che le volpi ululano quando la loro cucciolata diventa carne e sangue per altri predatori e allora il cielo diventa di un buio sgomento, svuotato di stelle, nero come mai un pittore potrebbe dipingerlo.  Durante il mio ultimo vagabondare, l'ho sentito con le mie orecchie. Il vecchio era barba e muco e sapeva di fermenti e di putrescina, eppure, quando parlava, il tempo si annullava e tutto, nella locanda di Trebenau, diventava silenzio.   I suoi racconti sulle volpi

Lou Allan Poe

" Il lato selvaggio di Edgar Allan Poe ": http://lettura.corriere.it/il-lato-selvaggio-di-edgar-allan-poe/ Il 24 gennaio, a Mantova, presenterò le mie tematiche narrative. Alle 18.30, mi hanno detto. In un locale del centro, hanno aggiunto. Altri particolari li scoprirò nel trascorrere delle prossime nebbie. Questo hanno promesso. Nessuno ha garantito che " The Raven " sarà il sottofondo della mia presentazione, ma credo che Edgar Allan e Lou non si faranno troppi problemi.

Cosa farò in memoria di me?

Ipse dixit

Volle morire in fretta per non vederti morire. L. Pirandello, "Maschere" Subito, con la furia del giovane, volle morire, per non scoprirsi morto nell'erosione del tempo. G. D'Annunzio, "Venere peccatrice"

Epilogo

Epilogo Giovanni Sicuranza Solo dopo si accorgerà di essere morta.  Ora lasciate che cammini verso la tomba del suo sposo,  un passo nel fango, l'altro nel sangue. Aspettate fino a quando l'avrà salutato attraverso la lapide.  Solo dopo si accorgerà che, se l'ha fatto,  è grazie a voi.  A voi che avete letto sin qui. 

"Neurotopia" in classifica.

Grazie. Grazie anche a "zazoom.it": http://www.zazoom.it/zoom/utente.asp?ut=31&index=175

L'uomo che cammina - Infero agreste / Bonapaglia

L'uomo che cammina - Bonapaglia / Infero Agreste Giovanni Sicuranza Ha acceso due sigarette e si è guardato dentro.  Ha allargato le narici per assaporare l'aroma del vecchio che prende fuoco accanto al barbecue, fuso nel barbecue, poi si è allontanato, passi di polvere lenta, una nuvola tra gli stivali di cuoio che danza sull'altra. Non gli piace sentire parlare di Bonapaglia con il tono da saputello che ha usato il vecchio; spera ancora che qualcuno sia abbastanza convincente da fargli credere in quel confine tra nordisti e sudisti, nella dimora dove ogni speranza prende fuoco. Non può essere evaso per niente, dopo avere ucciso quel ragazzo con la moto, dopo che al processo gli hanno dato una colpa sconosciuta, lui che è scivolato sulla diarrea di un cane sull'asfalto, non raccolta proprio dal padre dell'investito.  Finire in galera per una cagata, dopo anni di cadaveri nemmeno sospettati, si chiama beffa. Riuscire a scappare, perché il carcere c

Vivi et labora

"Lavorare per vivere" e non "vivere per lavorare"

Riflessi

Benvenuti a Bonapaglia - Infero Agreste Giovanni Sicuranza Bonapaglia è l'unico paese a circumnavigare l’equatore,  costruito proprio lungo tutta la linea che spezza in due il mondo, via il Nord dal Sud.  Dai, quello che i Sempreverdi hanno deciso di utilizzare come filo interdentale dei residui organici, tutti spazzati giù, tutti nel meridione terrestre.  Sì, proprio Bonapaglia, il luogo di frontiera, dove la gente non può uscire dalla linea equatoriale e allora cammina un passo avanti all’altro, come equilibrista da circo, le braccia distanziate dal corpo, aperte in fragili movimenti sussultori, sussurri d’aria per non perdere l’equilibrio.  Bene, adesso che hai capito, saprai anche della sfortuna di questo posto, insomma, chi non conosce la storia dei Sempreverdi che, per dissuadere i confinati del Sud dall’invadere il Nord, per evitare contaminazioni, hanno scelto un nome tanto evocativo. Ovunque ti giri, a Bonapaglia Sull’Equatore troverai incendi, tanti, ma co

Basisco d'immenso

Recensione di Sonia Argiolas:  http://girasolando-girasola.blogspot.it/2013/01/righe-strette.html http://www.goodreads.com/book/show/16038496-polvere-di-silenzi Titolo: Polvere di Silenzi Autore: Giovanni Sicuranza Editore: Ilmiolibro.it Pagine: 174   "Polvere di Silenzi" in edizione ilmiolibro.it (sinistra) e Youcanprint (destra) "- Ho capito, bruciamo tutti i suoi libri! - Altra pubblicità. Lo sento già ardere vendetta, quello scrittorucolo. - Ah, ma dunque? Mi sono stancato di ignorarlo. Non serve, anzi, sembra trarne maggiore determinazione per tornare con quei raccontini insipidi. - Sai cosa. - Cosa? - Penso. - Cosa? - Come fargli capire quanto nulla vale. - Come? - Lo esiliamo in un suo libro. Lo costringiamo a vivere tra le sue scempiaggini. Tra i suoi dialoghi, le sue idiote trame." Tutto può capitare. Può capitare che uno scrittore sia condannato ad una fine quantomeno bizzarra

Infero agreste - Primo passo.

Infero agreste - Primo passo * Giovanni Sicuranza L’Odolo è un capillare di acqua lattiginosa che si apre tra i muscoli aspri della montagna di Lavrange. Per noi è sempre stato “il fiume”. La vita e il lavoro.  Acqua per i pozzi, corrente per lavare i panni. Questo facevano le donne di Lavrange, portavano ceste di indumenti e lenzuola sporche e le sciacquavano nell’insenatura in cui il nostro paese accoglie l’Odolo, dove i suoni sono il gorgoglio fragile del fiume, le scale pentatoniche dei tordi e il silenzio. Nessuna donna di Lavrange parlava, perché riuscire a dissipare lo sporco e il sudore nelle acque brune dell’Odolo, era un’abilità che richiedeva pazienza, dedizione, forza di fronte ai fallimenti.  La madre di mia moglie era tra le più richieste. A lei si rivolgevano decine di famiglie, soprattutto dove le donne non potevano permettersi di dedicarsi al fiume, nella fiumana dei bambini, che, allora, erano ancora più numerosi dei morti.  Del resto, era l’epoca in cu