Cuori dissociati
Giovanni Sicuranza
Il nostro cuore cresce arido.
Lasciate perdere le cause, ne discutono già tutti, in televisione, nei blog, nelle canzoni, al bar no, forse no, al bar c'è da placare l'arsura della gola.
Invece nessuno avrebbe immaginato la conseguenza. Questo battere del cuore in ritardo sul vivere frenetico che ci suda addosso.
La Repubblica si fonda sul lavoro, non sul cuore.
E la cronaca nera, rinnovata come mantra, ci educa all'indifferenza, mica al cuore.
Già, mi sto perdendo. Invece la folla aumenta, si ritrova su di voi, ed io voglio che sappiate perché prenderà le vostre case, le vostre famiglie.
E il vostro tempo.
Il ritmo del nostro cuore è stato sorpassato dalla velocità del vivere, così, quando siamo deceduti, ha continuato a battere, ignorando ogni sepoltura.
Il suo pulsare ha ancora decenni da recuperare sulla nostra carne putrefatta. Con i ventricoli ancora ritmici, con gli atri ancora gonfi di sangue fresco, potevamo solo risorgere.
Siamo milioni di ritornanti. Miliardi.
Siamo i defunti dell'Era Moderna, il Novello Testamento.
Dissociati nella vita, dissociati nella morte.
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