Amanti
Giovanni Sicuranza
Mentre queste parole si dissipano nella lettura, c'è una donna, di cui nulla sappiamo, di cui nulla verrà a turbare il nostro fine settimana, che, finalmente, conosce il suo compagno.
Lo incontra dopo mesi erosi da un legame sempre più intenso.
Questa donna se ne sta nel sudore di un letto d'ospedale, ben lontano da noi, e proprio ora allunga una mano verso il profilo di lui.
Il nostro quotidiano non ci permette di sentire la sua voce, "Insieme, finché morte non ci separi", non abbiamo voglia di accorgerci di quanto luccica questa frase, blu cobalto nel rosso dell'imbrunire, dove le parole sono lacrime.
Le sue dita vorrebbero sfiorare i profili dell'unico sposo, ma sono respinte dalla teca in cui è stato protetto.
Allora la donna cede la vista al buio e immagina di prenderlo, finalmente, di intuire nell'angoscia come può essere così unico e perduto allo stesso tempo.
Si è appena svegliata dall'anestesia, mentre noi siamo corsa negli impegni accumulati durante la settimana, e ci sentiamo stanchi, stressati. Dunque, cosa vuole, cosa si lamenta, lei che è accudita in un'ospedale.
Perché leggerne.
Lei che, a differenza di noi, può vedere il suo sposo per come è davvero, senza i piccoli tranelli necessari a un rapporto di coppia, senza le ferite nascoste di un tradimento.
Ora che lo vede, dopo giorni e giorni di sofferenza, dopo averlo solo intuito nelle scialbe fotografie di una risonanza magnetica, ora che le hanno svelato che lui sarà così sincero da rimanerle fedele fino alla morte, così profondo e intenso da averla penetrata fino all'osso.
Ora che, infine, le mettono accanto il suo tumore ovarico.
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