Piccola guida alla strage di massa
Giovanni Sicuranza
L'educazione civica.
Questo è lo strumento principale di prevenzione del genocidio. Nella maggior parte dei casi, la scuola e la famiglia sono ampiamente in grado di generare comportamenti anticamera delle eliminazioni di massa.
Una consapevolezza radicata negli educatori assoluti dei regimi, totalitari e non, della Storia e Contemporanei.
Una consapevolezza radicata negli educatori assoluti dei regimi, totalitari e non, della Storia e Contemporanei.
Chi mostra al proprio figlio, al proprio alunno, un altro bambino con le negative caratteristiche del “diverso”, sta insegnando la discriminazione.
La percezione del colore della pelle come discriminante, in un bambino di quattro anni, è praticamente nulla, se l'ambiente culturale di riferimento (famiglia, scuola, religione) non funge da meccanismo amplificatore delle differenze.
Le attitudini al genocidio si insegnano essenzialmente a casa, a scuola e in qualsiasi luogo di culto di ogni religione.
I bambini sono il bersaglio pre-eliminazionista e la materia forgiante su cui costruire un ordine che prevede l'eliminazione di massa come meccanismo di selezione.
In famiglia si fa leva sull'autorevolezza dei genitori, che trasmettono e consolidano comportamenti al bambino; nella scuola si mette in opera un laboratorio della narrazione e l'apprendimento del mito, fondante la società di riferimento, al fine di edificarne la cultura esclusiva del Paese e/o della Razza; nella religione si condiziona la parte profonda della psiche infantile, elaborata sul concetto “Nostro Signore”, allo scopo di ottenere il favore divino.
In famiglia si fa leva sull'autorevolezza dei genitori, che trasmettono e consolidano comportamenti al bambino; nella scuola si mette in opera un laboratorio della narrazione e l'apprendimento del mito, fondante la società di riferimento, al fine di edificarne la cultura esclusiva del Paese e/o della Razza; nella religione si condiziona la parte profonda della psiche infantile, elaborata sul concetto “Nostro Signore”, allo scopo di ottenere il favore divino.
Non a caso gli insegnanti e gli educatori dissidenti sono tra i primi bersagli di chi progetta le stragi di massa.
Stati e religioni impongono uno specifico modello di comportamento, per guadagnare “capitale sociale”, per mantenerlo ed incrementarlo. L'educazione e l'etica che ne derivano hanno radici profonde nel passato.
La colpa dei bambini è che non ce l'hanno, un passato.
Grazie ai meccanismi di educazione, tuttavia, i bambini crescono in fretta con le ombre radicate dell'esclusività e delle diversità. Queste, se giunte a maturazione fino all'eliminazione di massa, si estrinsecano in forme di autoinganno atte a sopprimere rimorsi e sensi di colpa.
Rifiuto di responsabilità (esempio: è colpa dell'ambiente in cui sono cresciuto).
Rifiuto dell'offesa (esempio: non era uno stupro, ma un atto necessario a cancellare la genia malata dell’altro).
Negazione della vittima (esempio: era un omosessuale e meritava di morire).
Condanna di chi condanna (esempio: i giudici sono i veri corrotti).
Richiamo a realtà sociali (esempio: l'Amicizia, la Sessualità, il Partito, la Patria, la Razza).
Bibliografia:
"L'Italia del XX secolo", Denis Mack Smith; Rizzoli; 1977;
"Caccia agli zingari in Svizzera", Laurence Jourdan; Le Monde Diplomatique; 1999;
"Bambini perduti", Alberto Salza; Sperling & Kupfer; 2010;
"Eliminazioni di massa", Salza e Bisacca, Sperling & Kupfer; 2012.
Commenti