A ogni alba
Giovanni Sicuranza
Sotto casa mia vive una famiglia di zombie.
Fa un casino bastardo tutta la notte.
Non li sopporto.
E' vero, sono asociale, prima di farmi partecipare a una festa dovete promettermi una pompa per almeno un anno, tutte le mattine. Perché, cavolo, gli orgasmi migliori di noi maschi sono all'alba, quando ci svegliamo già duri. Siete voi, femmine, a non capire un testosterone, a intestardirvi sulla monta serale.
Vi batte giusto la monotonia dei miei vicini: ogni sera, cenone di gruppo. E vai fino all'alba.
Non ci sono mai stato, ma li vedo.
Uno ad uno, in una fila di danza, attraversano il viale di cipressi, nel bianco e nero della notte.
Ad occhio e croce, e qualche mezzaluna, sono i cadaveri del Cimitero di Femorina. D'accordo, nel paese si contano meno di trecento anime, ma quelle trapassate sono molte, molte di più.
Forse aveva ragione mia moglie, sono un fallito, basta vedere dove vivo da quando ci siamo separati.
E' che a me piaceva l'idea di starmene solo, finalmente, senza quella scopatrice serale. Vivo tra i morti.
Non tra morti che fanno i vivi.
Un fracasso di carne e ossa, tutta la notte a ballare.
Tendini che avvolgono tendini e si orgasmano in un'unica putrefazione.
La famiglia al piano di sotto è formata da un bel quadretto italiano: padre operaio, madre operaia, figlio tossico, figlia puttana.
Ah, questo lo so, lo so bene. Ho frequentato la figlia per un po'. Non voleva darmela la mattina, mai, allora, per il suo diciassettesimo compleanno, le ho aperto l'addome.
Poi me la sono scopata come volevo.
Anche l'alba l'ha penetrata, sangue del cielo nel sangue del suo ventre.
Forse è per questo che è tornata, cazzo ne so.
Di sera, ovviamente, bastarda fino in fondo.
Sull'uscio di casa, con due vermi bianchi, gonfi al posto delle iridi verdi, mi ha fatto una carezza, poi ha preso l'ascensore.
Il giorno dopo l'intera famiglia era zombificata.
Ah, si sono dati da fare subito. Hanno aperto tomba dopo tomba, alba dopo alba.
Sono educati, i cadaveri risorti di Femorina. Prima di fermarsi dai vicini, vengono a bussare alla mia porta. Mi lasciano un ossicino, un dito, a volte anche i resti di un fegato. Mai una parola.
Quindi se ne vanno al piano di sotto e giocano ai vivi fino al risveglio del giorno.
Ad ogni alba, ho un'erezione stupenda.
Ascolto il silenzio dei morti tornare alla morte.
E mi sento morire.
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