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Il Rifiuto



Il Rifiuto
Giovanni Sicuranza

Giovanni Allan Poanza, 
non è prassi della Nostra Casa Editrice restituire manoscritti rifiutati, così come ci guardiamo bene dall'esprimere pareri sulle centinaia di opere che sciamano dalle vostre speranze ai miei Consulenti. Nemmeno fossero invasioni di cavallette nelle Sette Pieghe di Egitto. O erano Piaghe? 
Sì, "piaghe d'Egitto" sarebbe un titolo di richiamo per le nostre vendite. Certo, il libro dovrebbe valere l'investimento. 
E, vede, pieghe o piaghe che siano, il suo manoscritto proprio non ha capacità di esporsi al pubblico.   
Già il titolo, "Polvere di Silenzi". Mi perdoni, come si fa? 
Evoca sporcizia, orgie rotolanti di acari, allergie. Starnuti, altro che silenzi.
Certo, potremmo cambiarlo noi, rivedere la sua raccolta di racconti con un titolo di richiamo, tipo "Il Silenzio dell'Innocente", non so come mi è venuto, mi stupisco spesso della mia capacità di improvvisazione. 
Comunque, tornando alla sua polvere, sempre di racconti si tratta. Anche con i libri precedenti - tra l'altro, me lo lasci scrivere, mediocri alquanto - si è fissato, conosco tutte le sue blaterazioni sulla forma del racconto. 
La verità, mio caro scrittore, è che il racconto non vende. La gente vuole l'empatia profonda con i personaggi e ha bisogno dei tempi del romanzo. 
I suoi racconti saranno pure a incastro, riprendendo su piani diversi la stessa ambientazione, e molti personaggi, ma, suvvia, sempre di racconti si tratta. 
Insomma, se fosse possibile, le suggerirei di scrivere un thriller, un noir, una romanzata di almeno centottanta pagine, non oltre le duecentoventi, però, o rischia il polpettone del semisconosciuto, e si figuri se qualcuno vorrà assaggiarlo. 
E poi, Santo Capitolo, la prego, cambi argomento. 
A chi vuole che interessi l'evento morte? 
Il sangue vende, la scena horror, comunque descritta nei particolari, è avida di attrazione. Ma il suo narrare la morte come evento naturale, con quel tocco tendente al poetico, con la pretesa che non abbia un finale risolutorio, no, egregio Allan Poanza, siamo una Casa Editrice, non una Setta votata al Suicidio Commerciale. 
Sono sicuro che avrà capito. Sono certo che avrà apprezzato il mio sforzo di risponderle, allegando alla presente il suo manoscritto. 
Per i motivi di cui sopra, comprenderà persino il nostro scetticismo in una pubblicazione a suo decesso. 
Le vendite post-mortem si impennano se c'è terreno fertile intorno - perdoni il riferimento forse fuori luogo.
Mi informerò della nuova residenza e farò in modo che il tutto le venga recapitato direttamente presso il suo loculo cimiteriale.
Buona permanenza, Giovanni Allan Poanza. 
Il Direttore. 




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