Il mio fidanzato è sempre oltre
Giovanni Sicuranza
Anche oggi.
Il mio fidanzato è sempre oltre.
Nemmeno la domenica riesce ad accompagnarmi al fiume, dove mia sorella e nostra cugina Giada sono a bagnarsi le caviglie.
A volte, il Signore mi perdoni, vorrei infilare l'ombrello parasole nella gola dello strillone, proprio quel ragazzino all'angolo del negozio del mio fidanzato.
"Crisi economica", è magro da fare pena, eppure ha una voce grassa, che riempie tutto il quartiere "Le banche non ce la fanno".
E la gente si suicida.
Gli amici di mio padre scommettono che entro il 1930 ci riprenderemo. Mio padre tace.
Ha sempre parlato poco e i suoi lunghi silenzi erano la compagnia della casa; per questo non sentiamo molto la sua mancanza da quando si è sparato al cuore.
Anche a lui ha pensato il mio fidanzato.
Così, durante il funerale, mentre tutti mi erano accanto, ancora una volta mancava proprio il mio amore, troppo impegnato ad organizzare le esequie di nostro padre.
La crisi economica è la grande depressione di tutti, non del mio fidanzato.
Li vedo, i suoi occhi a me assenti. Si dilatano su ogni notizia di sfascio.
A ogni previsione di nuovi morti.
Oggi, però, è anche il mio compleanno. Non doveva lasciarmi sola alla prima uscita pubblica sul fiume. Se ci fosse stato lui, mi sarei sollevata la gonna, credo fino al polpaccio.
Invece lavora. Lavora.
E io, basta. Vado al fiume. Sola.
Non alla spiaggetta, ma dove l'acqua è rabbia, dove è vortice e schiuma.
Dove prende e trascina.
Avrò gli occhi chiusi, quando tornerai dal lavoro, amore mio.
Sarò ad attenderti. Immobile. Paziente.
Allora mi porterai in giro sulla tua carrozza, nel lento silenzio dei cavalli.
E sarai tutto per me.
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