I nostri rifiuti
Giovanni Sicuranza
- Prendo tutto e mi allontano.
- Sicuro di farcela?
- Beh, ci provo, con calma. Se sono riuscito a venire da te, dovrei farcela ad andare.
- Lo sai che non era il caso. Dove ti metterai?
- Non so, non possono smaltirmi subito, vero? E ho uno zaino pieno sulle spalle. Ci sono cose inquinanti.
- Siete inquinanti.
- Sì. Per te e per me.
- Ho chiamato la Nettezza Urbana, saranno qui tra pochi adesso.
- Mi preparo.
- Getterai via ogni cosa, promesso?
- Se non puoi.
- Non posso. Via i tuoi pensieri per me.
- Via i desideri di trascorrere le giornate con te.
- E mi raccomando, le carezze, i baci, tutto quello che hai nello zaino e avresti voluto offrirmi.
- Sì. E altro.
- Appunto, inquineresti troppo. Desideri lasciati sedimentare, ipotesi di carezze, baci, sensualità, sai quanti germi potenziali lasciati liberi, se non sono accettati dai corpi e dal cuore.
- Dovrò segnalarli alla Nettezza Urbana. Un elenco lungo.
- Beh, consolati, non inceneriranno tutto subito. Li lasciano un po’ con te, per darti tempo di distaccarti.
- Magari di dedicarti poesie. O musiche.
- No. Cerca di capire. Non potrei gradirle. Rimarrebbero nell’aria, particelle inquinanti.
- Allora vado. Che fatica, però, staccarmi da te. Ho lo zaino pesante di desideri.
- Manchi tu, la fonte d’origine, ma non preoccuparti. Quelli della Nettezza Urbana sono efficaci. Avranno pure un sacco dove metterti.
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