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La Signora di Chopin





Chopin sarebbe un personaggio gotico completo. 
Famoso soprattutto per i "Notturni", anche se molte altre sono le opere meritevoli (es. Mazurche, Valzer, Ballate, Scherzi). Sembra vi sia stata una sorta di simbiosi tra l'umore del compositore e le ombre notturne, in particolare dell'Opera 27 n. 1 in Do# Minore, la più riuscita e nota. 
La depressione gli è stata accanto fino alla morte e forse ancora oggi, nel suggestivo Cimitero di Père Lachaise a Parigi. 
Qui si trasforma, indifferente all'eternità che gli attribuiamo.


"Gentile sig. Sicuranza, 
innanzitutto mi scuso se non la qualifico con il Suo titolo. Dopo quanto ha scritto su Chopin, Dottore mi sembra fuori luogo. 
A essere sincera, apprendere che è un medico legale urla sdegno alla mia sensibilità. 
Oltre la superficialità con cui è solito presentarsi ai Suoi lettori, avrà intuito chi sono. 
E dovrebbe anche sapere che solo alla fine, la depressione svuotò il genio del Compositore. I Notturni erano già stati scritti, allora. Già celebri, mio caro signor Sicuranza. 
Ah, anche la Marcia Funebre, tanto per anticipare una Sua eventuale replica. 
Il Suo gotico accostamento è dunque forzato. Offensivo per la memoria di un uomo romantico. 
Lei sosterrà che nel Gotico c'è Romanticismo e che il Romantico è anche uno stato gotico, crepuscolare. 
Il Romantico soffre, il Romantico anela il sogno per fuggire alle ombre, ma ne fugge proprio perché le ombre sono già in lui. 
Bravo, Signor Sicuranza. Solo che Frédéric l'ho seguito io, non Lei, e l'ho fatto dagli anni dei primi sorrisi a quelli delle ultime rughe. Nessuna ombra è entrata nei Notturni, solo amore. Amore per la Natura, amore per l'Amore, se è in grado di capire. 
Non ha mai sfiorato la Morte, mentre componeva l'Opera 27 e tutte le altre. A volte l'Amore si alimenta senza opacità, si fidi di me, signor Sicuranza. 
Ho sempre ascoltato i passi delle mani di Frédéric sul pianoforte. 
Ero io che piangevo, disattesa, ignorata dal canto delle note, non lui.
Mai, nemmeno nella Marcia Funebre, mi ha voluto al suo fianco. 
Per consolarmi, nel 1848 ho varcato i confini italiani. La Prima Guerra di Indipendenza mi ha dato molta compagnia, signor Sicuranza, ma il mio pensiero era sempre Chopin. 
Solo allora, scosso dall'Italia insanguinata, che aveva conosciuto e amato (amato, esimio signor Sicuranza, semplicemente amato), Frédéric si accorse di me. 
Era il 1849 e infine entravo nella sua vita. 
Questo è quanto occorre sapere e scrivere. 
La saluto. Per adesso, intendo. 
Signora Della Morte"

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