Ultima notte dell'anno
Giovanni Sicuranza
La prima volta in cui Fiaccola scopre la luna, il cielo è così silenzioso e nero che tutta la gente di Ipadlandia accende le luci di internet e inizia a messaggiare.
Gli uomini, tramite avatar grossi e ancora più grossi, sulla virilità della propria vita; le donne, con avatar esotici e ancora più esotici, della saggezza di una buona lettura, anche se non si capisce come mai, al momento dei svelare qualche titolo, svaniscono in altre identità.
Fiaccola, seduta davanti alla finestra, pensa il cielo.
Tanti brufoli splendenti e un occhio biancastro.
Il fatto che sia sola nella camera non è motivo di silenzio.
I versi dei videogiochi sono coscienza di ogni bambino a Ipadlandia.
Mp4, mp3 mostrano particolari della città vicina e di galassie lontane.
Mai Fiaccola ha visto la luna sopra il naso.
Le versioni che conosce sono più belle. Tridimensioni musicali di montagne grigie, da popolare con astronauti, gnomi, insetti. O per un viaggio veloce sull'astronave in HD. Da togliere fiato e parole. A volte il fiato, sempre le parole.
Questa luna non può essere ingrandita o volteggiata a piacere.
Però è in un cielo senza pollici e pixel.
Deve essere qualcosa di prezioso, pensa Fiaccola, e si sporge di più sul davanzale, la mano tesa.
Meno tre gradi su ogni dita non li ha mai provati con i giochi.
Quando la temperatura si abbassa a un grado sopra zero, i bambini come lei diventano ere geologiche di vestiti, sulla Storia assoluta dei genitori.
Meno tre gradi che salgono sul braccio è morso doloroso, che fa fremere. Che fa piangere e ridere.
Fiaccola si siede. Le gambe oscillano oltre il davanzale in ventate di meno quattro, l'aggiorna lo schermo del cellulare.
Bip, il singhiozzo di un SMS.
Bip bip bip.
Fiaccola segue i profili frastagliati delle macchie lunari.
Apre e chiude gli occhi, movimenti frenetici in sincronia con il numero di messaggi che si gonfiano nel telefonino.
Le macchie sembrano spostarsi piano, una verso l'altra.
Cinque dita si aprono a coprirle tutte.
Nel touch screen la luna può essere ingrandita o rimpicciolita sui suoi desideri. Nei videogiochi può cadere sul mondo o esplodere contro un'asteroide.
Qui non succede nulla.
La luna è più forte della sua volontà.
Wow, sospira Fiaccola.
Bip bip bip, maree di SMS.
"Hai visto la luna? E' +++".
"Io ci vado".
"tvb luna"
Fiaccola chiude le palpebre sul suo mondo.
Meno tre, meno quattro gradi. Cosa serve conoscere la temperatura esatta? E' gelo, è nuovo.
E' bello.
Ora sa perché le macchie sembrano allargarsi.
Tutti i suoi amici lo sanno.
Con uno slancio verso la luna, si getta nel vuoto. Quello vero.
Tutti i bambini lo fanno.
****
L'ultima notte dell'anno, a Ipadlandia qualcuno tra gli adulti si concede un minuto di realtà e scopre due eventi stupefacenti.
I bambini sono scomparsi. E la luna, quella nel cielo, è piena di macchie.
Giovanni Sicuranza
La prima volta in cui Fiaccola scopre la luna, il cielo è così silenzioso e nero che tutta la gente di Ipadlandia accende le luci di internet e inizia a messaggiare.
Gli uomini, tramite avatar grossi e ancora più grossi, sulla virilità della propria vita; le donne, con avatar esotici e ancora più esotici, della saggezza di una buona lettura, anche se non si capisce come mai, al momento dei svelare qualche titolo, svaniscono in altre identità.
Fiaccola, seduta davanti alla finestra, pensa il cielo.
Tanti brufoli splendenti e un occhio biancastro.
Il fatto che sia sola nella camera non è motivo di silenzio.
I versi dei videogiochi sono coscienza di ogni bambino a Ipadlandia.
Mp4, mp3 mostrano particolari della città vicina e di galassie lontane.
Mai Fiaccola ha visto la luna sopra il naso.
Le versioni che conosce sono più belle. Tridimensioni musicali di montagne grigie, da popolare con astronauti, gnomi, insetti. O per un viaggio veloce sull'astronave in HD. Da togliere fiato e parole. A volte il fiato, sempre le parole.
Questa luna non può essere ingrandita o volteggiata a piacere.
Però è in un cielo senza pollici e pixel.
Deve essere qualcosa di prezioso, pensa Fiaccola, e si sporge di più sul davanzale, la mano tesa.
Meno tre gradi su ogni dita non li ha mai provati con i giochi.
Quando la temperatura si abbassa a un grado sopra zero, i bambini come lei diventano ere geologiche di vestiti, sulla Storia assoluta dei genitori.
Meno tre gradi che salgono sul braccio è morso doloroso, che fa fremere. Che fa piangere e ridere.
Fiaccola si siede. Le gambe oscillano oltre il davanzale in ventate di meno quattro, l'aggiorna lo schermo del cellulare.
Bip, il singhiozzo di un SMS.
Bip bip bip.
Fiaccola segue i profili frastagliati delle macchie lunari.
Apre e chiude gli occhi, movimenti frenetici in sincronia con il numero di messaggi che si gonfiano nel telefonino.
Le macchie sembrano spostarsi piano, una verso l'altra.
Cinque dita si aprono a coprirle tutte.
Nel touch screen la luna può essere ingrandita o rimpicciolita sui suoi desideri. Nei videogiochi può cadere sul mondo o esplodere contro un'asteroide.
Qui non succede nulla.
La luna è più forte della sua volontà.
Wow, sospira Fiaccola.
Bip bip bip, maree di SMS.
"Hai visto la luna? E' +++".
"Io ci vado".
"tvb luna"
Fiaccola chiude le palpebre sul suo mondo.
Meno tre, meno quattro gradi. Cosa serve conoscere la temperatura esatta? E' gelo, è nuovo.
E' bello.
Ora sa perché le macchie sembrano allargarsi.
Tutti i suoi amici lo sanno.
Con uno slancio verso la luna, si getta nel vuoto. Quello vero.
Tutti i bambini lo fanno.
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L'ultima notte dell'anno, a Ipadlandia qualcuno tra gli adulti si concede un minuto di realtà e scopre due eventi stupefacenti.
I bambini sono scomparsi. E la luna, quella nel cielo, è piena di macchie.
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