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Tosse




Tosse 
Giovanni Sicuranza


La tosse è un riflesso improvviso, che avviene in tre fasi: inalazione, forte espirazione a glottide chiusa, violento rilascio dell'aria dai polmoni, che apre la glottide. Il suo meccanismo è regolato da un centro nervoso nel midollo allungato e rappresenta un riflesso primitivo dell'essere umano.
Questo dovete sapere. 
L'altro dato è che tossisco senza interruzione dal 31 dicembre 2010, ore 18.02. 
A quell'ora mio padre mi ha infilato le dita in gola. E mentre cadevo, mentre le sue unghie raschiavano colline di linfonodi, e scendevano, scendevano fino a uccidermi, i miei occhi erano diventanti grandi come il quadrante dell'orologio sul muro della cucina. 
6, diceva la lancetta lunga. Nera, ondulata. 
Mio padre urlava. 
2, diceva la lancetta tozza. Nera, ondulata. 
Mio padre voleva spaccarmi la gola e da lì estrarre il cuore ingrato, di figlio bastardo. 
Le lancette terminavano a punta. 
Quando mio fratello e mia madre intervennero, ricordo un forte rigurgito, come se ormai quelle dita facessero parte di me e averle estratte mi avesse causato la vera ferita. 
In parte è quanto avvenne, come spiegò il medico che mi ricostruì la laringe d'urgenza. Mentre mamma e fratello tiravano indietro, come cavatappi in simbiosi, le dita di mio padre erano rimaste dilatate, con le unghie a scavare i solchi della ritirata. 
Da allora sono stato tosse. 
***
Mio padre è morto alle ore 18.17 del 31 dicembre 2011. 
Spiace essermi vendicato fuori orario, ma la realtà è formata da tanti piccoli imprevisti, che nei film scompaiono. 
Il mio è stato l'ennesimo attacco, che mi ha piegato al suolo. 
Papà me ha approfittato per tirare qualche calcio alla mia pancia, ben assestati, da buon allenato ai tornei di calcetto. 
"Questa volta ti ammazzo", canticchiava, "Non c'è nessuno a salvarti, bastardo degenere. La troia di tua madre in coma con il cancro, tuo fratello spolpato contro il guardrail". 
Perfetta sintesi di un anno di tragedie. Lui ancora libero, compreso. 
Agli arresti domiciliari, certo, ma in casa della moglie. Che, detta tra parentesi, lo ha sposato dopo avere avuto un figlio da un altro. E tanto parentesi per lui non doveva essere, visto che mi ha sempre odiato. 
Insomma, sono a terra, spezzato dalla tosse, con gli organi addominali che esplodono ai calci di paparino. 
Sarebbe tempo di morire. Se fossi ancora un essere umano. 
Solo che la tosse rappresenta un riflesso primitivo. Solo che da oltre un anno io sono la tosse. 
La mia struttura lo ha capito e si è adeguata. Il torace è quello di un gorilla, l'addome lo ha seguito nella trasformazione, più piccolo, muscoloso. Protetto. Mi sono cresciuti peli ovunque. Forse anche nella gola. Ogni tanto, quando sono in dormiveglia, mi sembra di sentirli muoversi insieme, su e giù, come onda cullante. 
Non parlo più, ma i miei suoni gutturali hanno la potenza della furia. 
Le vibrazioni della tosse hanno sviluppato i muscoli della schiena e delle spalle. 
Sono uno scatto. 
Ore 18.14, caro, tradito papà. 
L'orologio sulla parete non è mai stato cambiato. Le lancette sono ancora nere, lunghe. Appuntite. 
Mi alzo così in fretta, che continui a calciare e trovi il vuoto. Sei a terra con un tonfo flaccido.
I tuoi occhi non li ricordo bene, perché l'attimo dopo le lancette li hanno attraversati. 
Il tuo corpo danza scoordinate ballate d'agonia. Non si ferma, non lo fa nemmeno la mia tosse. 
Mi chino. 
L'agonia può dare movimenti, senza scopo cosciente. E' un riflesso primitivo. 
Come tossire. 
"Mi capisci, adesso, papà?" 


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