L'unico
Giovanni Sicuranza
Qui c'era un racconto. Lo hai visto, no?
La consacrazione della pagina, la chiave per convincervi che uno scrittore può essere bravo, al punto da essere seguito, da acquistare ogni sua opera, anche se si affida al on-demand, anche se la pagina facebook è la voce principale del suo narrare.
Qui c'era la bandiera della mia vittoria. Ne hai letto i colori, vero?
E la musica solenne che la faceva ondeggiare al vento dei post. Al post-vento.
So che la conosci a memoria, ormai.
La canti ovunque, a chiunque, persino alla tua tartaruga da giardino, quella che chiami "Ampliflon" e vivrà almeno altri cinquant'anni e non sentirà nemmeno il tuo rantolo di morte.
Qui c'era la mia trama esclusiva. L'esplosione della mia carriera.
Tu lo sai. Lettrice.
Anche tu. Lettore.
E adesso, cosa rimane?
Queste parole servono a riempire il vuoto. Improvviso.
E forse non avete perso nulla di unico. Perché unico è un puzzle costruito in questi mesi. E ci sono ancora molti pezzi da sistemare.
Perché unico è l'illusione che vi fa rimanere qui.
Credendo di leggere l'unico.
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