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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

"Dr. Morgue". Ad aprile in edicola la serie a fumetti.

Tratto dal link http://www.ubcfumetti.com/preview/?23063&tag=Manga  Ringraziamenti Non possiamo mancare di ringraziare il dottor Giovanni Sicuranza, medico legale, che ci ha aiutate nel tracciare gli aspetti scientifici di questa storia e il professore Livio Milone, medico legale del Policlinico di Palermo che ci ha fornito ampio materiale informativo e documentativo.  Ma prego, esimie. E' stato un piacevole onore e mi ha anche permesso di ripassare aspetti della mia professione.

I viaggi del treno a vapore "Edgar 2011"

Questo post è dedicato all'inaugurazione di un gruppo che ho aperto su Facebook. "Edgar 2011" è, per l'appunto, una locomotiva a vapore, mia passione da anni, rimasta tale, virtuale, e che nel virtuale ho deciso di fare rivivere. Il nome è un omaggio tanto a Edgar Allan Poe, quanto a Edgar Lee Masters. Ecco il Regolamento del gruppo, con postilla. Al momento in bozza generica, ma suscettibile di possibile aggiunta con il vostro suggerimento, purché in linea con i principi generali del viaggio espressi anche nei post della mia bacheca. 1) Nel treno sono presenti carrozze dove esercitare: ristoro, lettura e commenti; dove porre proprie opere o opere altrui, purchè con l'autorizzazione del proprietario, o recensioni; notizie di ogni tipo, dalle più banali, alle più impegnative. 2) Un treno, per funzionare, ha bisogno di operatori; quindi, oltre i passeggeri, ad alcuni di voi saranno richiesti compiti come controllore, macchinista, ristoratore, bibliotecario,

L'ossessionante inquietudine della creatività

"Alchimie di viaggio", Edizioni Montag. Anteprima.

L'uscita dell'antologia è per la fine di aprile, ma sul sito della Casa Editrice è già presente. Tra i racconti selezionati, anche uno del sottoscritto. Un viaggio di amore. E di morte.  Dal sito di Montag Editore:  http://www.edizionimontag.com/shop/scheda.asp?id=272 AA. VV. - ALCHIMIE DI VIAGGIO (ant002) Un affresco di storie vissute, raccontate, condivise. Il viaggio come filo comune, traccia di evasioni itineranti… Fisiche, immaginarie, dell’anima, intraprese su una rotaia o nel segreto dello spirito. Viaggi che non abbiamo fatto, dai quali non avremmo mai voluto tornare, che ci hanno lasciato cicatrici o impagabili ricordi. Viaggi che meritavano le parole giuste per essere raccontati. pag.236 - Isbn 978-88-96793-26-8 Prezzo: € 15,00 Spese di spedizione: € 0,00

Rimembranze varie

1) “ Storie da Città di Solitudine e dal Km 76 ”: http://sicuranza.blogspot.com/2010/12/storie-da-citta-di-solitudine-e-dal-km_17.html 2) “ Ritorno a Città di Solitudine ”: http://sicuranza.blogspot.com/2011/01/la-mia-narrativa-monografica-ritorno_20.html  

Nessuno per sempre

Ed eccomi. Sono diventato un rugoso sacco di lana per i tuoi desideri. Mi hai riempito di bottoni opachi e nastri consunti, le tue labbra hanno sussurrato alle mie: "vai, tesoro, mio tesoro, vai". Nell'ora del viaggio mi volto e ancora ti guardo e penso a cosa mi lasci dentro. Usura e oblio di una vita appesa a una lanterna affannata. Nemmeno i suoi rantoli porto con me, solo usura e oblio di una vita appesa. Per sempre mi lasci andare dove il tempo e lo spazio finiscono. E le tue labbra, gelide, sussurrano: "vai, tesoro, mio tesoro, vai" 

Grover Washington, Jr.: "Winelight"

Ah, il soffio della mia libertà, stasera. Un brindisi di Grover a voi, sintonizzati su questo respiro.

Finestre di fuoco - esercizio metafisico -

Ci sono finestre di fuoco appoggiate alla stanza. Dall’altra parte, in qualche dimensione del mondo esterno, sembra stiano bruciando schiere ordinate di alberi. Solo una volta mossi alcuni passi in anteprima del dialogo con il proprietario del casolare, si svela che le finestre sono quadri di olio rappreso nel tempo e che il motivo di tutta la loro esistenza è l’incendio di croci in sfondi scheggiati di rosso, nero e giallo. Allora diventa troppo semplice frantumare l’inganno e riconoscere l’odore di chiuso. Nessuna vera finestra soffia su questa stanza. Nonno Demiurgo, seduto sulle piaghe delle sue natiche, osserva il lento sollevarsi della presa di coscienza della giornalista e sorride di labbra e gengive sanguinanti. E lei, che vorrebbe chiedergli quando ha perso l’ultimo dente, è morsa dal timore di un racconto più lungo del suo tempo terreno. Così spinge le sue parole su una deviazione improvvisa di sentiero. - Quando ha creato questi quadri? - Non creo, pelle fresca. Plasmo

I racconti del Direttore - La pipa

Buonanotte. Ai clienti dell’albergo, questo è il saluto dovuto, con un cenno del capo, quando si ritirano nelle stanze. Ma, come vi spiegavo, di questi tempi i clienti sono rari come le norme dell’educazione e il mio diventa un saluto per voi, ombre, che mi state ascoltando. Le poltrone della Sala Arancione sono comode al punto che ho deciso di passare qui, e non nel loculo, le ore prima dell’alba. Si sta bene qui, anche questa notte, sapete. Il camino, questo quadro vivo che scoppietta tra le colonne, mi rasserena, perché ha il calore dell’infanzia, sì, la mia, quando era ancora un bambino. Un bambino vivo, intendo. Sono nato più o meno dove siedo ora, quattro secoli fa. Ecco, guardate, se vi avvicinate qui, forse potete sentire ancora le urla di mia madre. Non morì di parto, come era frequente, allora, ma ci pensò mio padre, il Barone Franco Dracul Sicuranza, a trafiggerla con lo stiletto del camino, subito dopo la mia prima poppata. Così mi raccontava sempre lui, mentre mi i

Mauro - Km 76

E chi è questo "Devil Bunny"? Casualmente scoperto su internet, cita ogni Km 76, compresi tre link che rinviano alla mia opera " Storia da Città di Solitudine e dal Km 76 "! http://mauroderossi.com/index.php?key=km76 Un simpatico "fuori de cabeza". Grazie.

"L'anno dei dodici inverni" di Tullio Avoledo. Il mio parere

 “ Un poeta arabo, tanto tempo fa, ha scritto che il cuore contiene ogni cosa. Non so se è vero. Ho imparato a non fidarmi dei poeti. Più sono bravi e più ti portano lontano dalla verità. Ho conosciuto un solo poeta di cui potevi fidarti. Anche questo è stato molto tempo fa. O meglio, dovrei dire ‘fra molto tempo’. Ma questa è una cosa che capirete solo alla fine, se avrete la pazienza di seguirmi in una storia che è insieme complicata e semplice. Complicata come l’amore. Semplice come la vita. Ma si potrebbe dire anche contrario: semplice come l’amore, complicata come la vita ”. Questo è l’incipit de “L’anno dei dodici inverni” di Tullio Avoledo. Ma non voglio fermarmi all’incipit pur non andando oltre. Qui c’è tutta la semplice poesia dell’autore, già vista in altri romanzi, come “L’elenco telefonico di Atlantide”, “Lo stato dell’Unione”, “La ragazza di Vajont”, “Breve storia di lunghi tradimenti”. Ora, la storia in questione non può essere anticipata, senza nulla distoglier

I racconti del Direttore - La stanza numero tre

Eccomi nella Stanza Arancione. Ah, scusate, mi presento. Sono Giovanni Draculia Sicuranza, il Direttore di un hotel costruito anni fa sulla collina, tra il fiume dove tutte le domeniche venite a cercare trote e il bosco in cui molti voi si sono persi alla ricerca di funghi. C’è poca clientela di questi tempi, ma non per la crisi economica, no. L’hotel offre ogni confort, dalla piscina al campo giochi, a prezzi modici. Credo sia per il cimitero in cima alla collina, sul lato ovest, dove affacciano le stanze migliori. Quando ho preso possesso di questo hotel, ovviamente non di mia proprietà, e mi sono affacciato alla Suite Rossa del quarto piano, quella con vasca idromassaggio per quattro persone, e mi sono sporto oltre la nebbia, fino a sfiorare le ultime chiome dei cipressi, ho trovato la distesa delle lapidi rilassanti. Temo che agli ospiti non faccia lo stesso effetto. Ora, il punto è che il lato est e nord sono abbracciati dal fiume e dall’acqua in corsa, durante la notte, pr

Inno di Mameli con testo.

Non graditi patriottardi (patrioti dell'ultima ora, della retorica ignorante), o nazionalismi.

E' ricco questo popolo?

Infuria il verso

Infuria il verso Mordi la poesia, staccane brandelli, lascia versi tronchi, sanguinane i versi. Muori sull'ultima parola e strazia con il tuo corpo la pagina bianca. 

"Il nome della cosa"

“ Il nome della cosa ” introduzione a “ Tempo secondo ” nuovo romanzo di Giovanni Sicuranza 10 ottobre 1789. L’oggetto è proposto all’Assemblea Costituente da Guillotin, medico filantropo, ma ancora in modo vago. Il chirurgo Louis, presente, si impadronisce dell’idea e la concretizza. Da questo momento diventa impellente la necessità di dare un nome alla cosa. Un nome a effetto per un meccanismo semplice e democratico, che dovrà decapitare senza distinzione di ceto sociale. Già nelle settimane in cui l’oggetto è progettato, montato, collaudato (dapprima su animali, come suini e capre, poi su criminali comuni), iniziano a circolare battute e canzonette all’indirizzo degli uomini che lavorano sulla macchina. La vittima è proprio il chirurgo Louis, oggetto di alcuni versi satirici nei quali si evidenzia il primo nome della macchina: Louison e Louisette. Il poeta si chiama Laujon e le sue quartine (per cui verrà incriminato, condannato a due anni di reclusione e a pagare il chi