Mio fratello
Giovanni Sicuranza
- Hai visto che sono venuto a trovarti?
- Uh uh ...
- Volevo sapere se stai bene, se sei ancora morto.
- Uh uh ...
- Ottimo. Sai, anche la mamma è preoccupata. Con quello che ci è costato seppellirti vicino al babbo.
- Non torno, dille di stare tranquilla.
- Ti fa dire sempre le messe in suffragio, sai, Don Batacchio ...
- Ogni primo sabato del mese, lo so.
- Le senti?
- Uh uh ...
- E allora stai bene.
- Sì, la morte prosegue.
- La mamma dice che se la faccio arrabbiare vieni a tirarmi i piedi.
- No, io no. Non so se il babbo, ma, no, non credo, sai. E' morto da così tanti anni. Nemmeno si ricorda di noi.
- Lo hai visto?
- Chi?
- Nostro padre!
- E secondo te lo riconoscerei? Sai che ci sono più morti che vivi su questo pianeta? Le vostre folle da concerto sono il nostro ritrovo nella saletta del bar.
- Ah, bene. Allora stai bene.
- Bene, grazie.
- Hai bisogno di qualcosa?
- Ah, uh, magari, ecco, meno preghiere.
- Cosa? Ma la mamma ...
- Dille di stare tranquilla. Non torno in famiglia, né come zombie, né come spirito inquieto.
- No, perché lei dice che le preghiere placano le anime.
- A me stordiscono. Sono una violenza alla mia solitudine.
- Sei solo? Ma se hai appena detto che i morti sono una folla!
- E allora? La solitudine si evidenzia nei grandi numeri, non è così anche da voi?
- Vero.
- Tu sei solo, fratellino.
- Io ...
- Sei solo finché sei in mezzo ai nostri parenti, agli amici, ai colleghi.
- Beh, sai, sono sposato.
- Vera? Ah, quella donna falsa! Non mi è mai andata a genio, lo sai. Nemmeno quando mi disfacevo in vita. Che sceneggiata al mio funerale! Esagerata, finta!
- Cosa significa. Lei c'è.
- Scopate?
- Eh, ma, senti, non significa ...
- Non scopate e non parlate. Un trombo occlude i vostri vasi comunicanti.
- Un ... trombo? Ehi, ma ...
- Alludo e non alludo, chissà. Noi morti siamo enigmatici, ce lo impongono secoli di letteratura gotica. Comunque, non cambiare discorso. Sei solo tra la gente. Per questo ti trovi qui.
- No, no. E' solo perché la mamma mi ha chiesto di portarti questi fiori, ecco, vedi. Per te.
- Fiori morti donati ai morti. Non sai quanto apprezziamo l'ironia.
- Ironia? Ma cosa pensi, dai, sai benissimo che ...
- Che sei qui perché ti senti solo.
- Basta. Ora vado. Ti saluta la mamma.
- La mamma è morta.
- Me lo dici ogni volta. Che frase scema.
- La mamma vive nei tuoi ricordi. Eri il bambino unico nel suo mondo. Non c'era solitudine con lei.
- Sei noioso. Fai il morto, accetta i fiori e taci.
- Non mi hai mai accettato, vero?
- Vado.
- Mi hai ucciso per solitudine.
- Hai spezzato l'amore di mia madre. L'hai costretta a volerci entrambi.
- Era così fin da bambini. Ma ci hai ucciso solo da poco. E lei la conservi in casa.
- Ma no, lei mi aspetta.
- Sta bene, fratellino? E' ancora morta.
- La mamma ha solo chiesto di venirti a trovare.
- E perché lei non viene mai?
- Lo sai, è malata. Le gambe gonfie.
- Gonfie di putrefazione.
- Sei solo invidioso della sua morte! Cerchi di sottrarmela anche adesso!
- Non urlare. Anche se ti sei inventato questo cimitero dove vieni a trovarmi, i vicini di casa possono sempre sentirti.
- Ma cosa hai, eh? E' il disfacimento cerebrale?
- Credi che potremmo parlare, se io fossi morto davvero?
- Lo abbiamo sempre fatto.
- Perché nella tua mente puoi fare quello che vuoi. Anche inventarti la morte di un fratello che non esiste, dopo avere ucciso la tua parte adulta per ritrovare l'affetto della mamma.
- Sei un cadavere insolente!
- Sono l'uomo che hai seppellito. Solo poco prima di uccidere nostra madre.
- Lei non era, non è più. Ho cercato di tornare tra le sue braccia, ma lei non ha capito. Non vuole il suo bambino, capisci?
- Certo che no. Sei un idiota. Guarda che fine mi hai dato, invece di crescere. Guarda che idea da infantile, punire la mamma, ucciderla e poi tenerla in casa come se fosse viva.
- E' viva!
- Uh uh. Come io sono morto, come questo è un cimitero. Mi sono rotto le balle di assecondarti.
- Perché?
- Eh, mio caro, se hai deciso di rimanere bambino, bisogna che qualcuno ti dia una mano. Sei un bambino cattivo. La mamma è morta, l'adulto è rimosso. Ora lo sai.
- Io sono ...
- Un bambino ...
- Un bambino ...
- Cattivo.
- Cattivo. Io sono un bambino cattivo.
- E devi essere punito.
- Mamma ...
- Vai da lei. Chiedile scusa.
- Mamma ...
- E rimani tra le sue braccia, mentre si disfa. Fatti coccolare dalla morte.
- Mamma ...
- Rannicchiati in lei. Nutriti con i liquami del suo seno. Torna feto nel suo ventre gonfio. Aspetta che esploda.
- Mamma ...
- Vai, fratellino, vai. Non preoccuparti per me. Sono ancora morto. Per sempre morto.
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