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Polveri di silenzi


Polvere di silenzi

Giovanni Sicuranza

Adesso, dopo lo squarcio di un’ora.

Proprio adesso che siamo tutti qui, in un inizio che è già fine, e sentite lo splash gorgheggiare lungo le suole.Insomma, non mi dite che non siete sconvolti, che siete abituati a camminare nel sangue e su carne lacerata, come in una giornata di shopping. Certo, mamma televisione e zii quotidiani insegnano che tortura e morte sono rapido spettacolo, ma io non credo che quanto accade, qui, ora, sia materia per i media. 

Prendete quel tipo laggiù, ad esempio, quello che saltella all’ombra del crepuscolo, tra le traverse del binario, nemmeno fosse impegnato in quel gioco che facevamo secoli fa’, non so se ricordate, quello con i quadrati disegnati sull’asfalto e tutti a zampettarci dentro, attenti a non finire fuori casella.

Non ricordo come si chiama, se per questo non ricordo tante altre cose, visto che sono morto, ma non voglio distrarvi proprio adesso, insomma, era di quest’uomo saltellante che voglio parlarvi.Un uomo come tanti, privo di interesse mediatico. Ma non per me. 

È stato uno dei primi a soccorrerci, i vagoni stavano ancora stridendo sui fianchi in un graffio di lamiere e urla e lui era già lì.Per forza, la locomotrice si è accartocciata nella sua cascina e lui, beh, quando si dice avere culo, lui ne era appena uscito e stava tornando a casa. Gli è bastato girarsi per trovarsi a tu per tu con il volto del macchinista, solo quello, si intende, mi sa che per mettere insieme il resto del corpo ci vorrà la pazienza di un puzzle da centomila pezzi.

Vedete come basta poco a decidere della vita e della morte. Io lo chiamo culo e non sarò certo originale, ma cosa vi aspettate da uno che se ne stava nella toilette della carrozza 51, prima classe con prenotazione Eurostar a carico dello Stato, e l’ultima sensazione piacevole che ha avuto è stata quella di liberarsi da un macigno, un vero stronzo testardo, dopo una settimana di stipsi. Per il resto, mai avuto culo, io. Nemmeno volevo esserci in questo treno, sapete? 
Scrivetelo sui giornali, è una di quelle notizie che innalza le vendite. Tra le vittime, Giordano Campanella, già tristemente noto come il serial killer della “bassa”, scortato dal carcere di Rocca del Re a quello di Pertica Alta. 

Forse per voi sarà una liberazione sapere della mia morte, così la smetterete di blaterare sulla pena per le donne che ho smembrato e invocare l’altra pena, quella di morte, però a me girerebbero ancora, se non avessi perso tutta la parte di sotto quando le lamiere della toilette mi hanno affettato. Che cavolo, non potevano trasferirmi con un blindato, no! Zitto e pedalare, sempre a chiedere tu, ma cosa chiedi, bastardo psicopatico, ti facciamo fare il viaggio in prima classe e non sei contento?Così mi hanno detto, il che, se ci pensate un attimo, significa che mi hanno preso anche per il culo. Capite allora come questa parte del corpo sia importante per me. 

Preso per il culo, non ho avuto culo e l’ultima gratificazione in vita mi è arrivata dal culo.Per questo mi sono fissato con quel tipo laggiù, quello che ha in pochi minuti ha già visto tanta di quella morte sparsa tra le lamiere del treno, da non distinguere più un pezzo di cadavere da una zolla della sua terra. Forse per questo salta da una traversina all’altra con tanta cautela, è come se stesse guadando un fiume putrido e l’unico appiglio alla vita fosse una fila di rami.Mi sto perdendo, vero. Anche qui, cercate di capire, non riesco a essere tanto lucido.

Hanno detto che non lo ero nemmeno prima, ma sono balle. Quelle donne le ho amate, tutte, una a una, e nella loro morte il mio amore diventava eterno.Chissà se si può dire lo stesso di quel tipo laggiù. Sarei curioso di rimanere ancora un po’, per vedere se tra i cadaveri del deragliamento scopriranno anche le donne che ha seppellito nella cascina. Vive.Alla fine è questo il motivo principale per cui ve l’ho indicato.

Simile chiama simile, si sente dire in giro. Anche questa, una balla. Io ero simile alle mie donne, basta. 

Di questo non so nulla, ma, permettetemi, uno che seppellisce le persone ancora vive, non mi sembra dimostrare un grande amore.Io almeno le smembravo mentre i loro corpi erano ancora caldi di orgasmo. E poi mi nutrivo di loro, perché rimanessero in me in modo totale, intimo come nessun altro potrebbe conoscere. Però è anche vero che quel tipo ha seppellito le donne non in un posto lontano, anonimo, ma nella sua terra.

Chissà, allora, qualche dubbio mi viene. A voi no?

Non credete che forse provasse per loro almeno del rispetto?Basta adesso, avevano ragione i secondini, chiedo troppo. 

Avviciniamoci, infine, a questo signor omicida, a quest’uomo che sarà segnalato dalla stampa come tra i più solerti soccorritori del deragliamento dell’Eurostar, e conosciamolo da vicino.

[continua]


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