Articolo di Giovanni Sicuranza
Medico legale. Scrittore.
Ancora vivente.
Halloween.
C'è chi storce il naso, la bocca, forse anche parti più basse (mi riferisco agli uomini, in particolare, senza escludere la possibilità di torsioni ovariche).
"Che roba è? Con questa mania di importare tutto", è l'osservazione più comune, "Basta che sia americano", si conclude, magari davanti a un hamburger, sorseggiando Coca-cola, indossando Levis Strauss. Leggendo questo pseudo-articolo con sistema windows o mac.
Insomma, abbiamo la nostra cattolica devozione ai morti, perché entrare in una festa che non é mai stata nostra? Lasciamo pure "Dolcetto o scherzetto" ai film horror americani e andiamo in chiesa a pregare per i nostri defunti, andiamo al nostro mesto cimitero a rendere loro omaggio.
In effetti, Halloween ha un forte elemento dissonante con il nostro senso moderno della morte: é allegro, quantomeno ironico, canzonatorio.
E, in ogni caso, ha perso il suo vero significato nel residuo della festività fine a se stessa. Ma non è così anche per il Natale?
Come molti sanno, la celebrazione di Halloween ha radici negli abitanti di Gran Bretagna, Irlanda e Francia, cioè nell'antica civiltà celtica (dove non risulta la pianura padana, ma questo è altro discorso). Il primo novembre si celebrava la fine della stagione calda e l'inizio della stagione del freddo e delle notti lunghe. Delle tenebre.
La notte tra il trentuno ottobre e il primo novembre rappresentava per i druidi la notte di Samhain. Tutte le leggende più importanti in cui si narrano cicli epici, antiche saghe, grandi battaglie e si racconta di re e eroi, si svolgevano nella notte di Samhain. Molte di queste leggende riguardavano la fertilità della Terra e il superamento cosmico, terrore e panico l'inizio del regno semestrale del Dio delle Tenebre: Samhain (Samain, Samhuin).
I cosiddetti Celti erano un popolo dedito all'agricoltura e alla pastorizia, per cui la ricorrenza segnava, nella pratica, la fine dei raccolti e l'inizio dell'inverno, quando le greggi venivano portati via pascoli estivi e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrervi le lunghe e fredde notti invernali. Il tempo trascorreva tra sesso e passioni, malattie, morte, artigianato, passando attraverso racconti neri. In particolare era forte la credenza che, alla vigilia del nuovo anno, trentuno ottobre, Samhain, Signore della Morte, Principe delle Tenebre, chiamasse a sé gli spiriti dei morti, permettendo al mondo degli spiriti di fondersi con quello dei vivi.
Una leggenda riferisce che tutte le persone morte l'anno precedente tornassero sulla terra la notte del trentuno ottobre, in cerca di nuovi corpi da possedere per l'anno venturo.
L'estraneità alla nostra italica ricorrenza non risiede dunque nel termine Halloween, ma nell'origine della Festa dei Morti.
C'è di più.
Il termine Halloween ha origini cattoliche.
Nella tradizione cattolica, infatti, ai santi viene dedicato un giorno particolare del calendario, mentre il primo novembre è il giorno nel quale vengono festeggiati tutti i Santi. Il giorno dedicato ad "Ogni Santi" (in inglese All Saints'Day) ha una denominazione antica: All Hallows'Day.
Presso i popoli medievali la celebrazione di "Ogni Santi" iniziava al tramonto del trentuno ottobre e, pertanto, la sera precedente al primo novembre era chiamata "All Hallows' Eve" (even: sera), abbreviato dapprima in Hallows'Even, poi in Hallow-e'en. Infine in Halloween.
L'usanza moderna di travestirsi nel giorno di Halloween, nasce dalla tradizione che le popolazioni celtiche avevano di festeggiare per tre giorni mascherati con pelli di animali uccisi al fine di esorcizzare e spaventare gli spiriti. Vestiti con queste maschere vagavano nei villaggi illuminando la loro presenza con lanterne formate da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro.
Era inoltre ritenuto possibile che, nella notte di Samihain, le Fate fossero tentate di scherzare con gli umani, pesantemente, portandoli a smarrirsi per sempre. Per guadagnarsi il loro favore, occorreva offrire cibo o latte, lasciato sui gradini delle loro case.
Da qui l'usanza e la frase del "dolcetto o scherzetto".
Detto che ha anche un'origine nella superstizione cristiana. I primi cristiani, in cammino da un villaggio all'altro, elemosinavano un pezzo di "dolce dell'anima", ovvero un pezzo di pane. Con senso pratico, più "dolci dell'anima" una persona riceveva, più preghiere questa persona prometteva di recitare per i defunti della famiglia. Un germe di utilitarismo, degenerato nei secoli con la pratica delle indulgenze a pagamento.
Come ha spesso fatto per consolidare il proprio potere nelle conversioni di massa, la Chiesa ha trasformato la parte pagana delle tradizioni nella propria, capendo che l'annullamento avrebbe sortito l'effetto di allontanare il popolo dalla nuova fede.
Il significato dei riti celtici si attuò del tutto nell'anno 835, quando Papa Gregorio spostò la Festa di Tutti i Santi dal tredici maggio al primo novembre, pensando così di dare un nuovo significato ai culti pagani. Tuttavia l'influenza nefasta del culto di Samhain non fu del tutto sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, il 2 novembre quale Giorno dei Morti, in memoria delle anime degli scomparsi che venivano festeggiati dai loro cari.
Riappropriamoci dunque con serenità di questa tradizione, visto che è affatto aliena alle nostre, visto che non è l'ennesima "americanata".
Visto che, per come è sopravvissuta, ci ridà anche un tetro, ma giocoso aspetto della morte. Perso nella nostra civiltà.
Giovanni Sicuranza. Urna Semper
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