Passa ai contenuti principali

"Buon costume e buon senso" di Antonio Polito

La democrazia fu inventata - in «circoli anglofoni» - per consentire il ricambio dei governanti senza spargimento di sangue. Da Hammamet a palazzo Grazioli, le nostre ere politiche sembrano invece destinate a finire nel dramma, con i protagonisti inseguiti dalla giustizia e scagliati dall'altare del potere alla polvere del ludibrio.

È lo spettacolo di questi giorni. L'epoca di Berlusconi sta terminando in un modo molto peggiore di quanto avrebbe meritato la sua rivoluzione politica. È grazie ad essa, per esempio, se oggi tutti concordiamo sul fatto che non vi si possa mettere fine con golpe parlamentari o giudiziari. Ma, d'altro canto, l'agonia rischia di essere insopportabilmente lunga e pericolosa, perché è perfino meglio nessun governo (come dimostra il caso belga) che un governo finito.
In una democrazia matura, il dilemma sarebbe risolto così: il partito che ha vinto le elezioni si rende conto che perderà le prossime se non cambia leader, e dunque lo cambia. È successo in Gran Bretagna con la Thatcher prima e con Blair poi, in Francia con Chirac, e in Spagna con Zapatero. Serve anche a proteggere il leader uscente dal calcio dell'asino, magari giudiziario. Qualche volta ha funzionato e la transizione è stata morbida (da Thatcher a Major, da Chirac a Sarkozy); qualche volta no (il Labour non si è più ripreso dall'addio a Blair). Però la lotta politica si svelenisce, la democrazia torna al lavoro, ci si butta il passato alle spalle.
Questa soluzione presuppone che il partito di maggioranza sia libero di agire e sia fornito dell'istinto di sopravvivenza. Ma il nostro problema è che sia il Pdl sia la Lega, le due forze di governo rimaste, sono partiti personali, e Berlusconi e Bossi ne sono i padri-padroni. Sapranno emanciparsi da questa condizione di immaturità democratica, e vivere di vita propria? O preferiranno seguire la sorte del creatore? Il Pdl è pieno di gente consapevole del fatto che il gollismo è veramente nato con Pompidou, che serve cioè un successore per fare di una scintilla una storia. Sta a loro agire, e presto. Perché, con tutto il rispetto, se Angelino Alfano pensa davvero che «dopo Berlusconi non ci sarà nessuno di noi», che ci sta a fare al vertice di un partito destinato a sparire? Che sia questione di vita o di morte, del resto, ce lo dice proprio chi oggi invece si muove: Formigoni già parla di una nuova stagione in cui «sacrificare il nome stesso del Pdl».

Per avere il coraggio che l'ora richiede, il mondo berlusconiano dovrebbe innanzitutto sgombrare il campo dagli alibi. La causa del collasso non sono i «trappoloni» giudiziari (che pure ci sono, con tre Procure che indagano tutte sullo stesso reato e quella di Napoli nel ruolo di Maramaldo): da 17 anni Berlusconi è sotto assedio penale ma il suo successo politico se n'era sempre fatto beffe. Né deriva dalla robustezza dell'offerta politica alternativa, ché anzi con la nascita di un frontismo Bersani-Di Pietro-Vendola lo spazio elettorale del centrodestra è solo più ampio.
La vera causa di questo epilogo è la crisi del debito e del Pil, incubata in un decennio che per otto anni ha visto Berlusconi a Palazzo Chigi. È nel modo insufficiente e caotico con cui si è tentato di tamponarla. È in una maggioranza che non si è mai ripresa dalla secessione di Fini, e oggi è troppo raffazzonata per essere capace di grandi cose. È nel dualismo con Tremonti e nel soliloquio di Bossi. La causa è politica, e richiede rimedi politici. Senza i quali, anche il Pdl rischia di diventare un partito a tempo perso.



Editoriale presente sul "Corriere della Sera" del 18 settembre 2011 e qui riportato dal link http://www.corriere.it/editoriali/11_settembre_18/polito_buon_costume_8cb18434-e1c7-11e0-87d5-1f893d7963e9.shtml

Commenti

Post popolari in questo blog

Esempio di Relazione medico legale. La Valutazione Multidimensionale dell'Anziano

Tolti i riferimenti nel rispetto della riservatezza (vi piace di più "privacy"?), riporto una mia Relazione scritta in risposta al parere negativo del Consulente Medico d'Ufficio, incaricato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di rispondere sulla sussistenza dei requisiti per l'indennità di accompagnamento. Non cominciate a sbadigliare, non è troppo tecnica, forse persino utile per comprendere anche aspetti di interesse sulle autonomia della personza anziana (e non solo). Dott. Giovanni Sicuranza Medico Chirurgo Specialista in Medicina Legale cell.: 338-….. e-mail: giovanni_sicuranza@.... Controdeduzioni medico-legali a Relazione di Consulenza Tecnica d’Ufficio del Professore Libro de’ Libris Causa: Itala NEGATA / INPS RGL n. … Premessa. Nella Relazione Medico Legale di Consulenza Tecnica d’Ufficio, redatta il 15.08.2009 in merito alla causa in epigrafe, il professore Libro de’ Libris, incaricato come CTU dal Giudice del Tribunale

Afasia e disabilità. Tra clinica, riabilitazione, medicina legale.

Premessa. 1. La patologia. Il linguaggio è una capacità esclusiva della specie umana e circa 6000 sono le lingue attualmente parlate in ogni parte del mondo. Espressione del pensiero, il linguaggio è il più complesso sistema di comunicazione che assolve alla funzione della regolazione sociale ed alla elaborazione interna delle conoscenze. Tra i disturbi del linguaggio, le afasie abbracciano una molteplicità di tipologie strettamente collegate ai vari livelli di competenza linguistica compromessi (fonetico, fonemico, semantico, lessicale, sintattico e pragmatico). Gli studi sull’afasia iniziano più di un secolo fa quando l’antropologo francese Pierre Paul Broca (1824-1880) utilizza il metodo anatomo-clinico per descrivere, da un lato, le caratteristiche del disturbo del comportamento e, dall’altro, le peculiarità della patologia che ha danneggiato il sistema nervoso di un suo paziente, passato alla cronaca con il nome di “Tan”, unico suono che riusciva a pronunciare, affetto da afasi

In limine vitae

In limine vitae - Giovanni Sicuranza Sa, Alfonso Vasari, Professore della Cattedra di Medicina Legale di Lavrange, che è terminato il tempo dell'ultima autopsia. Tra le dita bianco lattice, tra polpastrelli con ovali di sangue rubino, nei fruscii di tessuti sfiniti, stringe il muscolo più bello e nobile del suo cadavere. Il cuore della donna è sano, anche dopo la fine, nonostante si stia già trasformando in altro. Tre i bambini, tre le giovani donne, uno l'uomo anziano; sette le vite passate alla morte per gravi politraumatismi da investimento pedonale. Tutte avevano un cuore che avrebbe respirato ancora a lungo.  E' delicato, Vasari, mentre lascia andare il muscolo della ragazza nel piatto della bilancia, nero di memorie, di sangue e di organi. 260 chilogrammi, legge sul display verde, e spunta una voce tra gli appunti. Solo un fremito di esitazione, poi con la biro, segna qualcosa, veloce, sussulti blu notte sulla pagina grigia, che potrebbero essere ortogra