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"Requiem in prosa e poesia". Presentazione del video.


Presentazione video di Giovanni Sicuranza: 
“Requiem in prosa e poesia”

 - su YouTube al link:   
http://www.youtube.com/watch?v=no7-03RHWS4 
- l'articolo e il video sono inoltre presenti nel blog di Radio RSC
http://www.zazoom.it/blog_rsc/post.asp?id=1564 
e su "google news" -



Sulle note di “Vampyrica” (Theatres des Vampires), un viaggio sintetico tra le ombre dei personaggi e alcuni scorci di vita dell’autore Giovanni Sicuranza.

Il tema centrale delle opere è l’approccio con il fenomeno morte. Fenomeno in quanto l’atto del morire non è mai statico o fine a se stesso, ma si inserisce in una coralità sociale.
In forma di prosa o poesia, Giovanni Sicuranza narra la morte tentando di riavvicinarla al quotidiano della vita. Ripercorrendo a ritroso quell’involuzione che l’ha resa, nel mondo moderno occidentale, un tabù, pieno di paura e rimozione.

Della produzione di Giovanni Sicuranza, Eraldo Baldini ha scritto: "… Corre, tra queste pagine, un filo rosso che unisce personaggi ed azioni esemplari e rappresentative di una società che ha in molti casi smarrito il senso dell’essere per ricercare quello dell’apparire, anche imponendo il peggio di sé; che ha rinunciato alla generosa solidarietà per avvicinarsi a un crudele distacco; che ha dimenticato la pietas; che ha cambiato persino la qualità del sentimento più importante, quello che si prova davanti alla vita e soprattutto alla morte. 'Davanti alla morte siamo tutti uguali', si suole dire, ed è una frase che nasce sulla bocca del popolo come su quelle dei filosofi. Ma è una frase fatta, un concetto che insieme a una verità nasconde anche bugie; perché, a seconda delle culture e delle epoche, gli atteggiamenti dell’uomo di fronte al momento dell’addio alla propria vita terrena sono stati diversi. Niente è cambiato, negli ultimi decenni, quanto il nostro rapporto con la morte, oggi rimossa, temuta, esorcizzata nascondendola dietro una medicalizzazione selvaggia, nuovo agghiacciante tabù, ossessione che spalanca sotto i nostri piedi l’abisso dell’ignoto e dell’angoscia, il baratro della possibile rinuncia ad un “io” che amiamo con un doloroso egoismo colorato di istinto di conservazione. Ma una cosa, secondo l’umanità che si muove nelle pagine di Sicuranza, forse è restata sempre uguale a se stessa, forse ci accomuna senza distinzioni di epoche e culture: in quel cruciale e temuto momento di passaggio si getta o si perde ogni maschera, mettendo a nudo finalmente se stessi proprio quando quel 'sé' lo stiamo perdendo. Come se occorresse morire per riacquistare un barlume di vita. E ciò da una parte spaventa, induce a cupi giudizi sull’umanità; ma dall’altra, forse, consola, perché l’annullamento si fa riconquista, si fa verità. E non è forse la verità il migliore dei pregi?"

Valerio Evangelisti ha osservato che Giovanni Sicuranza "dà vita alla morte. La conosce meglio di chiunque, visto che è medico legale, ma ha la dote di renderla viva, di farne una protagonista credibile e concreta, non è meccanicamente legata alla sua professione. Nasce piuttosto da capacità letteraria. A volte l’appartenenza al genere gotico è diretta; altre volte l’autore predilige lo sberleffo o, al contrario, gli accenti romantici. Quasi sempre sesso e morte vanno assieme, come si sapeva fin dai tempi di 'Amore e morte' di Leopardi. Si tratta di due condizioni estreme. Ma, curiosamente, questo è forse involontariamente un libro musicale. Da un lato lo è per la lingua, stringata ma poetica, che l’autore adotta. D’altro lato mi pare la prima espressione letteraria convincente della tendenza Dark operante nell’ambito della musica e del costume. Esistono oggi discoteche, negozi, etichette musicali, riviste, siti Internet dedicati al sentimento della melanconia, tanto prossimo alla sensualità. Un ritorno al Romanticismo? Forse, ma con strumenti più moderni e disincantati. Un cimitero odierno non è più quale era ai tempi di Byron. Resta comunque affascinante visitarlo. Magari in compagnia di Giovanni Sicuranza, che conosce i luoghi e, in questa raccolta di testi, ci accompagna in un orrido e affascinate giro turistico".

[le citazioni di Eraldo Baldini e di Valerio Evangelisti sono tratte dalla prefazione a "Maschere", raccolta di Giovanni Sicuranza – pseudonimo “Homo Interrogans” - ; Giraldi Editore]


Ringrazio Lib(e)ro Libro, e Katia Ciarrocchi in particolare, per avere riportato questo articolo, e il video relativo, nel portale; link: http://www.liberolibro.it/requiem-in-prosa-e-poesia-di-giovanni-sicuranza/


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