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Il turismo cimiteriale

Le visite da masse di persone a luoghi considerati sacri da una religione, o sacralizzati senza una spinta gerarchica, è un fenomeno inarrestabile, antico e contemporaneo.

In epoche e civiltà differenti è pratica comune lo spostamento collettivo verso un luogo cui venga attribuita una rilevanza particolare. Il suo nome, nell'ambito delle grandi religioni monoteistiche, è pellegrinaggio, che assume particolare evocazione quando è integrato in un calendario definito, le cui forme e manifestazioni siano gestite da un'autorità centrale, ad esempio la Chiesa per i cattolici.

Il famoso “cammino di Santiago de Compostela”, che da ogni parte d'Europa conduce devoti cristiani in quell'angolo della Galizia, la visita al santuario di Lourdes, il viaggio dei musulmani alla Mecca, la devozione a San Giovanni Rotondo, Puglia, terra di Padre Pio. Sono solo alcuni esempi del fenomeno pellegrinaggio che nei secoli dei secoli muove milioni di persone, anche attraverso continenti.

Due celebri antropologi, Victor ed Edith Turner, hanno messo in evidenza come tra l'immagine classica di pelligrinaggio e quella, più recente e per certi versi sconvolgente (nella prospettiva del tabù della morte), del “turismo funerario”, non vi sia un'enorme distanza.

Partendo da esempi legati al mondo cattolico, illustrano come il pellegrinaggio, oltre al carattere prettamente sacro, abbia altre caratteristiche che interessano l'esperienza individuale.
Alle nozioni di purificazione, penitenza, ricerca di un contatto con l'aldilà, viene accostata quella di viaggio, inteso come allontanamento temporaneo dala quotidianità.
Un viaggio che è anche incontro, confronto e conoscenza con altre persone, con le quali condividere l'esperienza profonda del concetto di morte, o semplicemente momenti di relax e svago, in importanti momenti di intimità con la forza evocativa del luogo (Victor e Edith Turner: “Il pellegrinaggio”, Ed. Argo, 1997).

Inoltre, questi spostastamenti di massa hanno sempre avuto una connotazione economica. La maggior parte dei grandi pellegrinaggi, ad esempio quello delle importanti religioni monoteistiche, hanno un notevole impatto sulla realtà che investono, anche se i rappresentanti ufficiali si guardano bene dall'evidenziarlo, preferendo porre l'accento, anche dove è molto debole, sull'aspetto sacro del fenomeno.

In epoca contemporanea, soprattutto nell'Occidente industrializzato, il raaporto tra il singolo pellegrino – turista e il luogo in cui si reca sembra dettato più da una spinta individuale alla conoscenza diretta che non da dettami di una qualche autorità religiosa.

Se l'immagine del pelligrino si allarga, e al tempo stesso si attenua del suo significato originario, sfumando in quella del turista, ecco che il turismo entra in luoghi sacri dell'individualità, come il cimitero.

Il Cimitero di Père-Lachaise, di cui ho già trattato, ne è un chiaro esempio.
È l'immagine più celebre di cimitero un tempo destinazione esclusiva di pellegrinaggio e oggi divenuto luogo di grande afflusso turistico, anche individuale.

Il turismo cimiteriale è un fenomeno in espansione, persino (purtroppo) alla moda, tanto che alcune agenzie turistiche lo introducono nelle offerte di viaggio.

Tra i numerosi cimiteri meta di turismo, oltre quello parigino, si ricorda il Colon dell'Avana (Cuba), un parco superiore per dimensioni anche al Père-Lachaise, anzi, il più grande d'America, con i suoi circa 56 ettari. In Argentina ha grande afflusso turistico il cimitero di Buenos Aires, dove molti infilano una sigaretta tra le dita monumentali di Carlos Gardel (autore e interprete di tanghi). In Canada, a Halifax, grande popolarità ha il cimitero del Titanic, dove le tombe formano la sagoma della famosa nave.
In Europa, dopo il Père-Lachaise, il cimitero più famoso è quello londinese di Highgate, dove si trovano i resti di Karl Marx, seguito da quello di Vienna, con le tombe di musicisti (tra cui Schubert, Strauss, Beethoven), e quello ebraico di Praga.
Caratteristico, in Romania, il “cimitero gaio” di Sapanta, nella regione di Maramures, con croci e tombe dipinte in stile murales e con scritte umoristiche nei confronti del defunto.


Cimitero di Sapanta


In Italia, il cimitero monumentale di Staglieno, a Genova, è il più conosciuto per bellezza paesaggistica e splendore delle tombe; ospita i resti di Giuseppe Mazzini e Nino Bixio, come quelli di Fabrizio De Andrè. Staglieno è anche meta per gli appassionati di musica dark: ad esempio, è tra queste tombe che i Joy Division hanno realizzato le copertine di album come “Closer”, o video promozionali.

Rimaniamo in Italia. Nel 2001, a Bologna, si è costituita l'Association of Significant Cemeteries in Europe (Asce), che riunisce alcuni tra i più importanti cimiteri, per scambi culturali tra le città e per incontri sull'architettura, la storia dell'arte, la tutela dei monumenti.

I cimiteri sono dunque sempre più (o sempre più apertamente) una meta di turismo.
Diversi fattori concorrono a questo fenomeno: il carattere funerario vero e proprio (una tomba, un monumento), il paesaggio (luogo di pace, relax, di fuga dalla frenesia quotidiana), l'aspetto museale (il valore architettonico o artistico, ma anche la possibilità di entrare in qualche modo a contatto con ciò che rimane di artisti apprezzati).

Considerata la paura che suscita in Occidente il concetto di morte, si può affermare che il cimitero è la meta dei turisti senza tabù.

Giovanni Sicuranza


Copertina di "Closer", Joy Division


















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