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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

"Epitaph" - King Crimson

Dedicato ai nostri incubi. A quando sanno parlarci. A quando riusciamo a riconoscerli.

Il virus di "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" si diffonde ...

Scopro oggi un'altra segnalazione, al link: http://messageinabook.com/2011/02/esce-per-youcanprint-storie-da-citta-di-solitudine-e-dal-km-76-di-giovanni-sicuranza/

Le ombre oltre Alex e Franz. Dove il dialogo "in panchina" è morte e catarsi.

Alex e Franz. Molti di voi conoscono i due comici e il numero che li ha resi maggiormente noti, quello della panchina. Un signore legge, seduto su una panchina, solitario, apparentemente tranquillo, ed ecco arrivare l’altro: il rompiballe, che si ferma al suo fianco e inizia a eroderne la calma in una vicinanza forzata, con osservazioni esilaranti, in cui non sfuggono elementi di amara quotidianità. Ora immaginate che quella panchina sia la sedia di un aeroporto. Su quella sedia, in apparente calma, Jérom Angust si accinge a leggere, dopo avere appreso la notizia del ritardo del suo volo. Di fianco a lui, improvvisamente, si materializza una figura: Textor Texel. Seduti fianco a fianco, inizia una convivenza forzata, in cui il dialogo è il protagonista. Un dialogo serrato, pieno, in un crescendo di angoscia, che avvicina sempre più i due uomini.   Unica scena: la sala d’attesa di un aeroporto. Due soli individui. Un libro che si gonfia di attese create in un’abilità fulminante di des

Il desiderio (video-racconto)

Il tuo nome

C’è musica nel suono che ti hanno dato alla nascita. Sei slava, ebrea, sei greca. Sei danza del sole, canto di luce per l’albero, che si erge nella collina del tuo nome. Sei vita che riempiva il mondo dai brevi confini di una sola persona. Ora, al tramonto assoluto del tuo nome, quel piccolo mondo giace disteso su un’ombra attonita. 

Da Carmilla a Dracula

In una prospettiva strettamente cronologica, nemmeno "Carmilla" di Le Fanu (1872, mentre "Dracula" di Bram Stoker è del 1897) è il primo romanzo gotico vampiresco, in quanto il primato spetta al vampiro di Polidori, ispirato al poeta Byron. Senza dubbio Carmilla. o Mircalla, è, tra le figure femminili vampiresche, quella di maggiore fascino e sensualità. Tale da fare scriocchiolare la mentalità vittoriana (anche se Carmilla è di origini francesi, non è un caso che, ancora una volta, sia proprio l'Inghilterra il luogo dove la repressione sessuale è più sentita, che il vampiro antropomorfizzato, maschio o femmina che sia, ha più successo). A lei sono dedicati film, fumetti (anche pornografici). Alla stessa Carmilla Bram Stoker deve parte dell'ispirazione per il suo vampiro. Carmilla è la prima donna emancipata, la donna che usa il sesso liberamente, anche se lo scopo finale non è l'atto sessuale, ma il nutrimento nel sangue. Ma solo in Dracula vi è la

Noi, il doppio.

A volte, per arrivare a capire se stessi, occorre essere doppi. Dracula diventa doppio, uomo e vampiro, per ritrovare la sua donna, la passione, oltre il tempo. Dannato, ma con Mina è “il dialogo di un uomo con la vita”. Mina, pur moglie di Jonathan, decide di non fuggire. “Io sono quell’uomo che aspettavi”. Perché la frase si compia, lei capisce che deve lasciarsi andare a un amore clandestino. Deve vivere se stessa “doppia”.

"Dracula": gotico d'amore.

Chi ha letto "Dracula", di Bram Stoker, o ha visto le numerose trasposizioni cinematografiche, quella di Francis Ford Coppola in particolare, non dovrebbe stupirsi se affermo che l'opera non si limita al pur originale (nella struttura, nella trama) racconto horror. "Dracula" è questo, ma anche, soprattutto, una delle più profonde storie gotiche d'amore. L'amore irripetibile, oltre le convenzioni. Oltre la barriera tra la vita e la morte. *** Il mito del vampiro nasce essenzialmente dal tabù della morte, che, in varie trasformazioni nel mondo, è ancora una cappa sul mondo odierno, con particolare fobia in quello Occidentale (rinvio ai miei precedenti articoli in questo blog). “Dracula” di Bram Stoker rimane un libro di attualità anche per questo motivo, oltre l’originalità della scrittura e dei personaggi. Come si sa, l’autore si è ispirato a un personaggio storico, Vlad Tépes, di cui qui, purtroppo, non ho modo di soffermarmi. Spunto intere

"Lungo il vento". Musiche: "L'inveren di nòster nòn" di Luca Serio Bertolini

“ Lungo il vento ” (2009), Giovanni Sicuranza. Romanzo dalla Resistenza ad oggi. Lungo un soffio di morte. Per approfondimenti: http://sicuranza.blogspot.com/2011/01/la-mia-narrativa-monografica-lungo-il.html Estratto dal romanzo. [...] È strana questa foschia. Gomitoli grigi che rotolano lenti lungo il pendio dei monti, che sembrano fatti apposta per celare le piante, i sentieri. Il nemico. Il sottotenente Federico Celesti è in piedi da molto tempo, davanti alla finestra. Le mani unite dietro la schiena, se ne sta così, ad osservare queste nuvole che strisciano al suolo. In un clima di attese, lui attende. Da qualche giorno gli ordini dai vertici della II Armata si sono inspiegabilmente diradati e il suo plotone sembra abbandonato ad un destino di sopravvivenza. Come il resto della Compagnia. E forse tutta l’Armata del Regio Esercito. - Siamo messi male – mormora Celesti al vetro della finestra, velandolo d’alito – Siamo messi proprio male – lo sguardo tenta invano di pe

Per concludere. L'Unità d'Italia. Roberto Benigni a Sanremo 2011.

Approvata la Festa del 17 marzo.

Cdm vara festa 17 marzo ma Calderoli: 'E' follia' Il leghista: 'Decreto incostituzionale'. La Russa, 'Nessuna rottura con Lega, ma serve rispetto' http://www.aansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/02/18/visualizza_new.html_1586585614.html Buona la notizia. Avvilente il modo in cui si è giunti al risultato. Indegna la protesta di certi ignoranti e arroganti italioti. La faccio io, allora, una controproposta provocatoria: considerato che, almeno in teoria, l'Italia è Paese libero, sovrano e laico, perchè non aboliamo una delle tante feste religiose?

La colonizzazione del Sud Italia

Per celebrare l'Unità d'Italia in modo vero, patriottico, e non ipocrita, "patriottardo".

E li chiamarono briganti. Oltre la storiografia ufficiale.

La storia della fine del Regno delle Due Sicilie è una storia matrigna, imposta da 140 anni di versione ufficiale, romantica , con lo scopo di infangare ed annullare la memoria storica, di cancellare le radici di un popolo che aveva osato rifiutare la libertà giacobina e savoiarda. I briganti sono un ricordo, mentre la mafia e la camorra, che a ben ragione possono essere indicate come le espressioni dello stato unitario savoiardo, vivono e si moltiplicano piú che per la loro capacità organizzativa, per la premeditata inazione dei governi post-risorgimentali ed attuali. Briganti erano le centinaia di migliaia di Duosiciliani uccisi negli scontri con l’esercito invasore, trucidati nelle loro case, briganti erano gli abitanti di 54 paesi rasi al suolo, briganti erano le donne violate, i preti crocifissi, i 60.000 soldati borbonici chiusi nei campi di concentramento di San Maurizio Canavese e di Fenestrelle a morire di fame e stenti. Ma per battere quei briganti, il liberale e democrati

Eugenio Bennato: "Briganti se more"

Tra il 1860 e il 1870 circa, fatta l'Italia, dal Piemonte si decise di fare gli italiani. Iniziò la prima guerra civile, ancora poco conosciuta. Banditi, briganti, ribelli, patrioti borbonici e piemontesi. E, soprattutto, migliaia di inermi civili, che vennero massacrati dai soldati del Nord.  In memoria di quanto ignoriamo. Per celebrare l'Unità d'Italia senza la retorica delle falsità storiche.

E li chiamarono briganti. Premessa: articolo di Antonio Pagano

"Voi siete governo nuovo, però meglio a voi si addice la persuasione. Persuadeteci coi fatti, rifateci felici e mostratevi migliori de’ precedenti regnatori". Cosí, ironicamente, scriveva il 26 giugno 1861 il giornale napoletano "La Tragicommedia", ma, l’ironia che proveniva dai "caffoni" non era ben accetta dai supponenti nuovi padroni piemontesi. La Tragicomedia, d’ordine, cessò di vedere più la luce. Quanto alla invocata felicità, questa era stata già da tempo profusa in quantità industriale ad uso e consumo del Popolo Duosiciliano: "Il passato fu la ricchezza, la pace, le leggi, le arti, i costumi, la religione" (La Tragicommedia, ibidem). L’arrivo dei "liberatori" era stato accolto oltre il Tronto (12 ottobre 1860) in modo inconsueto, tanto da far restare attoniti i generaloni savoiardi: invece dei soliti e preconfezionati ramoscelli d’ulivo, sonore schioppettate come benvenuto. Quale che fosse la componente che maggiormente p

Edoardo Bennato - "OK Italia"

L'Italia si è mesta. In attesa di un 17 marzo qualunque.

Nei prossimi giorni mi permetterò di ricordare sinteticamente come l'Unità d'Italia si svolse nella convinzione di pochi, nell'opportunismo di molti, nelle stragi, mai più superate per entità e crudeltà, nemmeno durante la seconda guerra civile italiana, quella di Liberazione dai nazi-fascisti. Nei gravi errori economici, che hanno ampliato il divario tra Nord e Sud. Ma, resa giustizia alla Storia, non festeggiare il 17 marzo è indegno di un popolo maturo e civile. Siamo italiani solo quando muore un militare, quando la Nazionale vince i campionati? Il culto passionale, e superficiale, della Patria ha rappresentato una delle poche intuizioni dei governanti fin dall'inizio. L'italiota, superstizioso, religioso, aveva bisogno di una nuova "divinità", di nuovi miti per sentirsi parte della Nazione. In questo senso vanno letterature discutibili come "Cuore" di De Amicis o il servizio di leva che durava anni, per forgiare l'italiota nel mito.

Tributo a Edgar Allan Poe

Edgar Allan Pop . Edgar Allan Poe è l'unico scrittore pop che l'Ottocento ci ha lasciato. Uno scrittore diventa pop quando sfonda il muro che delimita il pubblico degli addetti ai lavori e dei cultori della sua arte ed entra in un mondo più ampio, indistinto, eterogeneo. Per essere pop bisogna avere una faccia e un nome. Tutti conoscono Edgar Alla Poe, anche chi non lo ha mai letto, anche chi non legge mai. Per arrivare velocemente all'esempio di oggi, la poesia “ The Raven ”, scritta nel 1845, si noti come i temi della poetica bostoniana rimangono in sottofondo, sia pure nudi, crudeli. Sono temi che limitano l'Autore, ma che, allo stesso tempo, lo rendono originale. Pop oltre i confini del suo secolo.  Perchè Poe, pur suonando su una tastiera limitata, trae melodie sorprendenti e ogni volta varie, che ancora oggi vibrano sulle nostre emotività. Al centro di tutta la produzione dell'Autore c'è la romantica dicotomia tra Eros e Thanatos. Ma nelle poesie,

"Storie da Città di Solitudine e dal Km 76" su ebay.it

una piacevole sorpresa dalla Casa Editrice: http://cgi.ebay.it/Storie-da-Citta-di-Solitudine-e-dal-Km-76-/180626122845?pt=Libri&hash=item2a0e27e85d

Nessun respiro - video racconto

Nessun respiro – Giovanni Sicuranza - Non capisce. Trattiene il respiro, si rannicchia su se stessa, ma è solo un gesto di difesa. Vuoto. Disperato. Il movimento è iniziato leggero, tanto che all’inizio ha provato piacere. Poi, però, all’improvviso, tutto è cambiato. In peggio. Una morsa si è modellata intorno ad ogni parte di lei. Calda. Vischiosa. E quando ha cercato di liberarsi, ingoiata dalla paura, ha sentito le prime scosse. Una dopo l’altra, in quel canale scivoloso, dietro, sopra. E intense, sempre più tenaci man mano che si sente spingere verso il baratro. Trattiene il respiro, chiude gli occhi, stringe forte ogni cosa di se stessa che è in grado di stringere, perché vede che non ha scampo. Non può tornare indietro, non può uscire dal cunicolo. Può solo precipitare. E poi, man mano che si avvicina alla fine, sente dei suoni. Ovattati, come le era già successo di ascoltare. Solo che quelli di prima credeva di conoscerli e le sembravano rassicuranti. Questi, i