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Ritorno a Fine Viaggio.

Stanno tornando.
Il Breccia e tutti gli altri abitanti di Fine Viaggio. 
I superstiti.
La morte è ancora poesia e ha nuove storie per i vostri sudari.
Con un finale a sorpresa.



Dopo "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76",
l'autore e i suoi personaggi sono lieti di annunciare
il prossimo arrivo di 
"Ritorno a Città di Solitudine".


Le origini di un mito.

Da "Fine Viaggio", romanzo "Storie da Città di Solitudine e dal Km 76".

Nel 918 Berengario I concede alla Chiesa vescovile di Novaria la perpetua proprietà su tutti i diritti spettanti al fisco per il raggio di cinque miglia. Inoltre si dispone che ad ogni funzionario civile sia fatto divieto di esercitare atti di autorità o giurisdizione senza l’assenso del vescovo. Ovviamente le resistenze a questo cambiamento non sono poche, ma vengono ammorbidite da oculate concessioni.


Dunque nessuno può prevedere che nel gennaio 920 un numeroso gruppo di commercianti e proprietari terrieri, al corale rifiuto di questo passaggio di potere, si raduni nella piazza più ampia dei mercati statali per iniziare un lungo peregrinare verso un luogo dove la mano pontificia sia ancora assente. Questi uomini si muovono senza meta, con loro le famiglie, in un’anarchia di cammino decimato dalla fame, dagli agguati, dalle malattie. Eppure continuano, decisi, imperterriti, e alle minacce di scomunica dei vescovi e di annientamento dei regnanti, rispondono definendosi liberi homines.

Per farla breve, visto che noi non abbiamo tutto il loro tempo, basti sapere che i liberi homines non solo lasciano nella loro strada tracce di cadaveri, ma raccolgono anche proseliti, fino a quando, esausti e forse già disillusi per un nuovo mondo che si sta stringendo intorno a loro, giungono in questo posto e lo chiamano Fine Viaggio.

Da qui qualcuno spera ancora di iniziare un nuovo commercio, forse con i longobardi, forse con i bizantini, forse con i saraceni, chissà, le testimonianze sono contraddittorie e scarse. Dopo nemmeno un anno, i liberi homines di Fine Viaggio vengono scomunicati, torturati e in parte condannati al rogo con l’accusa di complotto nei confronti dell’autorità imperiale e papale.

Questa la fine dei fondatori di Fine Viaggio.

E l’inizio di due domande.

Perché, nonostante le minacce, si attende un anno prima di punire i liberi homines di Fine Viaggio? E perché, infine, si decide di mettere al rogo i loro maggiori rappresentanti?

Proprio da qui storici ed espertologi più o meno improvvisati cominciano il “si mormora”, il “si dice”, il “sembra che”.

Ma per gli abitanti di Fine Viaggio le supposizioni sono realtà.

Per comprenderle, bisogna tenere presente che tra il IX e l’XI secolo inizia a consolidarsi lo Stato Pontificio. L’Italia si trova in un periodo di cambiamenti, di nuove assetti politici e commerciali e di nuove alleanze. In particolare i pontefici dell’VIII secolo sono stretti tra longobardi e bizantini; i primi ne ostacolano la politica di espansione, i secondi cercano di guidarla sotto la loro sovranità. Pertanto occorre un sostegno efficace che si concretizza nell’alleanza con i Franchi, culminata con Carlo Magno e il Sacro Romano Impero e proseguita nella dinastia degli Ottoni fino al 1806, quando viene soppressa da Napoleone.

Ma il nuovo Stato Pontificio ha bisogno anche di una ragione storica che giustifichi la sua ascesa temporale. E proprio tra il IX e l’XI secolo inizia a circolare il Constitutum Costantini, ovvero l’Editto di Costantino, atto con il quale il primo imperatore cristiano donava a Papa Silvestro I e ai suoi successori il Laterano, Roma, l’Italia e l’Occidente.

Ed ecco il punto.

Nella notte del 31 dicembre 919 alcuni liberi homines, approfittando della confusione dei festeggiamenti per il nuovo anno, trafugano dalla Chiesa vescovile di Novaria il primo manoscritto dell’Editto, addirittura ancora più vecchio di quello esposto in seguito a Saint-Denis e a cui gli storici fanno riferimento. La loro intenzione è di utilizzarlo come salvacondotto nel loro peregrinare e questo spiegherebbe perché le autorità imperiali e papaline si limitino a minacciarli senza annientarli nonostante la loro evidente debolezza. Ma non spiega perché lo fanno poi, un anno dopo.

E qui inizia il ciarlare degli storici e la convinzione di Fine Viaggio.

Perché in realtà i liberi homines non si limitano ad utilizzare l’editto come ostaggio, ma minacciano di svelarne il segreto. Infatti la donazione di Costantino non è altro che un falso scritto a metà dell’VIII secolo, proprio per dare autorevolezza al consolidamento dello Stato Pontificio.

La Chiesa attende forse che altri manoscritti e prove dell’autenticità siano prodotti ad arte, forse di essere sicura che l’Editto trafugato sia in effetti in mano dei liberi homines. Magari guarda anche con sospetto ai primi timidi tentativi di Fine Viaggio di instaurare un commercio con gli scomodi longobardi e bizantini, addirittura con gli infedeli saraceni.

Il fatto è che attacca la comunità dei liberi homines con l’aiuto dei Franchi e che con la tortura probabilmente riesce anche ad impossessarsi di quella prima copia ormai contaminata. E nel silenzio di morte che segue, può continuare ad estendere il suo potere temporale.

Questa la ballata dei fondatori di Fine Viaggio, bruciati non per giustizia o per commercio, ma per preservare il segreto di uno dei documenti falsificati più utili nella Storia.

***

- Le ceneri dei liberi homines vagano ancora nell’aria e sono il principio da cui si forma la nebbia di Fine Viaggio. Noi la spieghiamo così. E che sia vero o meno non importa ...

[continua].

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