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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

Dentro me

Ho dentro me le tue parole perchè ho ascoltato attento oltre le poche righe che hai disegnato per tutti Ho dentro me la tua pelle perché ho annusato curioso oltre i felidi moventi che hai scolpito per tutti Ed ora che sei orizzonte e rotondo desiderio sfuggito alle mie mani sono rimaste cose dentro me che ancora ti appartengono e vagano solitarie Non servono per tutti Ma mormorano smarrite in un angolo di vento dentro me Per cui è tempo di tornare a riprenderle e chiuderle nel tuo muro amaro di ricordi e incoerenza Oppure fermarti qui con loro e ritrovarle vive e nuove dentro me

A un vecchio amico

Il battito del mio cuore è come il tuo di acciaio. Ritmo salto e ritmo lungo rughe di ferro sul mondo. Il soffio del mio respiro è come il tuo profondo. Sbuffo pausa e sbuffo dal ventre gonfio della tua brace. Ma la tua corsa è il mio riposo, la mia nenia il tuo sussultare. Lungo i binari la vita freme di attese e sudori e sogni. Avvolti nel tuo sbuffo a vapore, assopiti nel battito del ritmo costante, amico treno, dentro te corriamo, come feti da madre cullati.

Attesa in giorno di morte

Dammi una mano a cantare del tuo suicidio assopito di intenzioni. Hai declamato sul battito incoerente del tuo cuore incredulo sempre di essere ancora qui. Intorno al tuo grigio respiro pesante, dentro tane umide di divieti e tabù, vivi parole lente svuotate di sudore. E allora dammi quella mano affinché io violi la tua esitazione immobile nei parcheggi annebbiati dei Grandi Moralismi. Poi potremo cantare festivi alla tua morte: "E' di nuovo vivo. Infine libero e dignitoso". 

Requiem

Requiem racconto di Giovanni Sicuranza Tutto quel grigio afflosciato sul tavolo di mogano. Lara scuote la testa, ma, anche se non le sembra un accostamento appropriato, preferisce non avvicinarsi. L’uomo è entrato nella sua osteria all’imbrunire, inveendo contro qualcuno, ed è andato avanti così, a bestemmiare e maledire e bere vino, fino a pochi minuti prima. Ora è crollato, inerme, la massa dei capelli sul tavolo lucido, come un enorme gomitolo di polvere grigia. Lara vede solo questo. Il tavolo appena pulito e l’avventore, che lo ha insudiciato di sputi e, adesso, sicuro, con l’unto dei suoi peli. Da anni è proprietaria dell’osteria e conosce bene le tipologie di chi entra. Questo lo ha inquadrato subito. Oltre ad avercela con qualcuno, è un bevitore abituale, un “cirrotico”, come li definisce suo marito. E un trasandato, come parlano i suoi abiti rattoppati, la barba incolta, nera, più della notte, a accentuare di più il grigio pallido, lunare, della lunga capigliatura. Chi

schema delle mie opere

Lo ricordo ancora qui, e concedetemi la ridondanza, ma, tra tante amenità che scrivo, fa bene ogni tanto ripeterlo.  Parte della mia narrativa:  1) " Storie da città di Solitudine e dal Km 76 "; 2) " Quando piove " (seconda edizione); 3) " Lungo il vento " e il mio saggio: " Mobbing - l'erosione della vita ", sono in vendita presso il sito "Il mio libro", del Gruppo Editoriale l'Espresso, al link: http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=2358 o al sito on-line della Feltrinelli ( www.lafeltrinelli.it ), al link: http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/catalogo/searchresults.html?prkw=Giovanni+Sicuranza&srch=0&cat1=&prm=&Cerca.x=33&Cerca.y=14 Oppure si possono richiedere presso qualunque libreria "la Feltrinelli" .

Eccomi

Eccomi. Scusa la caduta di questo esordio, senza respiro di carezze. Da quando ci permettono solo incontri fruscianti sulla carta non riesco ad aprirmi come prima. Eccomi non è comunque meno importante di “mio caro” o “mio amato”. Anzi, mi tiene fermo sulla terra, mi lascia il ricordo di un sapore, quello di esistere. Eccomi ancora per poco, ma l’inchiostro scivola veloce su questa carta, i miei pensieri si affannano dietro il suo percorso. E io ho occhi già spenti. Tu conosci il vento della mia carne, lo hai assaporato di passione. Una passione che abbiamo chiuso nella solitudine dei sospiri solo per quanto ti è accaduto. Io ora sono insonnia sospesa nell’attesa del verdetto. Ho pregato fino a questa notte. A differenza di te, lo so. Anche a distanza vedo le gocce di vita sul tuo volto, ascolto il gioco frizzante nei tuoi pensieri. Mi hai reso forte, oltre le mie fragili sicurezze d’ombra, ma ora che non ci sei, ora che il nostro amore lontano pretende i suoi ricordi per b

disfatta

Nella palude piena di nero infine è caduta esausta dopo tanto fuggire in un mondo di luce senza calore di cibo senza traguardi. L’uomo la guarda muoversi appena e il suo viso vittorioso si accartoccia in una smorfia di disgusto. L’ha seguita in ogni angolo tra urla eccitate di bimbi e consorte e ora che tutto è finito strappa la tazzina dal tavolo e in una cascata di caffé fumante trascina nei meandri sepolti del lavandino la mosca con la sua assoluta agonia.

Responsabilità, danno e composizione stragiudiziale delle controversie in materia di attività medico sanitarie

VENERDI’ 26 NOVEMBRE 2010 Centro Congressi SGR – VIA CHIABRERA n° 34/b – Rimini Presiede e coordina : Avv. Giovanni Scarpa Presidente Ordine Avvocati Rimini Ore 15.00 Registrazione partecipanti Ore 15.15 Saluto alle Autorità (Presidente Tribunale di Rimini, Direttore Generale Azienda USL Rimini, Presidente Provincia di Rimini) Ore 15.30 Presentazione degli obiettivi del convegno Avv. Filippo Andreini Avvocato in Rimini Ore 15.45 Avv. Maria Gabriella Di Pentima Avvocato in Forlì e Direttore della Scuola Forense di Forlì - Cesena Il ruolo dell’avvocato nell’attività di mediazione e conciliazione nelle controversie in materia di responsabilità medica Ore 16.15 Avv. Massimo Dragone Avvocato in Venezia La valutazione del danno conseguente all’attività medico sanitaria: il danno da emotrasfusione Ore 16.45 Discussione Ore 17.15 Doctor Juris Lorena Morello Conciliatore professionista Conciliazione giudiziale e stragiudiziale: assonanze e dissonanze alla luc

Io sono

Io sono il protagonista di questa storia ed è giusto che mi incontriate subito. Leggete, vero? Forse per caso, forse per noia. Forse in una sala d’attesa, mentre attendete di soffrire dal dentista, o in un ufficio, con l’ansia seduta accanto, perché aspettate il turno dell’ennesimo colloquio di lavoro. Magari vi ho sorpresi sulla tavola di un cesso, con queste righe che scorrono tra espressioni sofferenti, mentre riempite le fogne del vostro scarto. E qui mi ritrovate, perché per voi io sono uno scarto sociale. Il problema è che questo è il “vostro” problema. Perché voi, in questa storia, siete prede. Le mie prede. Sorpresi? Già, vi circondate di altri come voi, credete di essere informati su come va il mondo. Bravi. Ma del vostro corpo, di quello che vi succede dentro, conoscete il nulla. Siete ignoranti allo stadio più blasfemo, perché nemmeno vi ponete il problema dell’ignoranza. Vi solletica sapere quante vittime ha fatto il terremoto in Asia? Vi stimola meglio di una defecazion

"365 racconti horror per un anno"

Dopo il successo di " 365 racconti erotici per un anno ", già alla seconda edizione, la Casa Editrice "Delos Books" ci riprova.   Sono in corso le selezioni, serrate, per trovare gli autori della nuova antologia. Per gli interessati, il regolamento su: http://www.writersmagazine.it/forum/viewtopic.php?t=7855 Oggi mi hanno comunicato che sono stato selezionato con il racconto " Lasciate che vengano a me ". Complimenti a me stesso. Ma ora sfumo nelle ombre. Questa sera c'è una lunga solitudine, vecchia e saggia, che si è appoggiata sul mio respiro. Ha bisogno di essere cullata. Notte serena a chi sa ascoltare.

note di ispirazione

Il suono, la musica, è importante per la mia creatività. Scrivo spesso con un certo tipo di musica in sottofondo. Alcune trame nascono trascinate dalle note di un brano, in modo inaspettato, e l a storia può virare anche bruscamente se cambia il ritmo. Di seguito, una delle ultime scoperte (fatta grazie a una persona con grande sensibilità), che mi accompagna nelle tetre atmosfere dei racconti (come " Io sono ", presente in questo blog e nelle note di Facebook).

la moglie del pescatore

Sono stata scaglie di amore domestico osservate con insipido desiderio e adagiate sulle onde del letto nell’attesa di altro pesce veloce distratto oltre tutti quelli che portavi a casa e stendevi sulla nostra quotidianità Poi un giorno ho capito come servire nuove portate di carne detestata e ti ho trafitto di ami per ogni mia domanda “mi ami” con silenzi di fiumi     E in questa penombra di carcere mi vedevo finalmente libera dalla tua passione di travolgenti paludi e stagni e cotture al vapore tra occhi opachi e pinne appassite Invece lascio le mie memorie d’acqua dolce ad una compagna di cella che ha il mio stesso segreto e vago in cerca della mia ultima sponda da quando ho scoperto che anche qui il menù sarà a base di pesce 

casa dolce casa



quando capita

  Palpiti silenti ascolto nei tuoi occhi di mari segreti Onde schiumose mordono il mio corpo bianche di denti Schegge di vento tra i tuoi capelli a imbizzarrire i miei respiri Ecco ti sento e finalmente ti vedo Ora, ti spero Giovanni Sicuranza

Eraldo Baldini commenta una mia opera

Dalla prefazione di “maschere”, homo interrogans (Giovanni Sicuranza); Giraldi Editore. Eraldo Baldini scriveva: “Homo Interrogans” è lo pseudonimo con il quale Giovanni Sicuranza dà alle stampe questo volume di racconti e poesie. Uno pseudonimo che già di per sé pare dirla lunga: l’Autore “interroga” e “si interroga”, appunto, chiede di capire, di vedere dietro i meccanismi (a volte stereotipati, finti e gelidi, altre volte bollenti di passioni rischiose da assecondare) che regolano i sentimenti e i comportamenti dell’uomo di oggi. Corre, tra queste pagine, un filo rosso che unisce personaggi ed azioni esemplari e rappresentative di una società che ha in molti casi smarrito il senso dell’essere per ricercare quello dell’apparire, anche imponendo il peggio di sé; che ha rinunciato alla generosa solidarietà per avvicinarsi a un crudele distacco; che ha dimenticato la pietas; che ha cambiato persino la qualità del sentimento più importante, quello che si prova davanti alla vita e sopra

Chiaroscuri di un desiderio

  Malinconico ogni volta l’allungarsi delle sera  sui profili tuoi velati da calze nere e guanti. Solo allo specchio  lungo d'ombre  immagino di stuprarti con parole nere e lunghe e di lame belle e fiere. E poi avido mangiarti fino alla polpa del cuore con il gusto ancora vivo del tuo uomo innamorato. 

l'uomo immobile

Per Mario e Luca quella di oggi è una giornata senza. Senza scuola, senza compiti, senza pioggia. E senza indugi la stanno assaporando nell’appuntamento con gli amici al bowling, dove tra una palla e l’altra, Luca ha trovato il tempo di rompere quelle di Mario con la fissa di scommettere sull’uomo immobile. Mario, figlio di un operaio metalmeccanico e di una casalinga; Luca, figlio di affermati professionisti. - E’ da un po’ che non ci andiamo, dai – torna alla carica quest’ultimo mentre sono seduti a sorseggiare due mega cola ghiacciate. Mario è perplesso, lo ha già detto al suo amico, ha tentato anche di cambiare argomento, più attratto dalla prospettiva di rimorchiare Sonia, ma il colpo di grazia lo ha avuto proprio quando la ragazza dei suoi sogni erotico-sentimentali, delle sue solitarie esplorazioni sessuali nel buio della stanza da letto, ha cinguettato alla compagnia: - Andiamo a vedere l’uomo immobile! – e la compagnia è diventata un unico paio di gambe che si sono affret