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"Riflessi", il mio racconto nell'antologia "365 racconti erotici per un anno"

Intanto, una segnalazione aggiornata.
A sentire Editore (Delos Books) e commenti lasciati dai lettori nel web, l'antologia va molto bene.

Tra i vari forum che sono stati dedicati ai racconti degli autori, ne riprendo uno, quello ufficiale della "Writersmagazine", rivista corollaria dela Casa Editrice.
In particolare, il lungo commento al mio racconto da una co-autrice, che più di altri mi è piaciuto per "prolissità" e per l'accuratezza con cui ha colto i miei personaggi. E il simbolismo dello specchio.  

Una premessa. Con questa co-autrice ho avuto in precedenza un prolungato botta e risposta su posizioni divergenti (chi ha voglia di leggersi il forum, lo scoprirà al link http://www.writersmagazine.it/forum/viewtopic.php?t=7656 ).
Il tutto si è concluso con il rimanere ognuno in posizioni sostanzialmente opposte, ma con la scoperta di una stima reciproca.
Evento raro in questa società, come dimostrano anche gli aggiornameni sull'altro mio blog ("Schiaccia il passo carraio").

Ma, insomma, visto che mi sto prolissando addosso anch'io, eccovi il commento al mio racconto "Riflessi", pubblicato nell'antologia alla data 28 novembre:

"28 Novembre



Eccoci a noi. Ho aspettato questo momento, lo confesso. Preannuncio che sarò logorroica come non sono stata finora nei racconti, ma già mi conosci da questo punto di vista, suvvia. Questa è una delle poche volte che scrivo una recensione, conoscendone il nome dell’autore. Ma era inevitabile. E non per il confronto che abbiamo avuto, quello mi ha giusto portato a rileggere il racconto dopo aver letto alcune frasi da parte tua, ma andiamo per ordine.


Posso dirti la data precisa in cui ho letto questo racconto. Il 30 Luglio, nel tardo pomeriggio. E’ stato prima che cominciassi di fracassare le balle in giro con tutta questa sequela di roba. Allora, in verità, non ne ero nemmeno intenzionata. Anzi, la voglia di iniziare m’è presa poco dopo averlo letto, in verità.


Se vai alla prima pagina di discussione, si commentava l’antologia in termini generali. E c’è chi si lamentava all’interno dell’abuso di termini quali, bagnata, turgido, membro grosso lungo e duro, vagina aperta calda e vogliosa e roba simile.


Cosa a cui non ho nemmeno dato un briciolo di retta perché mi sono parsi commenti che non stavano né in cielo e né in terra, con tutto il rispetto. Perché su un libro di oltre 350 racconti senza alcun filo continuativo tra loro è che parlano tutti di sesso, è ovvio che termini tipo vagina, pene, seno, sedere, tette, culo, fica, cazzo etc, ricorrono tanto da poterli vendere pure al mercato se vogliamo. Non è che mi risparmio la scena di eros perché l’hanno scritta già quello prima e quello dopo di me, eh. Sono state anche – e sottolineo l’anche, giacché le ragioni sono molteplici – quella serie di commenti a farmi dire che: “se devo commentare l’antologia, allora lo faccio con tutti i cazzi e chi se ne fotte se poi a qualcuno non piace sentirsi dire che fa schifo, almeno non mi trovo a leggere ‘ste cose.” Forse non è la versione testuale, ma ci si avvicina parecchio.


Tu invece hai risposto al messaggio e l’hai fatto di petto. Di petto e in difesa delle tue protagoniste, con un amore e uno spirito di protezione che mi ha sorpreso. Ho creduto le stessi in parte proteggendo anche quando abbiamo avuto la prima discussione. Magari è peccato di superbia, ma ho avuto questa sensazione.


Mi ha sorpreso. Sono racconti di una pagina. Mi capita di scrivere racconti brevi, specie se voglio prendermi il gusto di trattare qualche tematica forte che non trova spazio nei romanzi. La gran parte delle volte abbiamo litigato di brutto io e quei racconti, alcune ne sono uscita anche soddisfatta, ma in generale posso stimare e apprezzare un personaggio che ho vissuto per 10/15 pagine. Ma non amarlo alla follia.


Quelli del racconto che appare qui nell’antologia li amo, sì. Ma non è una cosa uscita ex novo. Per me un volto ce l’hanno, un nome pure e anche un perché alla scena. Il prologo di un libro, di un libro già concluso, cui mancava solo quello. Ma era troppo violento per quelli che erano i miei intenti. Quindi l’ho tolto e riscritto. E quella prima versione è diventata il mio racconto. E quei personaggi li amo, ma per tutto ciò che c’è dietro. Non per un momento che si conclude nella pagina in cui inizia.


In te ho rivisto l’amore che provo per i miei personaggi e ho immaginato all’istante che tu avessi usato un escamotage simile, che c’era qualcosa di più in Alba e Valentina, di molto più grande, dietro.


Questo, ma ancor di più l’amore per le tue protagoniste, mi hanno portato a leggere il racconto subito dietro quel commento. Perché ne avevi descritto i caratteri e la psicologia e volevo ritrovare nel racconto il frutto di quelli che erano i tuoi intenti.


La seconda volta che ho letto il racconto, è stato poco dopo la nostra questione, quando tale Sebastiano chiese se certe cose sono frutto della pura fantasia o veramente moriremmo dalla voglia (o ci è capitato) di fare sesso in quella maniera. Lì mi hai dato conferma di ciò che pensavo, i tuoi personaggi avevano vissuto trame ben più pesanti e sono tornata a leggerlo per cercare di scorgerle.


La terza volta è stata poco fa, perché è arrivato il momento di tirare le somme sulle varie letture.


Mi è piaciuto tanto stilisticamente. A livello di ritmo, di pause, musicalmente. E’ reso bene, è un piacere leggerlo. In alcuni punti diventa più meccanico, ma sono i momenti in cui rivela quello squarcio in più che cercavo, il senso di altre storie. Le può solo accennare, quindi le descrive in lampi brevi, rapidi. Mi ha fatto piacere leggerli, anche se in quegli istanti rallentano un attimo la narrazione.


Come trama è il momento di per sé, con quel retroscena vissuto che ogni tanto compare, per spiegare situazione e personaggi.


Andiamo a questi ultimi. Ti ho detto che stilisticamente m’è piaciuta. Ma pian piano che la rileggevo, non a primo impatto. Di primo impatto ho notato troppo il ripetersi dei nomi delle protagoniste, che mi lasciavano il senso di già vissuto.


Ho cominciato ad apprezzare la cosa quando ho notato un particolare. Sono Alba e Valentina. L’uomo è di più, non ha nome. Loro due sono sempre chiamate per nome, anche quando non è indispensabile, l’uomo mai. L’uomo potrebbe essere chiunque. L’uomo è succube. L’uomo è lì per il piacere delle donne, perché loro vogliono che ci sia. Conducono loro il gioco, l’uomo non parla, non pensa. Accetta.


La cosa rimanda allo specchio. Lo specchio riflette la realtà. Lo specchio è lì sopra perché non sia solo una fantasia, perché ogni singolo istante sia reale, vivo, sulla pelle dei protagonisti, senza possibilità di scampo. Li costringe ad accettare i loro desideri e i loro tabù. Una prima volta che non può essere smentita in alcun modo.


E’ un menage a trois, ma in realtà sono in due. L’esperienza è in due. E forse per questo non mi è piaciuto quando dice che l’uomo è un oggetto passivo. Perché m’ha sbattuto in faccia quella verità, che mi era arrivata in maniera più forte in altri modi. Mi leva in parte il gioco di interpretazione.


Parliamo invece di Alba e Valentina. Sarò sincera. Quella forza di cui parlavi è presente nel racconto, specie nella figura di Alba, ma non dirompente. Alba sa, Alba guida, Alba detta le regole ed è di sostegno e aiuto, è il pilastro della situazione. Senza Alba non ci sarebbe la situazione, la stanza, lo specchio. Alba è forte, è vero. Ma è una forza che si intravede tra le righe, sulla sua capacità di esser di sostegno, di conforto e istigatrice allo stesso tempo. Però ti ripeto si intravede, non vede completamente.


Questo, se il tuo intento era quello di mostrarne tutto il carattere, perché devo dire che pochi racconti dell’antologia sono riusciti a farmi parlare dei loro personaggi, in molti non li ho visti affatto, non c’erano. Alba c’è. A suo modo c’è. Valentina di meno, per quanto è protagonista. L’uomo non deve esserci. In questo senso il racconto è riuscito.


Per il finale c’è un altro discorso a parte. Ma non voglio metterti la nota Spoiler, né parlarne, perché so che ti potrebbe dar fastidio. Se vorrai, me lo dici e te lo metto per spoiler in un altro post, o te ne parlerò in privato. Anche se credo tu immagini il mio giudizio".
 
Bien, per chi fosse interessato al finale del mio racconto, e soprattutto all'antologia nel complesso, invito all'acquisto.

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