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immagini di morte

Torna uno dei miei personaggi preferiti (l'ho descritta anche in altri racconti, l'ultimo proprio nell'antologia "365 racconti erotici per un anno"). Chi vuole conoscerla ancora?



immagini di morte - racconto di Giovanni Sicuranza

Ha le gambe accavallate, le braccia incrociate sul petto. La schiena è rigida sulla sedia.


Tipico atteggiamento di chiusura.


Però Luigi Stellari conosce il mondo e le persone che lo calpestano ed è pronto a scommettere che la donna seduta di fronte a lui non rifiuterà un suo invito a cena dopo l’intervista.


Nei momenti di felice intuizione come questo, gli manca solo il gusto corposo di una sigaretta per confermare il piacere della sua mascolinità trionfante. Socchiude le palpebre, un solo istante lungo come il battito del suo cuore virile, per assorbire in ogni fibra il desiderio della donna, per rapirla nella sua volontà. Per dirle dopo sarai mia, perché lo sei già ora, ho letto nello sguardo di decine e decine di donne in tutto il mondo durante i miei viaggi, so quale pensiero racchiudono le tue pupille dilatate mentre non mi stacchi gli occhi da dosso, e sei fortunata, perché anche tu mi fai sesso, un sesso selvaggio che scopriremo insieme prima che la notte si dimentichi di noi.


Lei ora lo guarda con il capo leggermente reclinato e con una mano lambisce delicata i lunghi capelli neri. Sempre meglio.


Luigi sa che può trascurare i grossolani segnali di chiusura della donna, perché non hanno nulla da dividere con il desiderio che li unisce, ma vengono dall’argomento trattato.


In fondo stanno parlando di cadaveri, mica di ricette di cucina.


E in ogni caso, proprio non riuscirebbe a vedere questa donna con i capelli raccolti su una fronte accaldata dai fornelli.


No, lei è la femmina che soffia passione calda, sensualità da cogliere senza indugi. Anche ora, in questo studio dell’Istituto di Medicina Legale, grigio e ammorbato di sostanze chimiche e sussurri di morte, anche con un camice bianco spiegazzato su cui brilla una targhetta plastificata che la identificata come la dottoressa Alba Ruggeri.


Uno di fronte all’altra, seduti tra un registratore che assorbe le loro parole con un fruscio discreto.


Un giornalista famoso per i reportage di guerra e per le interviste a personaggi di cultura e scienza, fuori dall’ordinario brulichio dei vip; una dottoressa specialista in medicina legale famosa per le autopsie di risonanza nazionale e per un libro già best-seller sul linguaggio dei segni cadaverici nelle indagini peritali.


Ed ora per la prossima uscita di un album shock, una novità nell’editoria che è già evento, morbosa curiosità, passione e censura.


Luigi Stellari solleva le palpebre, lentamente, e il gesto è una parola che vuole accarezzare il desiderio della donna. Una sigaretta, pensa, una sigaretta, qui non si può, ma anche fumarla questa notte avrà il sapore della conquista. Dopo avere preso lei.


La sua ennesima preda.


- Può già dire ai nostri lettori quando dovranno prenotare il suo album di fotografie, dottoressa? – chiede mentre si inclina in avanti sulla sedia. La domanda è di routine, ma il tono delle parole è caldo e sottintende altre richieste.


La Ruggeri stira le labbra verso l’alto; non sembra accennare ad altri movimenti, ma non ha importanza. I suoi occhi sono in quelli di lui e hanno tutte le risposte che cerca.


- Se non interviene la censura, non prima di sei mesi, comunque – una pausa si adagia tra loro, il tempo di lasciare agli sguardi la certezza di un nuovo incontro; poi la donna continua, in tono professionale – Mi manca un’ultima fotografia e il mio libro “Immagini di morte” sarà pronto –


- Deduco che non posso chiederle di quale fotografia si tratta-


Alba Ruggeri sembra davvero divertita da quella frase. Il suo sorriso ora è pieno.


- Certo che no, sarebbe come anticipare il finale di un giallo -


Durante la sua professione, Luigi Stellari ha ascoltato il lamento dell’agonia senza ritorno, ha visto le facce violente della morte, ha assorbito gli odori della putrefazione. In ogni angolo del mondo. Per anni. Eppure, nonostante questo, l’abbraccio veloce di un brivido lo stupisce mentre pensa al progetto della donna.


“Immagini di morte” è il titolo provvisorio dell’album che pubblicherà e basta già ad evocare paure ancestrali, anche in uno come lui.


Ma razionalmente sa bene che la scelta dell’autrice e dell’editore di pubblicare foto di primi piani dei cadaveri sul tavolo dell’obitorio è tanto scandalosa quanto foriera di successo.


Il giornalista conosce il fascino repulsivo con cui la morte cattura la curiosità del pubblico, purché riguardi gli altri. Lui stesso ha costruito la sua reputazione su articoli in cui cadaveri martoriati erano protagonisti in chiave di successo e denaro.


Quindi riconosce nel suo brivido solo l’eco di un tabù che non lo riguarda da tempo e che non gli impedisce di concludere l’intervista con distacco.


E, soprattutto, di chiedere alla dottoressa Alba Ruggeri se è libera in serata.


***


Gli sguardi sono promesse mantenute.


Luigi Stellari ci pensa, soddisfatto nella nudità sudata del suo corpo, nel morbido abbandono del profumo di lenzuola dopo l’orgasmo, mentre osserva il soffitto della stanza di Alba e una sigaretta pende spenta tra le sue dita.


La sua preda è stata degna di essere cacciata, nulla da dire, anzi, da tempo non incontrava una femmina così avvolgente e piena di sensualità.


Forse non dovrei farla finita subito, si interroga mentre i sensi si perdono tra i disegni sottili ed astratti del riposo, forse vale la pena lasciarla con me, almeno per un po’.


Solleva la mano fino a portasi la sigaretta sulle labbra, ma non la assaggia, non ancora. Alba è andata in cucina a prendere un accendino e in questo momento, tutto per lui, lascia che la sigaretta scivoli lentamente lungo le labbra, da una parte all’altra, in un tocco sottile che risveglia il sapore del desiderio e che lo porta a chiudere gli occhi.


Quando li riapre, Alba è in piedi sul pavimento, al suo fianco, superbamente nuda, e lo osserva in silenzio, ancora con quello sguardo rapito nei suoi occhi, carico di desiderio.


- Non so se ce la faccio, ora – le mormora lui, in realtà sperando di mentire.


- Oh, io credo di sì – gli risponde rassicurante Alba e gli infila la lama di un coltello tra le coste, giù, fino al cuore.


Luigi Stellari sussulta di stupore e di agonia. Il sangue sale prepotente alla gola e inonda il sapore della sigaretta non ancora accesa, il desiderio di frequentare la donna posseduta per nuovi complici amplessi, la sua virilità trionfante.


Lei si china su di lui e premurosa gli bacia le labbra e il sangue.


Bello è il suo sorriso, anche attraverso il velo della morte.


- Tesoro, hai uno sguardo stupendo, lo sai, vero? –sussurra calda – Occhi verdi, profondi -


Luigi cade in un ripido vortice nero, ma in un angolo della coscienza fa’ ancora in tempo a sentirla mentre gli accarezza la fronte, in un gesto lento, delicato, pieno di femminilità.


***


La sala è piccola, affollata di respiri, domande e flash fotografici.


Eppure Alba si sente libera, in uno spazio senza confini.


“Immagini di morte” è in libreria da sole tre settimane ed è già diventato un caso che interroga coscienza, etica e tabù. Le fotografie dei suoi primi piani cadaverici, commentate da brevi didascalie, si muovono abilmente tra curiosità e scandalo e la stanno rendendo il medico legale più interessante di tutto il Paese. E probabilmente il più ricco.


Questa è già la seconda conferenza stampa, un incontro acceso tra l’autrice e i giornalisti, che si aprirà con l’immagine dell’album di maggiore successo. Tre primi piani degli occhi di un cadavere senza identità, ripresi dai primi istanti del decesso alle ventiquattro ore successive.


La prima immagine


(“foto n. 1. titolo: disidratazione, l’inizio”)


mostra uno sguardo spalancato nel nulla, ma che ancora assorbe un’illusione di vita nel colore verde intenso dell’iride; illusione che scompare gradualmente nelle fotografie successive, dove dapprima i bulbi si afflosciano e la cornea diventa opaca


(“foto n. 2. titolo: segno di Louis e tela di Winslow”)


e infine compaiono macchie scure a dipingere gli angoli di occhi ormai sbiaditi


(foto n. 3. titolo: macchia scleroticale di Sommer”).


Con questa sequenza, più delle altre, la dottoressa Ruggeri ha immerso i lettori nello sguardo diretto della morte e suscitato scandalo, orrore. Attrazione.


Alba se ne compiace e tuttavia osserva con un certo distacco la folla radunata, perché in fondo i suoi fortunati tentativi di fotografare il dinamismo della morte non sono solo per il successo e il denaro, come criticano i più.


No, ciò che interessa davvero Alba, ciò che spinge i suoi desideri intimi ad agire, è osservare i corpi nella loro nudità assoluta, senza più le maschere della vita. In ogni loro particolare, certo, ma soprattutto negli occhi. Così intensi in vita, così vivi nel loro cambiamento durante la disidratazione della morte.


Con un cenno morbido del capo da’ la parola ad un giornalista seduto in prima fila. L’uomo inizia le domande e nel frattempo le lancia un lungo sguardo d’intensa, senza equivoci. Alba si passa una mano tra i capelli, in un gesto volutamente lento, e lo osserva, incuriosita.


Belli i suoi occhi neri.

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