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Visualizzazione dei post da agosto, 2009

Neurotopia

Non è il caso, credimi, di respirare parole, queste sudate emozioni. Addormenta la pelle, è affannata coscienza. Neurotopia è oltre la nebbia, mio caro Italo. Più in basso dell’ipertrofia dei diritti. Più in alto dell’ipotrofia dei doveri. Neurotopia è oltre la nostra Storia, Italo straniero.

sguardi

Gli occhi dell’uomo nell’occhio nero. Si conoscono, si osservano da tempo. Hanno trascorso gli ultimi anni fianco a fianco, sempre in silenzio, consapevoli che sarebbe bastato un fremito ad unirli. Consapevoli che questi sono anni di fremiti, che dividono e spezzano. Oggi l’uomo desidera quel fremito come non mai. L’occhio nero è dilatato nel suo, una promessa che riflette fiamme. La stanza non è in penombra. La vita dell’uomo sì. Combatte con la camicia nera a fianco dei vecchi alleati, adirato per il tradimento del Re, confuso, sempre più confuso, mentre il mondo promesso annega nella guerra civile. Oggi piange solo per la sua famiglia. La sua famiglia che era Perché sventrarsi nei ricordi di cos’era? Era, la sua famiglia. Non è. Non sarà. Gli occhi lucidi dell’uomo con la camicia nera ammiccano all’occhio nero. Fuori è iniziata la resa dei conti. La casa dell’uomo nero è rossa di fuoco e di urla. Maledicono la sua collaborazione con i traditori della Patria, schiumano desiderio di g

non basta una volta

La prima volta, Italo morì nel tepore del letto. La seconda, nel ghiacciaio del suo corpo. La terza, nell’anarchia cellulare. La quarta, nel ribollire della putrescenza. Ma la morte inutile, Italo la vive oggi. Negli occhi dei visitatori del cimitero, occhi che scivolano sulla foto della lapide. Ogni giorno assenti.